Car* compagn* ed amic*,
Tommaso Speccher è uno dei soci di Anpi che ho avuto l'onore e il piacere di conoscere, già libero docente presso le Università di Verona, Berlino e Friburgo, che attualmente opera come divulgatore, traduttore e ricercatore presso alcune istituzioni museali berlinesi (Museo Ebraico, la Topografia del Terrore, la Casa della Konferenz Wannsee).
L'ultimo suo lavoro di ricerca, pubblicato da Laterza, si titola: "La Germania sì che ha fatto i conti con il nazismo".
Mi permetto di consigliarvene la lettura, molto interessante e, soprattutto, ben documentata.
Si scoprirà che se l'Italia ha ancora troppi problemi aperti con la propria storia con la quale non ha fatto molti conti, anche per la Germania la battaglia per la memoria non è per nulla scontata ed è sempre sotto attacco.
In tempi di revisionismo storico e di rigurgiti di destra di ogni tipo, è una lettura molto utile.
Grazie per l'attenzione e mi scuso con coloro per i quali un mio consiglio può risultare molesto.
Franco Di Giangirolamo
L’erba del vicino è sempre più verde. O così sembra. Ma occorre osservare con attenzione al di là della siepe (nel nostro caso al di là del confine) per essere davvero certi che le cose stiano come la prima impressione suggerisce. Tommaso Speccher, oggi attivo presso alcune importanti istituzioni museali berlinesi quali il Museo ebraico, la Topografia del Terrore e La Casa della Conferenza di Wansee, nel suo recente volume edito da Laterza nella collana Fact checking: la storia alla prova dei fatti smonta, uno a uno, i luoghi comuni in base ai quali crediamo che il popolo tedesco abbia fatto prima e meglio di noi i conti col tragico passato. Il saggio ripercorre puntualmente i passi compiuti dalla Germania, o dalle due Germanie, mostrando come i dibattiti collettivi attorno ai crimini nazisti siano spesso caduti in momenti di vergognoso oblio se non di rimozione, o abbiano, attraverso discorsi pubblici, strumentalizzato politicamente il passato per orientare il futuro.