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Guerre Seminario a porte chiuse con D’Alema, Prodi e Schlein. Annunziata insiste su una soluzione diplomatica. Tarquinio: «Qualcosa si sta muovendo». L'ex leader Ds torna al Nazreno dopo 9 anni: bisogna archiviare il G7 e rafforzare il G20 per ricucire tra nord e sud del mondo, l'Occidente si rassegni al multipolarismo

Il Pd prova a togliersi l’elmetto: «Serve una road map Ue per la pace in Ucraina» Massimo D'Alema – LaPresse

Un timido venticello di pace soffia attorno alla sede Pd del Nazareno. Occasione: l’incontro di ieri pomeriggio a porte rigorosamente chiuse, organizzato dal responsabile esteri Peppe Provenzano su input di Elly Schlein. Il seminario, dal titolo «L’Europa nel mondo in fiamme», è stata l’occasione per due grandi ritorni al Nazareno, Romano Prodi e Massimo D’Alema («Non venivo da 9 anni», il commento dell’ex leader dei Ds).

Dopo aver votato con grandi sacrifici e molte divisioni, il 28 novembre, la risoluzione del Parlamento Ue che autorizza l’invio di missili all’Ucraina e la possibilità di colpire il territorio russo, i dem ieri si cono ritrovati per una sorta autocoscienza. Lucia Annunziata, eurodeputata che spesso tratta dentro i socialisti e con gli altri gruppi le risoluzioni sulle guerre, pur precisando di non essere pacifista, ha spronato i vertici Pd a non rassegnarsi all’ineluttabilità della Terza guerra mondiale e ha ricordato come sia venuto il tempo, per l’Ue, di proporre una seria road map per una soluzione politica della guerra in Ucraina. Basta missili, l’Europa deve battere un colpo, l’aiuto di cui Kiev oggi ha bisogno è come uscire da questo conflitto, ha detto l’ex direttrice di Huffpost.

Anche D’Alema ha insistito sulla necessità di più politica e diplomazia in uno scenario globale in cui il peso dell’occidente è sempre più minoritario di fronte all’affermarsi dei Brics. L’ex premier ha suggerito un approccio meno muscolare, sottolineando che un nuovo ordine multipolare non nascerà dai conflitti, ma da una presa d’atto dell’Occidente di dover convivere con altre potenze. E ha lanciato l’idea di abolire il G7, lasciando il G20, per ricomporre la frattura tra nord e sud del mondo. Una ricucitura che spetta, in primo luogo, alle forze progressiste europee e americane: considerando che i dem Usa hanno pagato un alto prezzo elettorale per le loro scelte in polita estera, a partire dalla Palestina.

Tanti gli interventi, interni esterni al partito: dall’ambasciatore Pietro Benassi all’economista Mariana Mazzuccato. E poi Graziano Delrio, Laura Boldrini, Marco Tarquinio: interventi che hanno puntato sulla necessità di soluzioni diplomatici. «Non ci sono stati strilli militaristi», assicura una fonte che ha seguito i lavori. Schlein, nelle conclusioni, non ha annunciato un cambio di linea, ma ha posto l’accento sulla necessità che l’Ue faccia di più sul terreno politico.

«Le cose dentro il Pd si stanno muovendo», ragiona Tarquinio. «Schlein, pur senza capovolgimenti, sta cercando di ridare cittadinanza alla parola “pace” dentro il gruppo socialista. E il voto di 5 giorni fa ha segnalato che questa consapevolezza sta aumentando». Anche Prodi ha invitato l’Ue a non farsi scavalcare da Trump sul terreno della diplomazia. A non restare come gli ultimi giapponesi a presidiare la necessità di un’escalation. +

L’ex premier ha insistito sulla difesa comune europea, ma non nella chiave di una corsa al riarmo, semmai di una razionalizzazione delle spese per la difesa. Durante l’incontro si è ragionato anche sui rischi derivanti dal fatto che i nuovi responsabili della politica estera e della difesa europee sono due baltici, Kaja Kallas e Andrius Kubilius: due figure decisamente poco inclini ad una trattativa con la Russia che si fa sempre più inevitabile