La crisi che stiamo attraversando ha smascherato l’aridità sostanziale della società in cui stiamo vivendo. La parola benessere ha sostituito la parola solidarietà, e nella frustrazione di non poter più raggiungere quel “benessere” fasullo e luccicante, gli esseri umani si accusano uno con l’altro: è la guerra dell’italiano contro i migranti, del lavoratore di ruolo contro i precari, dell’occupato contro i disoccupati.
E in questo quadro di odio sociale è guerra di chi ha dei diritti verso quelli che non ne hanno, e nascondono questa cattiveria da miseri ammantandola di nobili motivi religiosi. Eppure la religione e in particolare il cattolicesimo, chiede la conversione del cuore ai credenti, predica la compassione e l’accoglienza, non la discriminazione e il rifiuto.
Le sentinelle in piedi rispolverano un’idea di fede che si rifà alla cultura della caccia alle streghe, alla cultura del più becero integralismo.
Questa cultura è in antitesi alla cultura della tolleranza che è la matrice di tutte le società europee e sottende all’idea pacifista che è alla base dell’Europa, questa cultura fomenta l’odio, questa cultura dimentica la vergogna dello sterminio degli omosessuali nei lager nazisti.
Noi non vogliamo più triangoli rosa, vogliamo una società di cittadini che godono pienamente degli effetti dell’articolo 3 della nostra carta costituzionale.
La laicità dello stato in cui noi ci riconosciamo non è un’idea arida e materialista ma esprime la più pura spiritualità della tolleranza.