la guerra è un’inutile strage. Sempre. Ma non per tutti. Verosimilmente, nel momento dell’invasione russa, qualcuno, come durante il terremoto, avrà riso e si sarà sfregato le mani, pensando al proprio c/c corrente. Pur non arrivando a tali scelleratezze, se oggi stesso, si arrivasse all’armistizio, chi ci avrebbe guadagnato? A chi giova questa guerra? Ovviamente, ai produttori e ai commercianti d’armi, ma anche al settore dei carburanti fossili: gas, petrolio e perfino il carbone. Forse anche il nucleare anche se ha appena dimostrato il difetto di essere un obiettivo militare. Alla Russia che manterrà l’accesso al mar Nero e con esso al Mediterraneo. Alla Nato che sta ottenendo impegni di maggiori finanziamenti (2% dei bilanci degli aderenti) anche da Paesi finora riottosi. Ai produttori di grano e cereali ogm, che potranno sperare in allentamenti nella finora rigida legislazione europea. Alle locali imprese edili che saranno incaricate della ricostruzione. Il protocollo di Kjoto, la demonizzazione della plastica e dei gas serra sembrano dimenticati. La subsidenza in Adriatico e l’innalzamento dei mari non interessano più. La Pandemia, la vaccinazione del Terzo Mondo e il triplo vaccino a tutti, sono già passati in second’ordine.
Chi ci perde? Senz’altro tutta la povera gente (non solo ucraina o russa). Anche quella italiana. Infatti, i nostri governanti hanno deciso che si dovrà pagare di più in armi, anziché per la sanità, le pensioni, l’educazione, l’aiuto allo sviluppo e le manutenzioni dei ponti e viadotti.
Davide Patuelli
Faenza
27.03.2022
Al presidente della Camera dei Deputati Roberto Fico
Caro Presidente,
in occasione della prossima diretta televisiva con Montecitorio del presidente dell’Ucraina Zelenski, ti prego di prendere atto che se egli inviterà l’Italia alla guerra mediante la richiesta di armi, l’appello alla no fly zone, l’evocazione dell’8 settembre o in qualsiasi altro modo, per la disciplina e l’onore a cui sono stato tenuto come deputato e senatore della Repubblica, non venuti meno per effetto della cessazione del mandato, ti partecipo la mia obiezione di coscienza a questo atto della Camera, come feci nel 1991 come membro della Commissione Difesa in opposizione alla partecipazione dell’Italia alla guerra contro l’Iraq.
Mi permetto anche, in forza dell’art. 50 della Costituzione,di esporti la necessità di disinnescare il meccanismo propulsivo in direzione della terza guerra mondiale introdotto dal presidente Zelenski nel discorso alla Knesset con l’assimilazione della guerra in corso e solo di questa allo sterminio nazista del Novecento. Dato il ricorso all’esondazione televisiva della guerra attuale,perché essa non precipiti in un evento totale occorre che le sia messo termine con la stessa persuasività nello stesso modo. Pertanto, potresti avvalertidella presente occasione come presidente della Camera per suggerire alla Russia che unilateralmente proclami e immediatamente attui il “cessiamo il fuoco” ponendo così termine al massacro proprio della guerra e, come in un “fermo immagine” attendendosi che siano adempiute le condizioni di sicurezza e di stabilità che essa stessa aveva indicato come motivi della guerra.
Ti ringrazio e auguro buon lavoro
Ex deputato e senatore Raniero La Valle
21 marzo 2022
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il proscenio restaurato
L’architetto Giorgio Guadini e l’architetto Marco Tassinari non seguono più i lavori per il recupero dell’Arena Borghesi. I due progettisti da mesi sono usciti dal progetto per differenza di vedute nella ristrutturazione dell’ex officina e nell’ampliamento del supermercato. La notizia da tempo circolava, ma non era mai stata ufficialmente comunicata. Gli stessi cartelli sul cantiere avevano già cambiato il nome indicato nella direzione dei lavori. Oggi sono stati i due stessi architetti a sottolineare come il divorzio si sia consumato il 20 ottobre scorso:
“Abbiamo rinunciato all’incarico di progettazione e direzione dei lavori a noi assegnato da CIA-CONAD. A quella data era stato quasi ultimato il restauro del proscenio che ha visto riaffiorare le iscrizioni e i dipinti eseguiti nel 1927. Causa l’emergere di diversità di vedute su possibili varianti alla ristrutturazione dell’ex officina e del supermercato non ce la siamo sentita di proseguire la prestazione professionale” spiegano i due architetti. “Si è così giunti alla firma di una ‘Risoluzione consensuale del contratto’. Il passaggio delle consegne ai subentranti tecnici dello Studio Andrini di Faenza è avvenuto il 28 ottobre 2021. Da questa data ogni eventuale variazione apportata all’originario progetto non è più di nostra competenza”.
Come avevamo dato notizia, un gruppo di associazioni e singoli avevano inviato agli Amministratori locali una lettera sull'emergenza profughi al confine tra Polonia e Bielorussia
Il Sindaco di Ravenna ha inviato la sua lettera di risposta:
Da: Gabinetto del Sindaco <Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.>
in primo luogo vogliamo esprimere un profondo e sentito apprezzamento per la sensibilità e l’attenzione, che in questa come in altre circostanze, il mondo dell’associazionismo ravennate ha espresso in riferimento a circostanze che non possono lasciare indifferenti.
Ciò a cui assistiamo al confine tra Polonia e Bielorussia, per quanto lontano geograficamente, impone a tutte le persone di buona volontà, ognuna secondo il proprio ruolo e le proprie competenze, di farsi carico di una situazione intollerabile da qualsiasi punto di vista la si osservi. Siamo consapevoli che su quel confine e sulla vita di quelle persone si stia giocando una partita geopolitica ben più grande di noi.
Questa Amministrazione, confermando la sensibilità sempre mostrata, così come successo recentemente sulla questione della rotta balcanica, intende mettere in campo il massimo impegno, attraverso gli opportuni canali, affinché ogni istituzione venga coinvolta.
Fermo restando che un intervento corale in primo luogo dell’Unione Europea, ma anche dell’intera Comunità Internazionale sia la migliore risposta auspicabile, non verrà meno la volontà di assumersi la responsabilità come Comune attraverso il doveroso coinvolgimento di ANCI, affinché ci si adoperi per salvaguardare queste persone da strumentalizzazioni e si lavori per l’istituzione di corridoi umanitari.
Con la certezza che la nostra comunità e la nostra Amministrazione sono pronte a fare la propria parte nella costruzione di una rete e di progetti di accoglienza confermando il profondo legame che da sempre la nostra città ha coltivato con quell’area geografica
Michele de Pascale
Sindaco del Comune di Ravenna
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Tutto inizia il 4 agosto 2020 quando alcuni amici dell'Altra Faenza mi chiedono di candidarmi in Faenza Coraggiosa; tutto si conclude il 19 ottobre 2021 quando, dopo un mese di confronti e riflessioni personali ho presentato le mie dimissioni dal consiglio Comunale di Faenza.
E' doveroso per me, oltre che necessario, raccontarvi come ho vissuto questo anno di vita politica non certo facendo condanne o critiche.
E' necessario in questo tempo costruire e non distruggere; ascoltare, comprendere, là dove ci sono silenzi di voci deluse e scontente, su periferie abbandonate, bisogni e ingiustizie indifese.
Mi si chiederà allora come mai ho rinunciato alla carica di consigliere.
Per costruire, mai come oggi, non lo si può fare da soli; è necessario scegliere compagni ed alleati che siano uniti e con i quali sentirsi in sintonia.
Una condizione che, in Faenza Coraggiosa, era una buona speranza; ma ahimè non l'ho sempre trovata: tutto qui!
La pluralità rimane un principio difficile da rispettare e da mantenere! Troppo spesso la "sventoliamo" e troppo spesso la tradiamo.
Una forza come Faenza Coraggiosa costituita da tante voci (Art.1, l'Altra Faenza, il Partito Socialista e i tanti indipendenti, compreso me) può essere una vera ricchezza se al proprio interno si sa dialogare, ed auspico che la mia fuoriuscita abbia portato se non altro ad un confronto acceso ma chiarificatore per il futuro.
Ho sempre dichiarato che non sono una politica che aspira a chissà quali cariche; sono una persona sensibile al bene e a ciò che ogni uomo ha il diritto e dovere di avere e fare per vivere con dignità.
Se solo riuscissimo a rispettare la costituzione e le leggi, dalle più semplici alle più complesse, avremmo sicuramente più giustizia, più equità, più senso civico, più rispetto dell'ambiente...
Non volevo e non voglio insegnare niente a nessuno, anzi ero pronta ad ascoltare e ad imparare da chi l'esperienza politica se la gioca da anni sugli scranni del comune. Non posso e non voglio continuare a lavorare con chi con me fatica a collaborare e a condividere, con chi fatica ad accogliere i miei contributi.
"Coraggiosa" è una parola molto forte, l'ho sempre avvertita nella sua interezza molto bella ma anche molto impegnativa, come riferimento al modo di fare politica.
Una parola che, per me, richiede inevitabilmente scelte inusuali, fuori da indistinte logiche politiche. Per questo mi ero impegnata! Per una comunità solidale, per azzerare il consumo del suolo, per difendere le diversità e combattere le disuguaglianze, per promuovere l'inclusione e dar vita a progetti in cui le persone che vivono disagi, disabilità e discriminazioni di ogni tipo potessero sentirsi riconosciute e rese protagoniste.
Cosa abbiamo fatto? Quale voragine abbiamo tentato di rimpicciolire? Non ho saputo trovare grandi risposte a questa domanda, anche perchè, forse, era adesso il tempo per iniziare a costruire. Purtroppo non ci sono i presupposti; quindi, ve ne chiedo scusa, ho preferito tornare al mio impegno personale fatto di scuola, di disabilità, di ascolto, di dialogo interreligioso e aiuto, là dove mi viene richiesto e là dove è necessario per crescere.
A voi di Coraggiosa buona strada! Soprattutto ai giovani, che non mancherò di ascoltare e affiancare, visto la stima che mi hanno sempre dimostrato.
Gigia
ottobre 2021
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