la guerra è un’inutile strage. Sempre. Ma non per tutti. Verosimilmente, nel momento dell’invasione russa, qualcuno, come durante il terremoto, avrà riso e si sarà sfregato le mani, pensando al proprio c/c corrente. Pur non arrivando a tali scelleratezze, se oggi stesso, si arrivasse all’armistizio, chi ci avrebbe guadagnato? A chi giova questa guerra? Ovviamente, ai produttori e ai commercianti d’armi, ma anche al settore dei carburanti fossili: gas, petrolio e perfino il carbone. Forse anche il nucleare anche se ha appena dimostrato il difetto di essere un obiettivo militare. Alla Russia che manterrà l’accesso al mar Nero e con esso al Mediterraneo. Alla Nato che sta ottenendo impegni di maggiori finanziamenti (2% dei bilanci degli aderenti) anche da Paesi finora riottosi. Ai produttori di grano e cereali ogm, che potranno sperare in allentamenti nella finora rigida legislazione europea. Alle locali imprese edili che saranno incaricate della ricostruzione. Il protocollo di Kjoto, la demonizzazione della plastica e dei gas serra sembrano dimenticati. La subsidenza in Adriatico e l’innalzamento dei mari non interessano più. La Pandemia, la vaccinazione del Terzo Mondo e il triplo vaccino a tutti, sono già passati in second’ordine.
Chi ci perde? Senz’altro tutta la povera gente (non solo ucraina o russa). Anche quella italiana. Infatti, i nostri governanti hanno deciso che si dovrà pagare di più in armi, anziché per la sanità, le pensioni, l’educazione, l’aiuto allo sviluppo e le manutenzioni dei ponti e viadotti.
Davide Patuelli
Faenza
27.03.2022