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Solo chi non vuole vedere riuscirà a nascondere il significato del voto greco e ciò che esso comporta. Per chi ha condiviso il “no” e anche per chi lo ha osteggiato e ora non sa che pesci prendere.
Un significato doppio, perché diretto a due soggetti opposti: in primo luogo, ai popoli di tutta Europa, per dare prova che – quando lo si voglia – è possibile riconsegnare il diritto all'autodeterminazione e decidere secondo la convinzione dei propri interessi legittimi, oltre che umani. Ed in secondo luogo, a chi ha creduto che una politica che scarica sulle classi popolari e sui loro elementari diritti di vita gli errori di chi li ha governati ed è ancora sulla breccia a sostenere che quella politica possa essere ancora praticata. I greci hanno dato la prova che questa politica si può respingere e rovesciare. Ciò facendo, si ritrovano molti nemici, ma non certo tra la gente comune che si tiene informata. 
Un esempio che, secondo la Adolfa Merkel e i suoi tirapiedi anche italiani, va soffocato sul nascere. Sono questi i campioni del principio “la democrazia? Questa sconosciuta”. Perseguendo un disegno che rinnega e affonda i valori stessi dell'Europa. Cioè, una solidarietà fatta morire ancor prima di farla nascere. Ma si può definire “integrazione” una condizione che divide i cittadini in arricchiti da speculazione finanziaria e altri che si impoveriscono all' estremo per mantenere i privilegi dei primi? 
E' paradossale che la bella comitiva dei Paesi “riformisti” a senso unico, pretenda dal governo greco che esso stesso riproponga tutto il coacervo di provvedimenti che – il referendum – ha respinto. Tra l' altro, come ha detto lo stesso Tsipras al Parlamento europeo, i soldi che hanno costruito di fatto il debito greco, non sono andati al popolo, ma alle banche. Perché, allora, chiedere che sia il popolo a pagare? Chiunque abbia, o pretenda di avere, un minimo di buon senso e capacità di governo, non può non capire che sta portando questo Paese e questo popolo a due uniche alternative: l' umiliazione più brutale o, a scelta, la fine certa di una civiltà e di una convivenza, finite le quali, farebbero arrossire di vergogna tutti gli europei.
Questo sta emergendo attorno alla vicenda greca.
Si sta facendo di tutto, lecito e illecito, per soffocare uno spiraglio di democrazia e di sovranità popolare e per cambiare un governo eletto (quello sì) dal popolo.
Si è mai visto che governi dello stesso continente che hanno deciso di costruirsi in Unione, si pongano l'obiettivo di far cadere un altro governo della stessa Unione? Negli Usa, presi spesso ad esempio di democraticità, si è mai visto che un’autorità dell' Unione abbia fatto cadere un governatore democraticamente eletto, solo perché non condivide la politica del presidente? 
Siamo all'estremo dell'inverosimile di un governo (quello italiano) che spara a zero sul referendum prima che si svolga, per “insegnare” ai greci che devono votare sì, altrimenti è la fine per loro e per tutta l'Europa. Un popolo che ha reagito positivamente anche se sottoposto a ricatto-fame. A referendum svolto (si sa come è finita) Renzi tenta di far la voce grossa (quando però non lo sente nessuno) e scopre che per la situazione greca “va cercata una soluzione”. Ma che bella scoperta. Perché non lo ha detto subito. Sapete quante sofferenza si sarebbero evitate?
Ma è mai possibile che gli italiani siano destinati ad avere governanti di questo spessore?
Chi ci sarà a governare l'Italia, quando la stessa umiliazione chiesta oggi ai greci, sarà chiesta agli italiani?
Ancora Renzi o suoi simili?
Non è una bella prospettiva. 

Germano Zanzi