In questi ultimi tempi si stanno verificando alcune modifiche nel mercato bancario per cui credo sia necessaria qualche riflessione.
Una premessa, che non è solo lessicale, è necessaria. Una cosa è il mercato che possiamo definire economico: si prestano i soldi ad una azienda che compra un capannone, ci mette macchine, assume personale, compra materie prime che trasforma per avere un guadagno, oppure dà i soldi ad un privato che ci compra la casa e per anni paga delle rate. Una cosa completamente diversa è la finanza dove i risparmiatori ci mettono soldi e ricevono un messaggio elettronico e le banche ti vendono qualcosa di cui neppure loro sanno cosa c'è dentro; in pochi giorni ci puoi fare un grande guadagno o perdere tutto!
Sono due cose molto diverse e gli effetti della finanza li abbiamo pagati tutti con la crisi del 2007 ed ancora li stiamo pagando perché nulla è stato fatto perché questo non si ripeta!
Detto questo vorrei valutare il caso Monte Paschi di cui si è parlato spesso a sproposito. Oltre ad alcuni investimenti in prodotti derivati ad alto rischio il problema è nato con l'acquisizione di Banca Antonveneta. Una banca disastrata, già in crisi di suo, che, acquisita da Abn Ambro, aveva mandato nella pallone anche gli olandesi; è poi stata acquistata
da Banco Santander per 6 miliardi e dopo pochi giorni rivenduta a Monte Paschi per 9 miliardi. Questi 3 miliardi di plusvalenza nelle tasche di chi sono finiti?
Dopo la fusione le due banche insieme valevano meno del Monte Paschi da solo. A questo punto è stato necessario l'intervento dello stato coi Monti bond per un importo di 4 miliardi di euro per impedire la bancarotta. Un prestito, al limite dell'usura, ad un tasso di circa l’8% . Fino ad ora 3 miliardi sono già stati rimborsati con l'aumento di capitale del giugno scorso e solo per gli interessi lo stato ha ottenuto il 10 % della banca per un valore di circa 200 milioni di euro. Se pensiamo che lo stato oggi si finanzia a circa l'1% per i contribuenti italiani non è stato un costo, bensì un grosso guadagno.
Altro problema sono le banche popolari che Renzi vuole trasformare in Spa. Fino ad oggi le popolari e le Bcc (Casse Rurali) erano molto legate al territorio, raccoglievano i soldi e li prestavano ai loro soci e nel loro territorio. Oggi finirebbero nelle mani della grande finanza e non è certo la stessa cosa !! Con questa riforma la proprietà dal tessuto locale alla grande finanza che su questa trasformazione ha già speculato e non poco perché non ci vuole un genio per capire che qualcuno era al corrente di questa novità!
Però la più grande boiata è quella che si sta preparando nelle banche: oggi ci sono 184 miliardi di sofferenze, prestiti che difficilmente potranno essere restituiti. Si parla di costituire una Bad Bank a cui trasferire 30 di questi184 miliardi con garanzia statale: in tal modo i contribuenti rischiano di dovere pagare con le tasse un buco di circa 30 miliardi !!
Non si trovano i soldi per esodati, sanità, scuola, pensioni e servizi in genere ma poi si trovano 30 miliardi per chiudere i buchi di banche in cui gli amministratori (che sono gli autori di questa frittata) si portano a casa in media tra i 2 ed i 3 milioni annui di stipendio.
Stefano Quadrelli