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Il segretario generale della Cgil: "Penalizza i più poveri, aumenta la precarietà, premia gli evasori fiscali. Il governo non ci ascolta"

 

Il nostro giudizio sulla manovra è negativo". Così il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, commenta la manovra economica del governo Meloni, intervenendo ai microfoni del Tg3. "In un contesto difficile come quello che viviamo - spiega -, si tratta di una manovra che penalizza i più poveri, aumenta la precarietà introducendo i voucher, premia gli evasori con tante forme di condono e attraverso la flat tax. Insomma colpisce ulteriormente i lavoratori dipendenti".

Il leader di Corso d'Italia prosegue: "Non si aumenta il salario in modo adeguato, così la gente continua a non arrivare a fine mese. Sulle pensioni, la legge Fornero non viene riformata anzi c'è un blocco di fatto nell'uscita. C'è un'operazione che modifica la rivalutazione delle pensioni tagliando. Per tutto ciò il giudizio è negativo". 

L'esecutivo inoltre non si confronta con i sindacati. "Abbiamo fatto le nostre proposte nell’unico incontro, ma al momento il governo non ci ascolta, non ci sono tavoli in cui aprire la discussione. Da parte nostra, abbiamo chiesto il cuneo fiscale di cinque punti sul lavoro dipendente, perché c’è una mensilità che è stata persa da recuperare. Abbiamo chiesto una riforma fiscale degna di questo nome. Vogliamo detassare gli aumenti salariali nei contratti ed eliminare i voucher, non reintrodurli". Allo stesso tempo, a livello complessivo, "crediamo ci sia bisogno di investimenti seri per costruire nuove politiche industriali".

Altro capitolo caldo la sanità, dove in manovra vengono allocati due miliardi di euro. Per Landini “la sanità pubblica è a rischio. Siamo di fronte a tagli, mentre la sanità ha bisogno di molti investimenti. Esattamente come l’istruzione. Noi chiediamo di tassare gli extra-profitti, perché i soldi ci sono ma bisogna andarli a prendere, senza colpire i poveri e facendo seriamente la lotta all'evasione". 

Il segretario generale dello Spi Cgil Ivan Pedretti: "Vogliono colpire quelle di chi ha lavorato per oltre 40 anni versando tutti i contributi"

 Foto: Marco Merlini

"Da quanto apprendiamo il governo Meloni sta lavorando per congelare la rivalutazione delle pensioni. In particolare vogliono colpire quelle di chi ha lavorato per oltre 40 anni versando tutti i contributi”. Così comincia il post su Facebook del segretario generale dello Spi-Cgil Ivan Pedretti. “Si tratterebbe - scrive Pedretti - di una operazione di cassa fatta ai danni di pensioni operaie, frutto di una vita di lavoro, per finanziare altre misure e per mandare in pensione qualche lavoratore. Divide et impera, come nella peggiore tradizione della destra. Se lo faranno non staremo in silenzio e ci faremo sentire”.

 

Come evidenziato nel volantino il prossimo 2 dicembre si terrà quella che sarà la prima iniziativa ufficiale per ricordare la figura di Damiano Cavina.

Nel manifesto commemorativo di Overall - Faenza multiculturale, a seguito della sua prematura scomparsa, era scritto: "Ti ricorderemo contribuendo alle tante iniziative nelle quali sei stato protagonista"
Il 2 dicembre sarà una di queste occasioni per cui abbiamo fattivamente lavorato, operando perché si ripeta periodicamente.

Assieme all'invito a propagandare al massimo la serata, siamo a rilanciare l'impegno a sostenere concretamente la famiglia di Damiano con contributi economici che si potranno effettuare nel corso della serata, oppure operando versamenti (auspicabili come continuativi -disposizione permanente-) sul conto corrente numero IT31G0854223700000000060359
Intestato a Maddalena Guazzolini

Ci sembra questo un buon modo per ricordare e continuare l'impegno e l'iniziativa di Damiano.

 Coordinamento per la Democrazia Costituzionale | Rome

l Coordinamento per la Democrazia Costituzionale, insieme alle Organizzazioni sindacali della scuola FLC Cgil, Cisl Scuola, UIL Scuola RUA, Snals Confsal e Gilda Unams, avvia una raccolta di firme per una PROPOSTA DI LEGGE COSTITUZIONALE “Modifica dell’articolo 116 comma 3 della Costituzione, concernente il riconoscimento alle Regioni di forme e condizioni particolari di autonomia, e dell’art. 117, commi 1, 2 e 3, con l’introduzione di una clausola di supremazia della legge statale, e lo spostamento di alcune materie di potestà legislativa concorrente alla potestà legislativa esclusiva dello Stato”.

L’iniziativa si propone di contrastare le pericolose decisioni contenute nella proposta della cosiddetta “Autonomia differenziata” la quale, soprattutto dopo l’esperienza della pandemia, invece di riunificare la capacità di risposta dello Stato ne ripropone un’ulteriore frammentazione indebolendo l’unità del Paese, aumentando le disuguaglianze e impedendo la tutela dei diritti per tutti i cittadini italiani.

La nostra proposta in primo luogo modifica l’Art. 116 della Costituzione ponendo un paletto alla richiesta di autonomia, che può essere concessa solo se “giustificata dalla specificità del territorio”. Inoltre, viene esclusa la possibilità di approvare una Legge quadro in ambito nazionale e poi intese tra Stato e singole Regioni. L’autonomia dovrebbe essere concessa con Legge dello Stato approvata dal Parlamento e può essere sottoposta a Referendum.

Sulla potestà legislativa viene modificato l’articolo 117 della Costituzione specificando che sanità, istruzione ed infrastrutture devono restare di competenza esclusiva dello Stato.

Infine viene introdotta, come avviene in tutti gli Stati federali, la clausola di supremazia dello Stato per tutelare “l’unità giuridica ed economica della Repubblica”.

La raccolta di firme partirà in questi giorni attraverso una piattaforma digitale ed anche con quella tradizionale tramite moduli cartacei.

 (pubblicheremo tute le necessarie informazioni)

Ambientalisti contro il Comune: "No a pista di ghiaccio e luminarie"

Italia Nostra e Legambiente vanno all’attacco: "Sono scelte inopportune in un momento in cui si dovrebbe risparmiare energia e si decide di spegnere le luci di notte in tutta la città fra l’1 e le 5".

Luminarie in centro storico per le Feste del 2021 (foto Tedioli)

Fa discutere – come del resto in altre città – la decisione dell’amministrazione comunale di ospitare in piazza Nenni la pista per il pattinaggio su ghiaccio già vista nelle scorse annate. Una scelta giudicata dalle realtà ecologiste incomprensibile nel bel mezzo di una crisi energetica, che costringerà a breve l’amministrazione a spegnere le luci, fra l’1 di notte e le 5 del mattino, in pressoché tutta quanta la città.

https://www.ilrestodelcarlino.it/ravenna/cronaca/ambientalisti-contro-il-comune-no-a-pista-di-ghiaccio-e-luminarie-1.8291963

 

Entra nel vivo la campagna della Ces contro il carovita e per porre fine alla crisi, con il pieno appoggio della Cgil

 Foto: Photo by Markus Spiske on Unsplash

Prosegue con impegno e determinazione in tutta Europa la campagna della Ces (la confederazione dei sindacati europei) “End the Cost of Living Crisis: Increase Wages, Tax Profits!”. La confederazione europea chiede l’innalzamento dei salari e la tassazione dei profitti come riposta alla crisi dell’aumento generalizzato del costo della vita. E ha acquisito, fin da subito, uno dei punti sui quali la Cgil si batte già da tempo: la tassazione degli extra-profitti di alcuni settori privati generati proprio dalle crisi legate alla pandemia prima e ora alla guerra in Ucraina.

Aumento dei salari, dunque, per far fronte all'impennata dei prezzi e garantire che alle lavoratrici e ai lavoratori giunga una giusta quota dei guadagni effettuati dalle aziende; promozione della contrattazione collettiva come modo migliore per ottenere una retribuzione equa; tassazione degli extra-profitti; nessun ritorno alle disastrose politiche di austerità.

 

Il piano in sei punti

Per questo la Ces ha proposto un “piano in sei punti”:

1) Aumenti salariali per far fronte all'aumento del costo della vita, nonché misure per promuovere la contrattazione collettiva per ottenere una retribuzione equa e un'economia sostenibile;

2) Aiuti mirati alle persone in difficoltà con le bollette energetiche, il cibo e l'affitto; il diritto al cibo e a una casa calda sono infatti diritti umani da tutelare: va introdotto il divieto alla “disconnessione” dalla rete per chi non può permettersi di pagare le bollette energetiche;

3) Introdurre un “tetto ai prezzi”, soprattutto sul costo delle bollette energetiche sul costo dei generi alimentari, e introdurre una tassa sugli extra-profitti -affinché nessuno speculi su questa crisi – insieme ad altre misure quali, ad esempio, la riduzione dei dividendi.

4) Misure nazionali ed europee di sostegno anti-crisi a tutela dei redditi e dei posti di lavoro in industria, servizi e settore pubblico, comprese le misure tipo SURE per proteggere i posti di lavoro, i redditi e per finanziare misure sociali per far fronte sia a questa crisi, che ai processi di giusta transizione ecologica e digitale;

5) Riformare il funzionamento del mercato energetico dell'UE. Riconoscere che l'energia è un bene pubblico e investire per affrontare le cause profonde della crisi, come lo scarso investimento nell’energia verde o gli effetti delle privatizzazioni nel settore energetico;

6) Garantire un ruolo formale e sostanziale ai sindacati nei tavoli atti a progettare e attuare le misure anti-crisi, rafforzando gli strumenti del dialogo sociale.

Il sostegno della Cgil

La Cgil riconosce molte delle proprie idee e del proprio impegno nei sei punti della Ces: sono ripresi di fatto tutti i “cinque” pilastri di azione stabiliti dalla confederazione italiana, e c’è parte di ciò che ha promosso nel decalogo lanciato a tutte le forze politiche in vista delle elezioni prima e del nuovo governo oggi.

C’è, in questi sei punti, tutto ciò che la Cgil ha chiesto in piazza del Popolo l’8 ottobre negli interventi di Esther Lynch, degli altri ospiti internazionali e nelle conclusioni del segretario generale Maurizio Landini.

“Siamo solo all’inizio di una lunga battaglia – precisano al Dipartimento politiche europee e internazionali della Cgil – ma con l’impegno di tutte e tutti la Cgil sta cercando di mettere sulla giusta strada l’azione sindacale europea rispetto alla crisi che stiamo vivendo. E ciò non è solo motivo di soddisfazione, ma è proprio fondamentale per avere più forza che le nostre rivendicazioni siano oggi quelle di tutto il sindacato europeo: aumentare strutturalmente i salari, tassare gli extra-profitti, rafforzare gli investimenti pubblici e affermare il ruolo determinante del ‘pubblico’ rispetto all’interesse e alle speculazioni del ‘privato’”.

Per questo la Cgil invita a sottoscrivere e diffondere la petizione della Ces: Porre fine alla crisi del carovita: aumentare i salari, tassare i profitti! | Action-Europe.