Come apparso in questi giorni sugli organi di stampa locali, l'azienda faentina Caviro, tramite la società Enomondo Srl (partecipata al 50% da Hera e da Caviro stessa), si appresta a realizzare (il progetto è al vaglio della Provincia) una nuova centrale a biomasse; un nuovo termovalorizzatore, come lo definiscono i giornali, un nuovo inceneritore, come lo chiamiamo noi che non utilizziamo truffe semantiche.
Secondo l'azienda la radicale modifica dei vetusti macchinari utilizzati nel sistema integrato di produzione di energia tramite le tre caldaie esistenti (che sfruttano la combustione di rifiuti, di biogas ottenuto da fermentazione e di metano) e l'utilizzo di nuove soluzioni tecnologiche, permetteranno una significativa riduzione dell'emissione di inquinanti.
Solo sulla carta, però!!
In realtà il nuovo impianto andrà ad aggiungersi a quello già in funzione e la situazione peggiorerà ancora!
Inoltre la maggiore potenza e capacità della centrale porterà un consistente aumento delle materie prime da lavorare. Un impianto al quale, per poter funzionare incessantemente, dovranno essere conferite decine di migliaia di tonnellate di scarti vegetali ed altri combustibili, di cui il 94% proveniente
Comunicato Stampa: SiRinnovabili, NoNucleare, Legambiente
Sulla vicenda del progetto di ampliamento della “centrale termo-elettrica ”, presentato da Enomondo Srl (ossia la partecipata di Hera e Caviro), avanziamo, come esponenti di associazioni ambientaliste, alcune considerazioni di contesto generale, riservandoci di approfondire ulteriormente, anche dal punto di vista tecnico, l'intera questione. (Lettera alla Provincia)
Una distilleria industriale, nel caso specifico la Caviro, ha certamente la possibilità/necessità di utilizzare processi di termovalorizzazione degli scarti di lavorazione, magari assieme ad altre biomasse recuperate in una filiera corta, per produrre calore ed energia per i propri impianti, ed eventualmente per il mercato esterno.
In questo drammatico momento a seguito dell’ attacco ai redattori di Charlie Hebdo nel cuore dell’ Europa riteniamo particolarmente importante portare anche la nostra voce come Movimento Federalista europeo di Faenza a difesa della libertà di pensiero e di opinione che devono caratterizzare la convivenza civile. Una convivenza pacifica di cui abbiamo goduto per 70 anni , resa possibile dalla nascita e dallo sviluppo dell’ UE come potenza civile portatrice di valori come la solidarietà, l’ accoglienza e l’ accettazione del diverso. Non per niente il motto dell’UE è ‘ Unita nella diversità.
Oggi ,dallo choc di questi eventi e al di là dell’emozione sollevata dalla manifestazione di Parigi, riemerge con forza la necessità sempre più urgente di passare ad azioni concrete non solo sul piano economico ma anche e soprattutto su quello politico, per realizzare una vera federazione europea , obiettivo da sempre perseguito dai padri fondatori e dal Movimento Federalista Europeo fin dalla sua nascita.
Ecco un po’ di storia del Movimento Federalista Europeo per chi non lo conosce ancora.
Il Movimento Federalista Europeo fu fondato a Milano il 27-28 agosto 1943 da un gruppo di antifascisti raccolti intorno ad Altiero Spinelli che, con Ernesto Rossi ed Eugenio Colorni, aveva elaborato il Manifesto di Ventotene durante gli anni di confino sull’ isola. L’analisi e le proposte politiche del Manifesto si fondano sulla presa di coscienza della crisi dello stato nazionale , causa principale delle guerre mondiali e dell’ affermarsi del nazifascismo e sulla convinzione che solo il superamento dei nazionalismi attraverso la creazione della
Finalmente la maggioranza, in pratica il Pd, o meglio Renzi, ha depositato al Senato gli emendamenti frutto degli accordi del Nazareno 2. Forse frutto degli accordi, perché in realtà dei quattro emendamenti Forza Italia ne ha firmato soltanto uno: l'assurda clausola che differisce al 1 luglio 2016 l'entrata in vigore della nuova legge elettorale.
Con disgustosa sfacciataggine è stata definita "clausola di garanzia"; garanzia per chi? Per Berlusconi ovviamente che nel frattempo sarà riabilitato, garanzia per i parlamentari attaccati allo scranno di un Parlamento eletto con una legge dichiarata ufficialmente incostituzionale. Non certo per i cittadini, che una volta approvata una legge elettorale giusta e costituzionale avrebbero diritto ad esprimersi per eleggere un parlamento nella pienezza dei suoi poteri e nella legalità.
Solo ora possiamo esprimere una valutazione basata su proposte precise, scritte, e non su chiacchiere o indiscrezioni giornalistiche. Ci sono pochi giorni di tempo prima che il calendario strettissimo imposto da Renzi al Senato soffochi ogni voce ed ogni possibile riflessione.
Ma è questa la democrazia e la "sovranità del Parlamento" disegnata nella nostra Costituzione?
Lo chiamano "Italicum 2", ma di fatto è una legge del tutto diversa da quella approvata dalla Camera dei Deputati in fretta e furia nel marzo dello scorso anno (cavolo la fretta era proprio motivata, son passati 10 mesi!), ma non per questo è una legge migliore, anzi, incredibilmente, è anche più pericolosa ed ugualmente incostituzionale.
Sì, è vero, cerca di rimediare ad alcuni clamorosi difetti della precedente proposta (ma allora il bicameralismo serve?) ad es. le soglie di sbarramento altissime e differenziate (ora il 3% per tutti) ma lo fa al solo scopo di indebolire l'opposizione che sarà così più frammentata e incapace in parlamento di tener testa al Governo. Questo inoltre sarà ulteriormente rafforzato dall'innalzamento del premio di maggioranza (ora 340 deputati a chi arriva primo, qualunque sia stato il risultato al 1o o al 2o turno).
Si alza dal 37% al 40% la soglia per ottenere i 340 deputati già al primo turno, ma non si stabilisce alcuna soglia minima per accedere al 2o turno, e soprattutto si attribuisce il premio al partito e non alle coalizioni, facendo in modo che un enorme numero di elettori al 2o turno sia costretto a fare una scelta forzata o all'astensione.
Ad es. basandoci sui risultati delle ultime elezioni
Leggi tutto: È arrivato l'Italicum 2... è peggio del "porcellum"!
Si è ufficialmente aperta la raccolta delle firme per l'istituzione ed il finanziamento del Dipartimento per la Difesa Civile Non Armata e Nonviolenta (DCNAN).
Il primo giorno di mobilitazione nazionale della Campagna “Un’altra difesa è possibile” si è tenuto in occasione del 10 dicembre, Giornata Internazionale per i Diritti Umani. La campagna è stata presentata il 25 aprile 2014 in Arena di pace e disarmo e poi rilanciata a Firenze il 21 settembre, Giornata internazionale della Pace, durante la manifestazione nazionale "Facciamo insieme un passo di Pace".
Il 2 ottobre è stata avviata la raccolta delle 50.000 firme necessarie per depositare alla Camera la Proposta di Legge di iniziativa popolare.
Il 15 dicembre, Giornata Nazionale del Servizio Civile e dell'Obiezione di Coscienza, si è svolta a Roma nella sede del Centro servizi per il volontariato del Lazio (CeSV) una Conferenza Stampa per illustrare i contenuti fondamentali della Campagna. Nel pomeriggio è seguito un altro importante appuntamento presso la Sala Piccola della Protomoteca in Campidoglio. Nella sede del Comune di Roma Capitale si è infatti svolto un Seminario con la partecipazione dei Presidenti o rappresentanti delle sei Reti Nazionali promotrici, durante il quale si è analizzata la situazione attuale della Campagna, con particolare riferimento ai Coordinamenti Regionali attivati, e i futuri scenari di azione, al fine di rendere più efficace l’informazione e la partecipazione dei cittadini.
La prossima giornata di mobilitazione nazionale con raccolta delle firme è prevista per il 30 gennaio, anniversario della morte di Gandhi.
Documenti di approfondimento:
Sunto rassegna stampa:
Referente Emilia Romagna: Pasquale Pugliese – Mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
http://www.difesacivilenonviolenta.org/la-campagna/vademecum-raccolta-firme/
Per incominciare l'anno con un nuovo impegno sull'ambiente, i rifiuti, l'energia..... crediamo di fare cosa gradita, per chi ha attenzione a queste tematiche, segnalando alcune questioni.
- Sulla raccolta dei rifiuti, indichiamo l'articolo/lettera dell'assessore all'ambiente del Comune di Forli, Alberto Bellini, uscito recentemente sulla stampa locale.
La proposta dell'Assessore e della Giunta forlivese sui rifiuti è di “togliere a Hera la raccolta", rilanciando il progetto di “una società territoriale interamente pubblica per la gestione della fase della raccolta dei rifiuti”. La quale attiverebbe immediatamente la raccolta porta a porta con i conseguenti vantaggi economici". “Raggiungere il 70% di raccolta differenziata in Emilia-Romagna significa aumentare di 400.000 tonnellate il recupero di materia (riciclo) e un risparmio annuale di oltre 70 milioni di euro". “Il rifiuto diventa un bene comune e viene gestito in maniera pubblica per garantire: trasparenza e controllo delle fasi di pianificazione e di valorizzazione della materia raccolta in forma differenziata e separazione tra i gestori della raccolta e i gestori dello smaltimento dei rifiuti per spezzare il monopolio del ciclo integrato dei rifiuti, che è, di fatto un ostacolo alla riduzione di rifiuti poiché si traduce in riduzione di fatturato e di margine economico per i gestori dello smaltimento".
Ci chiediamo se non sia il caso di considerare queste proposte anche nella nostra provincia e, intanto, nei Comuni dell'Unione della Romagna Faentina.
- Sull'energia, è stato pubblicato il documento definitivo del Piano di Azione per l'Energia Sostenibile (Paes) dei Comuni dell'Unione della Romagna Faentina; anche questo è un tema sul quale intendiamo impegnarci. I corposi materiali sono on line sul sito del Comune a questo link dove si legge che: "Dal 10 dicembre 2014 all'11 gennaio 2015 è attiva la fase online d’inchiesta pubblica nella quale chiunque può esprimere le proprie opinioni sulla bozza del Paes e inviare commenti o idee sulle azioni di piano proposte. Nel mese di gennaio 2015 verranno organizzati degli incontri aperti al pubblico in cui verrà illustrato il Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile.
Viste le scadenze ravvicinate, sarebbe necessario che tutti i “portatori di interesse” approfondissero queste materie per valutare come partecipare alla fase di consultazione.
In conclusione, su entrambe le questioni, invitiamo tutte le associazioni, i comitati, ambientalisti, sociali, di cittadini, di tutti i Comuni dell'Unione, a sentirci rapidamente per mettere a punto proposte condivise e chiedere di essere ascoltati dalle Amministrazioni Locali.
Circolo Legambiente Lamone Faenza