L’OdG sul riordino della rete ospedaliera approvato con voto unanime dall’Unione dei Comuni della Romagna faentina nella seduta del 30 novembre scorso costituisce una significativa correzione di rotta rispetto a quanto esposto il 6 ottobre, con un contegno giudicato inopportuno e supponente, dal direttore generale dell’Ausl Marcello Tonini.
Il documento riafferma implicitamente che le decisioni sui servizi e le strutture a tutela della salute competono prima di tutto alle istituzioni e ai rappresentanti dei cittadini, chiamati a dare risposte ai bisogni e ai diritti della popolazione.
In ballo c’è il futuro dell’ospedale di Faenza. Precisando ulteriormente il contenuto dell’OdG presentato da L’Altra Faenza e votato all’unanimità dal Consiglio comunale a fine luglio, questa nuova presa di posizione riafferma la necessità di procedere verso l’integrazione del presidio faentino con quello di Lugo, così da dar vita ad una struttura di 1º livello con i requisiti previsti dalla classificazione del “decreto Balduzzi”. L’alternativa, com’è noto, è l’ulteriore declassamento di entrambe i presidi al rango di ospedale di base.
Ospedale di 1º livello significa presenza equilibrata sul territorio di specialistiche e di personale medico, tecnico e infermieristico, tenendo conto delle reali esigenze di un bacino d’utenza che, nel caso di Faenza, comprende territori montani penalizzati da distanze, collegamenti e condizioni economiche. Significa investimenti in strutture e dotazioni strumentali.
In questo quadro vanno rimesse in discussione le ipotesi di nuovi tagli ai posti letto, sia di degenza che di day hospital. Va garantita la piena operatività, in condizioni di sicurezza, dei punti nascita e della pediatria. Va affrontato il tema della mobilità incrementando i servizi di trasporto rivolti in particolare alle persone svantaggiate.
L’Altra Faenza ritiene che in questo caso la politica abbia ben lavorato: ai cittadini, infatti, importano la qualità e la quantità dei servizi sanitari e assistenziali e non tanto le schermaglie e i distinguo. Bisogna procedere anche in futuro su questa strada per assicurare la traduzione in fatti concreti degli impegni assunti e per affrontare con lo stesso spirito costruttivo i temi relativi alla medicina sul territorio e alla piena operatività dei diversi servizi, a partire dalle Case della salute.
L’impegno coerente dei sindaci, un’informazione corretta e puntuale, il coinvolgimento e la partecipazione vigile dei cittadini, sono fattori essenziali perché si proceda con “senso di comunità” a tutela della salute di tutti.
Faenza, 2 dicembre 2016
L’Altra Faenza