POLITICA. Intervista al responsabile sud del Partito Democratico
Marco Sarracino, deputato Pd e responsabile sud della segreteria. La destra ha vinto le comunali, anche in città che per voi non erano impossibili.
Una sconfitta chiara, che deve spingerci ad una analisi molto seria. Siamo in un contesto europeo che vede una netta avanzata delle destre, dalla Grecia alla Spagna. C’è una domanda di protezione sociale fortissima cui il fronte progressista non ha ancora dato risposte adeguate. Infine, non c’è nessuna correlazione tra i due tipi di elezione: negli ultimi due anni abbiamo vinto moltissime elezioni comunali, e poi abbiamo perso male le politiche. Al tempo stesso, se avessimo vinto queste comunali non sarebbe stato un avviso di sfratto a Meloni, per intenderci.
I critici di Schlein sostengono che il Pd si sia spostato troppo a sinistra.
Le primarie hanno dato un esito chiaro e non scontato. È evidente che da un lato non possiamo dimenticare la piattaforma congressuale che ha vinto il congresso e dall’altro occorre muoversi in un’ottica unitaria. D’altronde, senza l’unità non saremo credibili per battere questa destra. Lavoreremo nelle prossime settimane affinché il Pd sia percepito innanzitutto come il partito del lavoro e della lotta alle ingiustizie facendo vivere queste battaglie nel cuore e nella testa degli italiani.
Nei capoluoghi toscani gli elettori vi hanno girato le spalle.
Parliamo di città dove 5 anni fa avevamo già perso. Questa volta, pur non vincendo, siamo stati competitivi. Ma non voglio eludere il problema. Il partito va rafforzato e rinnovato, soprattutto sui territori e senza retorica. Non parlo certo di rottamazione, ma di selezione delle classi dirigenti sulla base della qualità delle battaglie politiche. Dove è stato fatto i risultati si sono visti. Altrove è rimasta l’illusione che il Pd possa bastare a sé stesso. E questo deve cambiare. Alle primarie lo hanno detto tutti i candidati.
Non si può negare che il debutto elettorale di Schlein sia andato peggio delle aspettative.
Il lavoro di costruzione del nuovo Pd deve andare avanti in modo spedito. Saremo il partito del lavoro che fa della questione salariale la priorità dell’agenda politica, che difende davvero chi è sottopagato, sfruttato o disoccupato, il partito di quei tanti giovani costretti ad andare via dalle proprie città. Il partito che difende la sanità e la scuola pubblica. Saremo inoltre molto netti anche sull’autonomia differenziata che penalizza milioni di cittadini del sud e spacca il paese. Mobilitiamo immediatamente il popolo che è venuto a votare alle primarie: donne e uomini che vogliono sentirsi protagonisti dell’opposizione al governo.
Il nuovo profilo del Pd però non si è visto nelle urne.
Era complicato che questo messaggio diventasse maggioritario nella società in meno di tre mesi. Il vero banco di prova per il Pd di Schlein saranno le europee del 2024. Dopo la sconfitta di settembre eravamo tutti consapevoli che si era rotto qualcosa e che non sarebbe bastato votare un nuovo leader per risolverlo. La fase costituente deve andare avanti, il lavoro non è finito. L’alternativa alla destra si costruisce anche nelle battaglie comuni da fare con le forze d’opposizione.
Le prove di alleanza col M5S sono andate male, da Brindisi a Pisa.
Ci sono state luci e ombre. In provincia di Napoli, in grandi comuni Torre del Greco e Quarto abbiamo vinto in alleanza coi 5S. Non esistono modelli da calare sui territori, e le alleanze non si costruiscono in due mesi. A Napoli, la prima grande città dove ha vinto una coalizione giallorossa nel 2022, ci abbiamo lavorato per un anno.
Lo stato di salute dei rapporti tra voi e Conte esce ulteriormente indebolito da queste elezioni. E lui anche ieri ha ribadito il no ai campi larghi.
Noi continueremo a lavorare per unire un campo progressista e riformista. Meloni vince anche perché ha una coalizione, da sola non ce la farebbe. E non credo che questa volta dalla nostra parte prevarranno vocazioni minoritarie o suicide.
Pensa ad alleanze anche con l’ex terzo polo? Loro in alcune città si sono alleati con le destre, come a Brindisi.
Tutte le opposizioni al governo sono nostri interlocutori. Le cose che ci uniscono sono più di quelle che ci dividono, i risultati delle comunali e le politiche di questo governo, devono spingerci a fare dei passi in avanti.
Che effetti ci saranno sulla segreteria del Pd? Schlein è accusata di muoversi troppo in solitudine.
Siamo una squadra larga e plurale, consapevole che l’unità va coltivata ascoltando tutti. Ma ora pensiamo solo a lavorare consci dell’importanza delle sfide che abbiamo davanti