Regionali Due ore di faccia a faccia a Roma. Il capo 5s ribadisce: «No al simbolo di Iv». Ma il candidato si dice «ottimista»: «Entro la settimana la questione sarà risolta, e tutte le forze che hanno lavorato con noi daranno il loro contributo»
Giusppe Conte con Michele De Pascale alla festa Pd a Reggio Emilia
Due ore di faccia a faccia tra Giuseppe Conte e Michele De Pascale, candidato del centrosinistra alle regionali in Emilia Romagna. Ieri mattina De Pascale, arrivato nella Capitale per un talk show sulla Rai, ha suonato a via Campo Marzio, sede del M5S. E così quella che doveva essere una telefonata chiarificatrice si è trasformata in un faccia a faccia.
Segno che ce n’era bisogno. E del resto dopo il veto di Conte alla presenza di Iv nella coalizione emiliana, seguito dall’immediato proclama di Renzi «Ci saremo col nostro simbolo», per De Pascale e il Pd la faccenda si è fatto piuttosto ingarbugliata. Anche perché il sindaco di Ravenna, che governa da anni la sua città con una coalizione larghissima, ha tutta l’intenzione di replicare questo schema alle regionali.
All’uscita il candidato si è detto «ottimista che nei prossimi giorni, entro la fine della settimana, troveremo un assetto complessivo della coalizione che consentirà a tutti di partecipare valorizzando il contributo di ciascuno». Fonti M5S ribadiscono che «Conte non ha fatto alcun passo indietro: il nostro simbolo non potrò ami essere a fianco di quello di Renzi». Certo, anche dall’entourage di Conte confermano «stima e fiducia» nei confronti di De Pascale. E lui, parlando col manifesto, ribadisce, «Non vedo a rischio la tenuta della coalizione che ha lavorato con noi fino ad ora». E ricorda: «Domenica a Bologna abbiamo fatto una giornata sul programma, c’erano esponenti del M5S e di Iv e tutti hanno lavorato ai tavoli programmatici».
Che può inventarsi De Pascale per accontentare i due litiganti? La soluzione più facile sarebbe liofilizzare gli esponenti di Iv dentro una lista di moderati, con altre forze centriste: quell’operazione che in Liguria proprio Conte ha fatto saltare pochi giorni fa. «In Emilia- Romagna una lista legata al presidente con esponenti di Iv per noi non sarebbe un problema», fanno sapere dai 5S. «Non ci mettiamo a fare l’esame del sangue ai candidati». Peccato che Stefano Mazzetti, coordinatore dei renziani in Emilia, confermi la linea: «Ad oggi stiamo preparando la nostra lista col nostro simbolo», spiega al nostro giornale. «Se altre forze vorranno unirsi siamo disponibili al confronto».
De Pascale sta cercando in tutti i modi di separare le tensioni nazionali tra Iv e M5s dalla vicenda emiliana. Ed è indubbio che, sul suo programma, non ci sono ostacoli insormontabili alla costruzione di un campo larghissimo che altrove non sarebbe replicabile. E tuttavia il nodo resta aperto. Per Conte sbarrare la strada a Renzi subito è un imperativo. Così come per il rottamatore è vitale non farsi sbattere fuori in una regione dove da anni governa insieme al Pd.
Dal M5S confidano che il nodo possa essere sciolto dal Pd. Gli uomini di Conte hanno apprezzato quanto detto da Schlein domenica sera su La7. E cioè che la leader Pd ha intenziomne di «mediare» rtra gli ellati. « Se gli altri hanno problemi, questi diventano i nostri. E se dobbiamo fare scelte come in Liguria, le facciamo, ha detto Schlein.Parole molto apprezzate a Campo Marzio, dove confidano che saranno i dem a spingere Iv a non presentare il simbolo.
Anche a destra si è aperto un problema, dopo che la candidata civica vicina Cl Elena Ugolini ha sposato la proposta sdi Forza Italia sullo ius scholae per i figli degli immigrati. «Penso che 10 anni di scuola siano sufficienti per far diventare un ragazzo un cittadino a tutti gli effetti», ha detto Ugolini. Immediato lo stop della Lega: «Il tema della cittadinanza è una questione di competenza del Parlamento, non della Regione. È importante non farsi distrarre da dibattiti su cui non abbiamo competenza diretta»