Veni vidi Vichy. Ieri nuovo giro a vuoto delle consultazioni. La France Insoumise deposita la richiesta di destituzione del presidente della Repubblica
Marine Tondelier, segretaria ecologista - Ansa
«Macron intende appoggiarsi sulla destra dell’arco politico, con la compiacenza del Rassemblement National». Lo ha detto ieri, in un video-selfie girato dopo il colloquio con il presidente della Repubblica francese, Marine Tondelier, la segretaria degli Ecologisti, uno dei quattro partiti del Nuovo fronte popolare (Nfp). Tondelier si è detta «preoccupata» perché si tratterebbe di un governo che ha l’obiettivo di escludere la sinistra, arrivata in testa alle legislative. «I nomi ventilati incarnano la volontà di continuare il macronismo», ha detto l’esponente verde, non nascondendo la delusione per la rapidità con la quale l’inquilino dell’Eliseo ha archiviato il «fronte repubblicano» per virare prontamente a destra una volta chiuse le urne elettorali.
Le ormai interminabili «consultazioni» per la ricerca di un primo ministro che possa giustificare il rifiuto opposto da Macron alla candidata del Nfp, Lucie Castets, sono proseguite ieri con la convocazione del segretario socialista Olivier Faure e del presidente del gruppo parlamentare del Ps Boris Vallaud. Il partito guidato da Jean-Luc Mélenchon, La France Insoumise (Lfi), ha rifiutato di prendere parte a questo ennesimo round denunciando i tentativi di rompere la coalizione delle sinistre. Dal presidente ancora nessuna nomina ufficiale.
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Nei giorni scorsi il nome di Bernard Cazeneuve, ex-primo ministro di Hollande, sembrava agitare il microcosmo del giornalismo politico parigino. L’opposizione interna del Ps, contraria al Nfp e in particolare all’alleanza con gli insoumis, aveva chiesto a Faure di dichiarare la disponibilità a sostenere un governo di coalizione guidato, eventualmente, da Cazeneuve.
Nome che, tuttavia, è ritenuto irricevibile dalla France Insoumise, il partito principale del Nfp. Poprio ieri Lfi ha depositato la mozione per la destituzione del presidente. «Macron è stato battuto due volte alle elezioni – ha detto la capogruppo alla Camera Mathilde Panot in conferenza stampa – Eppure continua a impuntarsi. Se potesse nominare se stesso primo ministro lo farebbe».
La procedura – una specie di impeachment alla francese – sembra per ora estremamente difficile da concludere: richiede il voto dei due terzi di Camera e Senato riunite. Ma, assieme alla sfiducia promessa contro qualunque governo che non sia guidato da Castets, fa parte del trittico di azioni promosso in queste settimane dagli insoumis, con le manifestazioni del 7 settembre e lo sciopero del primo ottobre chiamato dalla Cgt