ELEZIONI EUROPEE. Hanno ottenuto il 10% dei voti della lista ma nessun seggio. Una under 35, però, potrebbe farcela. Due lettere a sostegno dei giovani rossoverdi raccolgono alcune migliaia di firme in poche ore
Torino, giovani al voto - Ansa
Quasi uno su dieci. È il bagaglio di voti portato all’Alleanza verdi e sinistra da candidate e candidati con meno di 35 anni. Nelle cinque circoscrizioni hanno collezionato 140mila preferenze sul milione e mezzo dei rossoverdi. E adesso vogliono battere cassa.
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Per ambire al parlamento di Strasburgo bisogna avere almeno 25 anni. La più giovane a provarci è stata Martina Lombard: nata il 20 febbraio 1999 e schierata dal Rassemblement Valdôtain. A nord-ovest, ça va sans dire. Complessivamente, su 740 candidati quelli nati negli anni ’90 sono stati 54. Un quarto di loro, per la precisione 13, correvano nelle file di Avs. Sei in quelle di Alternativa popolare e altrettanti con Pace terra dignità, dove le stesse persone erano presenti in più circoscrizioni portando le candidature a 16. Il Pd ha arruolato cinque giovani, quattro Stati uniti d’Europa, Azione, Libertà e Fratelli d’Italia. Tra i leghisti non risultano under 35, in Forza Italia solo uno.
Vanno cercate anche tra questi numeri le ragioni dei risultati ottenuti dai rossoverdi nell’elettorato giovanile. Primi tra i fuorisede, come mostrano i dati dei seggi riservati agli studenti che si sono registrati lontano da casa (indicativi di una tendenza generale, sebbene limitati solo a 17mila schede). Secondi tra gli elettori under 30, come stimano i sondaggi di Youtrend. Una terza conferma sono gli exploit che i giovani candidati hanno collezionato in diverse circoscrizioni.
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A nord-est il risultato migliore: il nome di Cristina Guarda, consigliera regionale verde in Veneto nata nel 1990, è stato scritto 32.575 volte facendola classificare in seconda posizione dietro Mimmo Lucano. A nord-ovest Benedetta Scuderi e Giovanni Mori portano a casa rispettivamente 20.346 e 19.434 voti. Davanti a loro solo il tris dei campioni di preferenze di Avs: Ilaria Salis, Mimmo Lucano e Ignazio Marino, che insieme fanno il 30% di tutti i voti a livello nazionale. Scuderi viene dai Giovani verdi europei, Mori dai Fridays for future di cui è stato rappresentante per l’Italia.
Al centro Luca Boccoli, co-portavoce dei Giovani europeisti verdi di 26 anni, raggiunge quota 13.528. Poco sotto il più noto Christian Raimo, comunque di un’altra generazione, e poco sopra Lucrezia Iurlaro, attivista ecologista e transfemminista che spegnerà 27 candeline il prossimo lunedì. A sud e sulle isole Avs aveva presentato due soli under 35: Giulia Persico nel mezzogiorno (5.600 voti), Emanuele Barbara in Sicilia e Sardegna (oltre 3mila).
Il rischio, però, è che né dai risultati buoni né da quelli ottimi esca un seggio per Strasburgo. Dalle parti di Avs trovare l’alchimia giusta è particolarmente difficile: Sinistra italiana e Verdi sono due partiti distinti, con due diversi gruppi in Europa, e usare il gioco delle candidature multiple per bilanciare gli equilibri lascia sempre degli scontenti in base a dove accettano l’incarico le teste di serie.
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Per questo un gruppo di ragazze e ragazzi, in maggioranza attivisti provenienti dai movimenti per il clima, ieri ha scritto in fretta e furia un appello post-elettorale indirizzato ad Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni. «Le candidate e i candidati che abbiamo scelto sono persone giovani e competenti. Abbiamo bisogno di uno sguardo lungimirante basato sulla giustizia climatica e sociale, e persone come Benedetta Scuderi, Giovanni Mori e Cristina Guarda hanno ricevuto i nostri voti: ascoltateci» scrivono.
I firmatari chiedono ad Avs di fare in modo che i tre candidati vadano a Bruxelles. A metà della mattinata di ieri l’appello è comparso nelle chat del mondo ecologista e in poche ore ha superato le 3.500 firme. Adesioni che vanno sommate a quelle di una seconda lettera fotocopia, ma rivolta a simpatizzanti di ogni età, che ha raccolto altre 1.500 nomi e cognomi.
La strada è in salita per i candidati a nord-ovest, dove sarebbero in tre a dover cambiare circoscrizione riducendo ovunque gli spazi di manovra e rischiando di alterare parecchio i responsi delle urne. Potrebbe invece farcela Guarda. Le trattative sono riservatissime ma basterebbe che Lucano optasse per il sud.
Con Salis e Marino nell’Italia nord-occidentale, dove ne sono scattati due, al centro passerebbe Marilena Grassadonia. Tre uomini e tre donne. Ma soprattutto tre eletti in quota Sinistra italiana (Lucano, Salis e appunto Grassadonia), tre in quota Verdi (Marino, Guarda, Orlando). Era questo equilibrio il principale criterio precedente al voto. Dopo, si sa, le sorprese restano sempre possibili.