CUORE DI TENEBRA. Con il 6,8%, Alleanza Verdi Sinistra porta al parlamento europeo sei eletti. Ci saranno sicuramente Ilaria Salis (che è passata sia al nordovest che nelle isole), Mimmo Lucano (eletto in […]
I festeggiamenti al comitato elettorale di Avs - Ansa
Con il 6,8%, Alleanza Verdi Sinistra porta al parlamento europeo sei eletti. Ci saranno sicuramente Ilaria Salis (che è passata sia al nordovest che nelle isole), Mimmo Lucano (eletto in tutte le circoscrizioni) e Ignazio Marino (che è primo al centro e secondo al nordovest). Con loro, a partire per Bruxelles saranno in tre fra i quattro primi dei non eletti fra Benedetta Scuderi, Cristina Guarda, Francesco Borrelli, Leoluca Orlando. Tutto dipenderà dalle circoscrizioni per le quali opteranno Salis e Lucano, al centro pesa il bug che ha rallentato l’elaborazione dei risultati in numerose sezioni di Roma.
NEL FRATTEMPO, tra i rossoverdi circola soddisfazione, si fa il bilancio e si pianificano le prossime mosse. Angelo Bonelli sostiene che proprio la natural plurale delle liste ha marcato la differenza. «La forza di Avs è che riesce a superare quella che una volta si chiamava la ‘forma partito’ – afferma il portavoce di Europa Verde – Dobbiamo trovare elementi che consentano di aggregare sempre di più, la forma di Avs è riuscita a dare quel dinamismo, uscendo fuori dalle contrapposizioni correntizie all’interno dei partiti. Potremmo e dovremmo migliorarla per un importante laboratorio politico. Il problema non è come fare partito, ma come riportare al voto le persone che non votano più». Questo metodo, prosegue Bonelli, dovrebbe prevalere anche per costruire la coalizione alternativa alla destra: «Schlein e Conte, ma anche lo stesso Calenda, devono cominciare a capire dove sono stati commessi degli errori pensando che si potesse prevalere uno sull’altro. E invece, serve un programma visionario». Nicola Fratoianni pone l’accento sull’apertura, rivendicando però come questa sia potuta avvenire a partire dal mantenimento del nucleo di Avs: «Abbiamo visto centinaia di costituenti partire per finire più strette – dice il segretario di Sinistra italiana – Ma per noi conta come rendere più accogliente uno spazio politico, favorire il protagonismo dei molti e delle molte». Ecco allora che il tema non è, come è stato in questi anni, «la ricostruzione della sinistra». Quel dibattito rischia di rimuovere «le cose da fare». «Noi ci siamo concentrati su quali fossero le cose utili per migliorare la vita delle persone e continueremo a fare così – prosegue Fratoianni – Una cosa viene prima: lo stipendio degli italiani, come lo alziamo, e la pace. Questo interessa le persone, del nostro ombelico e di quello degli altri non interessa a nessuno». In serata, Roberto Salis ha partecipato a un brindisi a Casetta rossa, spazio sociale nel quartiere romano di Garbatella e ha ringraziato la comunità che in queste settimane si è unità per liberare Ilaria (che lunedì prossimo compie 40 anni): «Io ho fatto da front man, ma senza di voi non ce l’avrei mai fatta, ha detto a un drappello di attivisti. Siete stati meravigliosi».
«È STATA una sorpresa solo per chi non ci ha osservati crescere in questi anni, ma è solo l’inizio e siamo entusiasti di essere in cammino» dice il deputato torinese Marco Grimalde, che evidenzia il dato di Avs nelle città. «Siamo la terza forza, da Torino (11,71%) a Milano (10,52%) da Roma a Bologna – spiega Grimaldi – Per noi torinesi, vedere una forza di sinistra che raggiunge la doppia cifra in quartieri popolari come Mirafiori, Vallette, Barriera è finalmente una conferma dell’enorme lavoro fatto in città in questi anni, contro ogni vulgata sui radical chic e la sinistra Ztl. E questo successo non è un effetto del non voto perché, contro una generale tendenza astensionistica, i nostri voti assoluti in Italia aumentano di 528 mila rispetto alle ultime politiche». Sottolineando anche il buon risultato presso l’elettorato giovanile Grimaldi auspica «che la politica faccia i conti con le parole che abbiamo continuato a dire senza paura: dalla battaglia di libertà per Ilaria Salis, all’urgenza del cambiamento climatico, all’intollerabilità del lavoro povero, al genocidio in atto a Gaza»