Domande tante, risposte poche. Nel frattempo le cantine di Faenza sono tornate ad allagarsi, le strade sono colme di rifiuti e il futuro del ponte delle Grazie resta un’incognita a livello di tempistiche. I cittadini del comitato di vicinato solidale del Borgo, realtà nata già dopo la prima alluvione, escono dall’incontro di lunedì sera con l’Amministrazione con molte perplessità. L’assemblea ha visto circa 300 partecipanti ed è stata la prima occasione di dialogo diretto tra i cittadini e la giunta a cui sono state poste 12 domande: dal ripristino degli argini alle modalità dei rimborsi fino alla situazione della rete fognaria. «Purtroppo usciamo da questo incontro con poche certezze – ha detto Marcello Arfelli, uno dei referenti del comitato -. Sicuramente è positivo il fatto che tutta la giunta abbia accettato di partecipare all’assemblea, cosa non scontata visto che in altre realtà non è così. La nostra idea è sempre quella di un dialogo costruttivo con le istituzioni. Ma avremmo voluto che in questa occasione emergessero dati, progetti e iniziative precise che ci facessero guardare con più fiducia il futuro, invece il fatto che l’Amministrazione si sia presentata con una brochure che illustrava i numeri degli interventi messi in atto nell’emergenza ha suonato fin da subito come una posizione unicamente difensiva. Non è stato il massimo. E da lì di risposte alle nostre domande ne sono arrivate poche ed evasive».
Il comitato: “Ci vuole un cambio di passo o cambieremo interlocutori”
Ad acutizzare le tensioni tra i residenti è stato anche l’acquazzone della scorsa settimana, che ha portato a nuovi allagamenti in cantine, piani terra e strade. «Il problema delle fogne in Borgo è concreto – sottolinea Arfelli – e lo abbiamo toccato nuovamente con mano in via Pellico, via Ragazzini, via D’Azeglio. Servono risposte e cronogrammi certi, che l’Amministrazione lunedì scorso non ha dato. Si è parlato sempre in via ipotetica: “sulle fognature i lavori dovrebbero partire a settembre”, ma a noi servono certezze, perché l’autunno è alle porte». Il comitato vorrebbe dunque un’Amministrazione più forte e decisa nel tutelare i cittadini in questa fase, specie nei confronti dei servizi di Hera. «Se non sarà così, il comitato valuterà di prendere altre strade e interfacciarsi con altri interlocutori, perché noi abbiamo bisogno di una voce forte che ci rappresenti», commenta Arfelli.
Al centro dei disagi: il sistema fognario, gli argini, il ponte delle Grazie, la situazione rifiuti
Ricostruirsi una vita significa anche riportare decoro nel quartiere. Cosa che in questo momento non c’è. «Nelle vie ci sono polvere e montagne di rifiuti. Prima dell’alluvione i mezzi di Hera venivano a pulire le strade, ora dove sono finiti? È evidente che la situazione sia critica. Eppure è sembrato quasi che la giunta non si accorga di questi aspetti». Non convincono i tempi di ricostruzione del ponte delle Grazie ed è stato citato da più fonti come, in via provvisoria, si può costruire un ponte bailey che dopo la guerra venne costruito in soli tre mesi. «Durante l’assemblea – prosegue Arfelli – si è avuta sempre la percezione che, mentre noi cittadini parlavamo di vivere una situazione straordinaria, l’Amministrazione trattasse tutto come una situazione ordinaria. Viaggiamo a due diverse velocità. È il caso del ponte delle Grazie, le tempistiche per risolvere la situazione non possono essere quelle ordinarie». Ulteriori temi affrontati sono stati quelli degli argini e dei progetti urbanistici da rivedere per garantire la sicurezza del quartiere, con proposte emerse dai cittadini stessi. Il comitato si prenderà altri dieci giorni per riflettere su questo primo incontro, poi parteciperà martedì 25 luglio al campo sportivo di Santa Maria Maddalena all’incontro di costituzione del secondo comitato del Borgo, che fa capo più all’area di via Lesi-De Gasperi.
Samuele Marchi