UCRAINA. Donbass a ferro e fuoco, i vertici ucraini chiedono i missili a lunga gittata per resistere. Zelensky ospite d’onore al summit Nato? C’è il timore che il protrarsi del conflitto, con il rischio di un calo di attenzione, giochi a favore del Cremlino
10 giugno, gli effetti dei bombardamenti russi a Avdiivka, nell’oblast di Donetsk -
Polizia ucraina/Ansa
«Ora è una guerra di artiglieria, tutto dipende da ciò che l’Occidente ci fornisce». Si è espresso così Vadym Skibitsky, vice-capo dell’intelligence militare ucraina, in un’intervista al quotidiano inglese The Guardian. Secondo Skibitsky, nonostante le ingenti forniture di armamenti ricevute dall’inizio della guerra, al momento l’esercito ucraino avrebbe a disposizione un pezzo di artiglieria a fronte di 10-15 pezzi russi.
Inoltre, sulla stessa linea del suo governo, il funzionario di Kiev ha insistito sull’importanza dei sistemi missilistici a lungo raggio che permetterebbero alle truppe ucraine di distruggere l’artiglieria russa da lontano senza rischiare uomini e mezzi.
LE DICHIARAZIONI di Skibitsky sembrano frutto di indicazioni programmatiche più che di un’elaborazione personale in quanto, sempre ieri, Associated Press ha riportato che alcuni funzionari governativi di Kiev hanno espresso il timore che lo spettro della «stanchezza da guerra» possa erodere la determinazione dell’Occidente ad aiutare il Paese a respingere l’aggressione di Mosca.
Fino a oggi i paesi della Nato con gli Usa in testa hanno rifornito gli arsenali ucraini per miliardi di dollari e anche dal punto di vista mediatico l’Occidente si è mosso con una voce quasi univoca. Alle soglie del quarto mese di guerra, tuttavia, si fa spazio la possibilità che Mosca possa scegliere di prolungare intenzionalmente il conflitto per approfittare del probabile calo di interesse da parte degli alleati di Kiev e riuscire a imporre un “cessate il fuoco” alle proprie condizioni.
Vadym Skibitsky, intelligence militare
Ora la guerra è diventata una questione di artiglieria, tutto dipende da ciò che l’Occidente ci fornisce
L’Ucraina non può d’altro canto continuare a perdere un numero così alto di soldati per molto tempo, così come hanno confermato lo stato maggiore di Kiev e il presidente Zelensky stesso. La difesa del Donbass sta costando molto cara in termini di vite umane e, sebbene i russi abbiano dimostrato ancora una volta di avere seri problemi tattici, in un conflitto prolungato i numeri contano eccome.
LA POSSIBILITÀ DI FAR RUOTARE le truppe al fronte e di stanziare continuamente uomini freschi è un’arma in più del Cremlino e, forse anche per questo, Putin sembra non avere nessuna fretta di sedersi al tavolo dei negoziati. Anche perché nell’est dell’Ucraina il suo esercito continua ad avanzare. Lentamente, certo, ma senza concedere riposo ai difensori. Ieri, secondo lo stato maggiore ucraino, le forze russe sarebbero riuscite a occupare nuovi territori nei pressi di Komyshuvakha, un villaggio vicino alla città di Popasna (Lugansk), e nel villaggio di Roty (Donetsk).
Inoltre, i tentativi di oltrepassare il fiume Seversky Donets non sono affatto cessati. Si consideri che, per insidiare via terra la città di Slovjansk, riuscire a stabilire una testa di ponte oltre il fiume è una condizione indispensabile, a meno che non si voglia aggirare l’ostacolo e risalire da sud.
Per questo, stando all’informativa del ministero della Difesa ucraina e ad alcuni analisti internazionali, a breve si potrebbe assistere a nuovi assalti nella zona di Raihorodok o nei villaggi limitrofi alla periferia nord-orientale di Slovjansk. Nelle ultime 24 ore la cittadina di Avdiivka, a pochi chilometri dalla linea del fronte, ha subito nuovi pesanti bombardamenti e almeno 2 persone sono rimaste uccise.
ANCHE NELLE REGIONI di Dnipro e Kharkiv gli attacchi non sono cessati e nella sola giornata di ieri si registrano almeno 8 morti, tra cui un bambino di 12 anni, e oltre 25 feriti. In particolare, il distretto di Kryvyi Rih sarebbe diventato oggetto di bombardamenti costanti, come riportato dal governatore dell’oblast di Dnipropetrovsk, Valentyn Reznichenko. Non è ancora chiaro se i russi tenteranno effettivamente un’avanzata in direzione della città natale del presidente Zelensky, ma i funzionari ucraini della zona ne sembrano convinti.
Nelle regioni di Kherson e Zaporizhzhia, secondo quanto dichiarato alla testata Suspilne dalla vice-premier ucraina Iryna Vereshchuk, le forze russe starebbero bloccando i civili che intendono abbandonare i territori occupati, «mentendo vergognosamente» sul fatto che in realtà questi non vogliano fuggire.
AL PROSSIMO SUMMIT della Nato il 28 e 29 giugno ad ogni modo si parlerà proprio di Ucraina e, molto probabilmente, Volodymyr Zelensky sarà l’ospite d’onore. A tale proposito, il vice-segretario generale dell’Alleanza Atlantica, Mircea Geoana, ha dichiarato che in quella sede «ci si aspetta che la Nato prenda una decisione sull’Ucraina».