Per la politologa Nadia Urbinati, presidenzialismo e autonomia snaturano l'assetto istituzionale. Serve una grande mobilitazione per fermarli
Quella voluta dalla maggioranza e dal governo è una riforma scellerata, che frantumerebbe il Paese, che cambierebbe la natura della nostra democrazia da parlamentare a plebiscitaria. E che sposterebbe la sovranità dal popolo all’esecutivo. È questo il cuore della riflessione della politologa Nadia Urbinati, che sostiene la necessità di una cittadinanza attiva e responsabile per evitare lo scempio della Costituzione.
Uno degli obiettivi del governo è portare a casa una riforma della Costituzione fondata su due tasselli che sembrano quasi uno scambio, presidenzialismo e autonomia differenziata. Il nostro Paese ha davvero bisogno di queste riforme?
No, non ne ha bisogno. È evidentemente a questo proposito che la destra al potere usa la discussione sulle riforme, anche per deviare dai problemi che incontra nella politica ordinaria. Sarebbe meglio che s'impegnasse a
Leggi tutto: Una riforma monocratica e plebiscitaria - di Roberta Lisi
Commenta (0 Commenti)Alla presidente del Consiglio manca una parola. Nell’anniversario della strage di Bologna, Mattarella ricorda «la matrice neofascista accertata nei processi», poi persino La Russa e Fontana fanno lo sforzo. Ma Meloni no: si ferma a «terrorismo» e i suoi riprovano con la pista palestinese
OMISSIS. Nel suo primo 2 agosto da premier, la postmissina evita di citare la matrice della bomba di Bologna. Dal Quirinale dichiarazione netta
La manifestazione a Bologna in ricordo della strage - Ansa
La parola che manca è un aggettivo: neofascista. Diventa la discriminante di questo primo 2 agosto, anniversario della strage di Bologna, del governo retto da una presidente del consiglio che viene dalla storia del Movimento sociale italiano.
LEI, GIORGIA Meloni, non la pronuncia. Utilizza una formula generica per ricordare l’attentato più grave della storia della Repubblica. «Il 2 agosto 1980 il terrorismo ha sferrato all’Italia e al suo popolo uno dei suoi colpi più feroci – recita il suo messaggio – Sono trascorsi 43 anni ma, nel cuore e nella coscienza della nazione, risuona ancora con tutta la sua forza la violenza di quella terribile esplosione, che disintegrò la stazione di Bologna e uccise 85 persone e ne ferì oltre duecento».
Poi introduce la seconda variabile linguistica della giornata, il concetto di «verità». Per la presidente del consiglio, «giungere alla verità sulle stragi che hanno segnato l’Italia nel dopoguerra passa anche dal mettere a disposizione della ricerca storica il più ampio patrimonio documentale e informativo. Questo governo, fin dal suo insediamento, ha accelerato e velocizzato il versamento degli atti declassificati all’Archivio centrale dello stato e li ha resi più facilmente consultabili, completando quella desecretazione che era stata avviata dai governi precedenti».
L’operazione si propone di sganciare la strage di Bologna dalla storia dell’estrema destra e da
Leggi tutto: A Meloni manca la parola. Mattarella: «Strage neofascista» - di Giuliano Santoro
Commenta (0 Commenti)IL CASO. Il servizio studi della Camera smentisce il governo: «Per le misure definanziate mancano le coperture». Il ministro delegato al Sacro Graal dell'economia italiana - il Pnrr - Raffaele Fitto: «Si va avanti». Ma il sindaco di Bari, presidente dell'Anci, Antonio Decaro: "Sono stati tolti ai Comuni 13 miliardi del Pnrr e non capiamo perché. Sugli asili nido abbiamo impegnato il 92,4% delle risorse". Dal veneto si fanno sentire anche i leghisti con Luca Zaia: " «Siamo preoccupati. Non si fa più credito a nessuno"
Raffaele Fitto, ministro delegato al "Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza" (Pnrr) - Ansa
Ammesso, e non concesso, che abbia ragione Raffaele Fitto, ministro al Sacro Graal dell’economia italiana – il «Piano nazionale di ripresa e resilienza» (Pnrr) – qualcuno al governo dovrà pur ammettere che annunciare una specie di partita di giro da 15,9 miliardi di euro dal Pnrr a un altro misterioso fondo chiamato «RepowerEU» non è stata una grande trovata politica.
L’ANNUNCIO DEL GOVERNO non è stato tempestivo, considerata l’attualità. Mentre si moltiplicano i disastri climatici su territori alluvionati, desertificati e incendiati, spostare altrove i soldi contro il dissesto idrogeologico non è opportuno. Anche perché da giorni opposizioni e media dominanti stanno dicendo che le opere sono state «definanziate».
QUI INVECE all’orizzonte c’è un altro problema da pochi considerato: non è che i soldi in questione sono difficilmente impiegabili?. Perché non ci sono i tempi, le capacità, o il Pnrr è stato costruito in maniera sbagliata? In fondo, ad oggi, qualsiasi deduzione è lecita. Esiste un fondo di irrazionalità burocratica che non permette al Piano dei piani che salverà l’Italia di spiegare come, se e quando riuscirà nell’impresa. L’espressione affaticata di Fitto ieri era programmatica.
LE RASSICURAZIONI DI FITTO sono state
Commenta (0 Commenti)REDDITO. Non si capisce per quale motivo chi viene privato delle minime forme di sostegno non dovrebbe protestare quando per anni la destra ha fiancheggiato le teorie più bislacche, inventato emergenze ad hoc, costruito nemici alla bisogna
L’ultimo spauracchio bipartisan, coltivato in anni di demonizzazione del conflitto sociale e riduzione a talk-show del confronto politico, è «la piazza». I politici di destra e troppo spesso i loro colleghi di centrosinistra lanciano l’allarme di fronte alle scelte anti-sociali del governo: «Attenti, se continuate così vi ritrovate la gente in piazza!». Ma non si capisce per quale motivo chi soffre la crisi e viene privato delle minime forme di sostegno non dovrebbe protestare quando per anni la destra ha fiancheggiato le teorie più bislacche (i No Vax), inventato emergenze ad hoc (la sicurezza), costruito nemici alla bisogna (l’allarme immigrazione).
L’opposizione dovrebbe riconoscere lo scenario nuovo. Sia chiaro, Meloni ha ancora bisogno del rumore di fondo del negazionismo, del razzismo e del trumpismo all’italiana. È un fuoco di sbarramento che le consente di
Leggi tutto: La paura bipartisan delle piazze - di Giuliano Santoro
Commenta (0 Commenti)Quasi 170mila famiglie non riceveranno più il Rdc. L'allarme della Fp Cgil: "Atto sbagliato che colpisce i più deboli e il personale degli enti locali"
"Il governo ha deciso di lasciare senza reddito 169 mila famiglie e di scaricare gli effetti di questa scelta sul personale, in particolare sui servizi già molto in difficoltà, degli enti locali. Si tratta di un atto profondamente sbagliato. Soprattutto nel Meridione si rischia letteralmente l'esplosione di una bomba sociale". Lo scrive in una nota la Funzione pubblica Cgil commentando lo stop al reddito di cittadinanza.
Ad oggi - si legge - gli assistenti sociali che mancano, secondo una nostra elaborazione, sono almeno 15.000, sui 30mila totali che sarebbero necessari. Una scopertura che si attesta, dunque, intorno al 50%. Da oggi al 2030 il personale complessivo dei servizi sociali diminuirà di 10.000 unità, compresi amministrativi, psicologi, educatori e altre figure. Le risorse finalizzate alle assunzioni ci sono, ma sono stati spesi solo il 40% degli stanziamenti messi a disposizione degli ambiti territoriali sociali per raggiungere il Livello essenziale di prestazioni sociali (Leps) di un assistente sociale ogni 5.000 abitanti, con enormi differenze territoriali, secondo i dati del ministero del lavoro".
Secondo la Fp nelle regioni del sud si partiva con criticità maggiori ma i fondi messi a disposizione sono stati spesi meno proprio in quelle regioni che avevano ancor più bisogno di potenziare i servizi. Anche per questo ribadiamo la necessità di investire un Piano straordinario per l'occupazione pubblica che metta in sicurezza i servizi pubblici e garantisca le risposte ai cittadini"
DESTRA ASOCIALE. Il «padre» del Reddito di cittadinanza: il governo cancella l’unico sussidio esistente a 600 mila persone. E si tagliano 4 miliardi. Oltre ai 250 mila di venerdì, dal 2024 altri 350 mila perderanno ogni tutela. E la «presa in carico» promessa è una presa in giro
Una manifestazione per chiedere un reddito universale - Foto LaPresse
Pasquale Tridico, ex presidente Inps e padre del Reddito di cittadinanza. Venerdì l’Inps ha comunicato a 169 mila nuclei familiari la fine del sussidio. Cosa ha provato?
Un sentimento contrastante. Mi aspettavo che accadesse, la legge parlava chiaro: alla scadenza dei 7 mesi del 2023 il Reddito di cittadinanza finisce per i cosiddetti occupabili. Quindi l’Inps ha fatto quello che doveva fare, comunicando alle persone che sarebbe stato l’ultimo mese. Detto questo, mi ero augurato che da parte del governo ci fosse un ravvedimento perché nel frattempo la crisi economica morde e l’inflazione è da profitti: favorisce i ricchi e penalizza i meno abbienti, come confermano Bce e Fmi. Di questo, personalmente, mi dispiaccio moltissimo, è un colpo al cuore perché sono intimamente convinto della giustezza della misura: il Reddito di cittadinanza è uno strumento di lotta alla povertà moderno e funzionale. Tanto è vero che l’Unione europea ha chiesto a tutti i paesi di creare un «salario minimo» senza prevedere esenzioni, come invece ha fatto il governo Meloni, distinguendo
Leggi tutto: Tridico: «Meloni fa una cinica guerra ai poveri» - di Massimo Franchi
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