Una manifestazione per chiedere un reddito universale - Foto LaPresse
Oramai con la tecnologia si può comunicare tutto con facilità. Anche le notizie più gravi. Con un sms parecchie aziende in questi ultimi anni hanno annunciato ai loro lavoratori l’improvviso licenziamento, ieri l’Inps ha comunicato a 169 mila famiglie italiane la fine del Reddito di cittadinanza. Perché il governo le considera «occupabili». Come dovrebbero trovare lavoro però è ancora un rebus. Irrisolto dal governo.
L’INVIO DELL’ULTIMA RATA dell’assegno per il Reddito o la pensione di cittadinanza è stata l’occasione per comunicare la sospensione del sussidio da agosto, decisa dal governo.
Il messaggino è arrivato a chi è in nuclei familiari nei quali non ci sono componenti disabili, minori o over 65, come prevede la nuova normativa definita nell’ultima manovra bilancio e poi definita dal decreto Lavoro della ministra Marina Calderone.
Queste famiglie potranno ricevere «350 euro al mese come Supporto alla formazione al lavoro attraverso gli sportelli dei Centri per l’impiego e l’Inps». Per il resto si attende il nuovo Assegno di inclusione che riguarderà sempre chi ha minori, anziani o disabili in casa. Ma la misura sarà attivata dal primo gennaio 2024. Il governo, per ultima cosa, si è inventato una nuova Social Card di «buono spesa» da 380 euro con distinzioni perfino sui
Leggi tutto: Un sms per l’addio al Reddito: 169 mila famiglie senza aiuti - di Nina Valoti
Commenta (0 Commenti)CLIMA. Appello del Nobel Parisi e 100 scienziati: basta dire maltempo, è cambiamento climatico. Mattarella: «Appaiono sorprendenti tante discussioni sulla fondatezza dei rischi, sul livello dell’allarme, sul grado di preoccupazione che è giusto avere»
Le fiamme raggiungono il villaggio di Gennadi, in Grecia - foto Ap
Quello che riceve il «ventaglio» dai cronisti della stampa parlamentare per il tradizionale appuntamento di fine stagione non sembra il solito Mattarella. Quando parla di ambiente, il capo dello Stato appare proiettato più che mai sulle azioni da intraprendere. «Occorre assumere la consapevolezza che siamo in ritardo» dice ai giornalisti. «Occorre agire da una parte cercando di incrementare l’impegno per la salvaguardia dell’ambiente e per combattere le cause del cambiamento climatico: sappiamo che sarà un impegno difficile su scala globale i cui effetti vedremo nel tempo. Dall’altro lato – prosegue – è necessario operare per contenere già oggi gli effetti dirompenti di questi cambiamenti, predisponendo strumenti nuovi e modalità di protezione dei territori».
IL MATTARELLA in versione «Ultima Generazione» attacca chi sottovaluta la crisi ambientale in atto: «Appaiono sorprendenti» dice «tante discussioni sulla fondatezza dei rischi, sul livello dell’allarme, sul grado di preoccupazione che è giusto avere per la realtà che stiamo sperimentando». È (anche) una frecciata a
Leggi tutto: Clima, Quirinale anti-negazionista: «Agire, non discutere ancora» - di Andrea Capocci
Commenta (0 Commenti)Rapporto sui media di Greenpeace: il 20% delle news su giornali, tg e social è un megafono anti-climatico
Palermo, l’intervento dei vigili del fuoco nella zona dell’areoporto - Ansa
Lunedì, mentre Catania si apprestava a restare senz’energia elettrica e senz’acqua, l’ex senatore leghista Simone Pillon su Twitter pubblicava una piccola mecedonia di negazionismo climatico: «100 contro 1 che il 2024 sarà l’anno più caldo dal Giurassico. Io capisco che vogliate vendere auto elettriche e svalutare il patrimonio immobiliare, ma state esagerando. In Italia a luglio fa caldo, ha sempre fatto caldo, e farà ancora caldo. Grazie a Dio». La città aveva raggiunto un picco di 47,6 gradi centigradi, non troppo lontano dal record di 48,8 dell’estate 2021.
EPPURE anche in questa settimana in cui il Paese è stato travolta da un’ondata di calore che dipende dai cambiamenti climatici effetto della nostra civiltà fossile – come spiegava l’analisi del World Wheather Attribution anticipata ieri dal manifesto – c’è chi continua a negare. Vittorio Feltri, intervistato nei giorni scorsi su Rete4 dal compagno della presidente del Consiglio, Andrea Giambruno, ha affermato: «Gli ecologisti sono dei conformisti che parlano di caldo record, ma è sempre stato così a partire dagli anni Ottanta. A me del caldo non interessa, non lo soffro e non sudo nemmeno». Del resto il giornalista lo aveva introdotto così: «La notizia, ammesso che tale sia, è che a luglio fa caldo e probabilmente a dicembre nevicherà, ma secondo gli ambientalisti la colpa è di
Leggi tutto: Negazionisti d’Italia unitevi: quelli che «a luglio fa caldo» - di Luca Martinelli
ELEZIONI SPAGNA. Tirare un sospiro di sollievo per lo scampato pericolo è giusto e naturale. Per alcune ragioni che ci vengono nettamente indicate dall’esito delle elezioni politiche spagnole del 23 luglio
Tirare un sospiro di sollievo per lo scampato pericolo è giusto e naturale. Per alcune ragioni che ci vengono nettamente indicate dall’esito delle elezioni politiche spagnole del 23 luglio. La prima è che esiste ancora una maggioranza di cittadini europei che temono i fascismi e dunque coloro che, nel tempo presente, ne reinterpretano e modernizzano le eredità. La seconda è che il “modello italiano”, per quanto i neofascismi siano stati sdoganati quasi ovunque (tranne in Germania dove, pur traballando, sopravvive l’”arco costituzionale” che esclude Afd) non è così facilmente esportabile in altri contesti dove le sensibilità politiche sono meno ottuse che da noi e meno forti le tradizioni corporative. Il caso italiano, nel bene e nel male, è destinato a rimanere un “caso”.
La terza ragione è che il progetto di
Leggi tutto: L’onda nera non è finita, ma il caso italiano resta isolato - di Marco Bascetta
Si vota in Spagna, l’ultimo grande paese europeo in cui la sinistra governa da sola. I post-franchisti di Vox puntano a entrare nella maggioranza. I progressisti credono nella “remontada”. In gioco c’è anche l’Europa
Le destre trumpiane di Partido popular e Vox sembravano avanti, ma il blocco progressista di Sánchez e Díaz ora grida "Sí se puede
Un poster elettorale del partito PSOE a Madrid - Ansa
Oggi in Spagna si celebrano le elezioni politiche convocate da Pedro Sánchez lo scorso 29 maggio, il giorno dopo la batosta ai partiti del governo di coalizione progressista arrivata dalle elezioni regionali e municipali, in anticipo di pochi mesi sulla scadenza naturale della legislatura. In principio si parlò allora di azzardo del presidente del governo nel convocare anticipatamente l’appuntamento elettorale, ma subito apparve chiaro come fosse l’unico modo possibile per non rimanere preda del continuo dileggio delle destre, tanto più in pieno semestre europeo a guida spagnola, e provare a mobilitare l’elettorato democratico e progressista contro l’apparente irresistibile avanzata delle destre. Se Sanchez abbia centrato l’obiettivo lo si vedrà questa sera al momento dello scrutinio del voto, ma intanto dalla campagna elettorale durata poco meno di un mese, si possono trarre alcune considerazioni.
UNA CAMPAGNA torrida per le alte temperature estive, giocata prevalentemente utilizzando il medium più tradizionale, la televisione, con interviste ai singoli candidati e dibattiti tra gli stessi. È stato Sánchez a imprimere questo ritmo, accedendo a programmi televisivi da sempre ostili al suo esecutivo, nel tentativo di ribaltare la narrazione delle destre. Perché le destre europee hanno imparato da Trump e da Bolsonaro: usano la bugia come strumento della dialettica, parlando alla pancia delle persone che hanno la percezione di non essere
Commenta (0 Commenti)COMMENTI. Con Figliuolo tutto tace. Non piove più, ora incombe la siccità. E la somma destinata dal governo Meloni non copre neanche la metà delle spese previste nella lista di Bonaccini
Le macerie del Ponte della Motta - foto Ansa
Ma dov’è finita la Romagna e la tragica alluvione che ha messo in ginocchio la sua popolazione? Da quando è stato nominato il commissario, il generale Figliuolo, non se ne parla più, non si trova neppure un piccolo trafiletto nelle pagine interne dei giornali, né qualche commento in coda ai telegiornali. Il commissario Figliuolo sembra il classico comandante senza esercito.
L’ultima notizia è che il presidente della regione Bonaccini gli ha consegnato la lunghissima lista dei danni, elaborata dai sindaci delle città colpite, per lo più molte case da rimettere a posto o ricostruire, strade da riparare, argini da rinforzare, casse di espansione in cui laminare le prossime piene, frane da contenere e tanti rimborsi ad agricoltori, allevatori e industrie colpite dalle acque. Da un rapido calcolo i conti però non tornano perché la somma che il governo Meloni ha messo a disposizione di Figliuolo sembra non riesca a coprire neanche la metà delle spese previste in quella lista. A ben guardare non è questo però il problema principale. Ritardi e risorse scarse si sono viste in tutte le ricostruzioni, anzi in alcune fra le più antiche, come quella del terremoto del Belice c’è ancora gente che vive nei container.
É prevedibile quindi che il generale si farà sentire e il governo Meloni troverà altre risorse, così con un po’ di ritardo, la Romagna tornerà quella di prima, un poco inquinata ma fiorente. L’interrogativo che mette ansia è se sarà anche un territorio meno fragile. Ovviamente il governo dirà di si. Questa però è solo propaganda altra cosa è la realtà
Cosa si intende quando si parla di sicurezza, rispetto a cosa la si calcola? Il governo ad esempio esclude
Leggi tutto: La Romagna alluvionata dimenticata e senza fondi - di Massimo Serafini
Commenta (0 Commenti)