Rappresentanza. Ridotto il numero dei parlamentari, se non si completa il percorso secondo gli impegni assunti dall’attuale maggioranza avremmo prodotto danni irreversibili alla nostra democrazia costituzionale e al pluralismo politico
Si sono bruciati i ponti, non c’è più nessuna possibilità di tornare indietro. Ridotto il numero dei parlamentari, se non si completa il percorso secondo gli impegni assunti dall’attuale maggioranza avremmo prodotto danni irreversibili alla nostra democrazia costituzionale e al pluralismo politico.
Per evitare quest’esito è necessario approvare entro brevissimo tempo una legge elettorale rigorosamente proporzionale. Inoltre, prima della fine della legislatura sarà fondamentale rivoluzionare i regolamenti parlamentari. Infine, alcune riforme costituzionali di contorno potranno essere utili, sebbene non saranno decisive.
A queste misure ci si riferiva quando le forze politiche che sostengono l’attuale maggioranza hanno sottoscritto il programma di governo impegnandosi ad approvare «la riduzione del numero dei parlamentari, avviando contestualmente un percorso per incrementare le opportune garanzie costituzionali e di rappresentanza democratica». Al momento della decisione definitiva sulla modifica della composizione delle Camere la «contestualità» ha prodotto unicamente un secondo documento politico in cui viene ribadita la necessità di addivenire in tempi brevi a riforme ulteriori. Basta allora confidare sul rispetto degli impegni presi? Le prime divisioni già affiorano e il cammino sarà più arduo di quel che non si pensi.
Per una ragione di fondo:
Leggi tutto: Bruciati i ponti si salvi il parlamento - di Gaetano Azzariti
Commenta (0 Commenti)Coprire con il biometano almeno il 10% del fabbisogno annuo di gas naturale entro il 2030, chiudendo così il ciclo dei rifiuti urbani e agricoli
Legambiente ha realizzato due video divulgativi sul biometano presentati oggi in anteprima
VIDEO BREVE ->https://youtu.be/G0WmM5B6nX4
VIDEO LUNGO ->https://youtu.be/-DoLVl7fz2U
Una buona pianificazione e il coinvolgimento dei cittadini: sono, per Legambiente, la chiave per lo sviluppo degli impianti a biometano nel nostro Paese, dove dal 2018 è possibile immettere in rete questo combustibile prodotto da rifiuti urbani, scarti agroalimentari, fanghi di depurazione e discariche esaurite. Una scommessa con vantaggi importanti - il biometano nazionale potrebbe coprire in pochi anni il 10% dei nostri consumi di gas.
Lo sviluppo degli impianti a biometano comporta notevoli vantaggi ambientali e consente di affrontare una delle sfide più difficili della decarbonizzazione, quella della mobilità e dei trasporti. Diverse aziende hanno iniziato da tempo a sviluppare mezzi pesanti funzionanti a biometano compresso, migliorando di molto la sostenibilità del trasporto su strada e del trasporto pubblico locale. Ulteriori passi avanti devono, però, essere fatti in questo segmento come in quello del trasporto navale.
Tecnologie, gestione e usi finali del biometano sono stati oggetto dell’incontro organizzato oggi a Bologna dall’associazione ambientalista, con lo scopo di creare un momento di confronto sulla diffusione e sullo sviluppo di questa risorsa in Italia, attraverso l’intervento di attori del settore, istituzioni e portatori d’interesse, al fine di sottolinearne la strategicità e le potenzialità in una prospettiva di decarbonizzazione del settore energetico e dei trasporti.
Due le proposte fondamentali avanzate da Legambiente:
Clima. «Siamo riusciti a far votare integralmente il testo proposto dagli attivisti climatici», afferma la consigliera comunale di opposizione Emily Clancy (Coalizione civica).
(Brisighella boccia la richiesta di dichiarazione di emergenza climatica: "La colpa è del sole")Il comune di Bologna ha approvato una dichiarazione di emergenza climatica ed ecologica con in testa tre ragioni: le richieste del gruppo Exinction Rebellion (Xr); le mobilitazioni dei Fridays For Future; i dati allarmanti su cambiamenti climatici, inquinamento, consumo di suolo e risorse ambientali.
Cosa prevede la dichiarazione?
Innanzitutto è un importante atto simbolico perché lunedì 30 settembre il comune di Bologna ha riconosciuto cosa sta accadendo al pianeta e come ci siamo arrivati. Ci sono poi degli impegni conseguenti che dovranno essere resi effettivi a breve termine. È stata approvata l’istituzione nei prossimi 100 giorni di una road map che definisca cosa fare per tutelare il clima. Nella dichiarazione ci sono alcuni suggerimenti: un piano di rimboschimento delle aree cittadine; incentivi sulla mobilità sostenibile per un trasporto più verde; consumo di suolo zero; efficientamento degli edifici pubblici e incentivi comunali verso quelli privati. Altri due impegni fondamentali sono: sviluppare azioni immediate per diminuire i livelli delle emissioni, con lo scopo di dimezzarle entro il 2025 e portarle allo «zero netto» nel 2030; maggiore diffusione dei dati in possesso del comune e più intensa sensibilizzazione dei cittadini sui temi ambientali.
Si parla anche di assemblee popolari…
Sì, la dichiarazione si ispira a tre principi: giustizia climatica ed ecologica, trasparenza e democrazia partecipativa. Xr chiede l’istituzione di spazi di discussione e indirizzo composti da cittadini informati e tecnici scientifici che possano coadiuvare l’azione
Leggi tutto: Bologna, comune dichiara l’emergenza climatica ed ecologica (Brisighella no....)
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Un nuovo sciopero globale. Mondiale.
Dopo i due grandi scioperi mondiali del 15 marzo e del 24 maggio, la nuova data da segnare sul calendario è il #27settembre.
Anzi, una settimana. Una #climateWeek che comincerà in tutto il mondo il 20 settembre e si concluderà il 27 settembre.
LA RICHIESTA DI ADESIONE E PARTECIPAZIONE del FFF di Faenza
il 27 settembre 2019
-ore 9 corteo studentesco dal Piazzale Pancrazi alla Piazza del Popolo scortato dai vigili.
-ore 9.30 circa, arrivo in piazza del Popolo, ritrovo con altre classi, preparazione cartelloni con materiale di riciclo.
-ore 10 intervento del prof Alberto Bellini, professore di Ingegneria all’Università di Bologna
-Ore 10.30 Testimonianze degli studenti con intervalli musicali
-Ore 12 chiusura
In uno scenario politico/elettorale che forse virerà verso il proporzionale, se «l’intruso» Renzi se ne va dal Pd e tenta di fare un suo partito, è, almeno in parte, nella natura delle cose. Perché sotto un altro punto di vista, la scissione potrebbe essere interpretata soprattutto come conseguenza di un comportamento narcisistico, tipico delle persone di potere incapaci di accettare le proprie sconfitte e di restare «in fila», come si fa di solito in democrazia.
Comunque nella attuale e profonda ristrutturazione del sistema politico, tutti i soggetti vecchi, nuovi e in costruzione, sono in movimento. Adesso si sta smontando un equilibrio che
Leggi tutto: La scissione del piccolo monarca - di Norma Rangeri
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