Ken Loach vince a Cannes, la Boschi decide chi sono i veri partigiani, Eugenio Scalfari affascinato a giorni alterni da Renzi dichiara ufficialmente che voterà No al referendum costituzionale, gli austriaci a un passo dal baratro forse santificano un verde, beh, non c'è che dire, il mondo è un pò pazzo e la speranza è l'ultima a morire!
Commenta (0 Commenti)Le parole d’ordine della propaganda per il Sì al referendum sono smentite dall’analisi del testo delle riforma. Che il presidente del Consiglio fa difendere da un giurista già consigliere di Bossi e tifoso della devolution di Berlusconi
Ha mantenuto la promessa di essere demagogico Matteo Renzi, che ieri a Bergamo ha aperto la campagna elettorale del Sì quando mancano quattordici giorni alle elezioni amministrative e quattro mesi almeno al referendum costituzionale.
La comunicazione è assai ben studiata, si vede la mano del consigliere americano. Il discorso del presidente del Consiglio rimanda ai volantini diffusi dal Pd nei banchetti che raccolgono le firme per il Sì, alle schede sulla riforma pubblicate ieri dall’Unità e al materiale di propaganda diffuso dal sito Bastaunsi. Nel complesso sono tre i punti di attacco.
La riforma semplifica. La formula viene tradotta in altri slogan. «Chi vince governa per cinque anni». Un merito, nel caso, che si dovrebbe attribuire alla legge elettorale. Che, però, malgrado il super premio di maggioranza non può escludere cambi di orientamento dei deputati nel corso della legislatura (quel trasformismo che oggi consente al governo Renzi di andare avanti) e dunque non può impedire crisi di governo. «Basta ping pong delle leggi». Non è così perché i senatori-consiglieri regionali continueranno a votare le leggi (anche quelle costituzionali) e almeno quattro dei sei nuovi e diversi procedimenti legislativi prevedono un passaggio al senato.
La riforma favorisce la partecipazione. È vero il contrario, a partire dal fatto che
Leggi tutto: Riforme, gli slogan falsi di Renzi - Andrea Fabiozzi su il manifesto
Commenta (0 Commenti)Comunicato stampa del Comitato Salviamo la Costituzione di Ravenna
Siamo in buona compagnia Con Roberto Benigni e con Valerio Onida Altro che Casa Pound
www.salviamolacostituzione.ra.it
La nostra forza sta nella partecipazione, nel sostegno che riceviamo dalla cittadinanza, e nel nostro capillare impegno, che continua in tanti diversi luoghi della provincia.
Diamo importanza ai numeri, ma non soltanto ai numeri.
Ci conforta sapere che siamo in buona compagnia, nel nostro quotidiano sforzo di informare e chiedere attenzione.
Roberto Benigni, uno dei pochi “eroi popolari” del nostro tempo, sta informandosi sulla “riforma” e orientandosi verso il NO al referendum costituzionale del prossimo ottobre.
Valerio Onida, presidente emerito della Corte Costituzionale, con il quale abbiamo intensamente collaborato nella campagna referendaria del 2006,
si impegna - e ci impegna - in una argomentata e approfondita valutazione delle ragioni del NO a QUESTA “riforma” costituzionale. In un recente articolo pubblicato su “Il Sole 24 Ore” ( 3 maggio 2016), Onida sottolinea il valore che ogni Costituzione deve avere, e che la nostra ha sicuramente avuto, nella sua origine e nella storia della Repubblica, fino a vent’anni fa: essere espressione di unità.
La Costituzione è tale se è “casa comune”.
Non lo è più se diventa
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da "il manifesto" del
Renzi ci informa che nel giorno del ringraziamento i tacchini sono felici. Gli crediamo sulla parola. E forse, per come sono andate le cose, possiamo accettare anche l’idea che i senatori in carica siano tacchini. Ma che fossero felici nel cancellare il senato, dubitiamo assai. Il lancio della campagna per il sì nel referendum costituzionale ci ha dato un discorso in puro stile renziano, fatto di omissioni, bugie, pubblicità ingannevole, battute.
È omissione celebrare un parlamento che si è messo a correre. Renzi omette di ricordare che ha corso una maggioranza drogata dai numeri posticci di un sistema elettorale fulminato da una dichiarazione di illegittimità costituzionale. Che solo grazie a quei numeri le sue riforme hanno visto la luce. Che una minima decenza costituzionale avrebbe richiesto nuove elezioni con una legge depurata da quelle illegittimità. Che nonostante tutto questo solo il rinforzo dei voltagabbana ha consentito alla fine di radunare per le riforme una maggioranza occasionale e raccogliticcia. Che se anche vincesse il referendum, questo potrebbe consolidare lui nella poltrona di palazzo Chigi, ma non consoliderebbe una Costituzione delegittimata e divisiva per il paese.
È bugia prospettare la riforma come
Leggi tutto: Il discorso dei senatori tacchini - di Massimo Villone
Commenta (0 Commenti)Per la prima volta nella storia d’Italia l’aspettativa di vita degli italiani è in calo.
Lo afferma il rapporto Osservasalute presentato nei giorni scorsi; ma subito si affretta a dire che è legato ad una riduzione della prevenzione.
Aumentate del 16 per cento le morti sul lavoro nel 2015. Nei giorni scorsi l'Inail aveva lanciato l'allarme sull'abuso dei voucher, utilizzati per coprire l’infortunio e nascondere il lavoro in nero.
Ma subito il Tg1 si è affrettato a dire che nei primi 4 mesi del 2016 invece sono diminuiti: come se fosse un dato significativo. Non aveva certo fatto lo stesso nei primi 4 mesi del 2015!
L’ottimismo propagandistico di ispirazione renziana impedisce ai giornalisti di guardare in faccia la realtà: magari, così, solo in via di ipotesi, si potrebbe anche pensare che la crisi economica che si è voluto colpisse soprattutto, se non esclusivamente i più deboli, ha indotto un po’ di anziani a rinunciare a visite ed esami o addirittura a medicinali i cui ticket erano aumentati, o per i quali hanno perduto l’esenzione.
Oppure ipotizzare che i lavoratori hanno cominciato ad accettare condizioni peggiori sui luoghi di lavoro perché oramai anche per il governo il sindacato è inutile, quando non addirittura un nemico?
Dico così, magari appunto solo come ipotesi. E no, sarebbe troppo e comporterebbe una qualche responsabilità del governo. Allegria! Allegria! che con l’ottimismo si esce dalla crisi
Non sono passati più di tre giorni dalla rivendicazione da parte di Renzi dell’astensionismo nel referendum sulle trivellazioni (“referendum inutile”, come certamente hanno capito gli abitanti di Genova), che il governo e il Pd compiono l’ulteriore atto di disprezzo della volontà popolare.
Il tema questa volta è l’acqua e la legge d’iniziativa popolare, presentata dai movimenti nove anni fa, dopo aver raccolto oltre 400.000 firme. Una legge dimenticata nei cassetti delle commissioni parlamentari fino alla sua decadenza e ripresentata, aggiornata, in questa legislatura dall’intergruppo parlamentare in accordo con il Forum italiano dei movimenti per l’acqua.
La legge è stata approvata ieri alla Camera, fra le contestazioni dei movimenti e dei deputati di M5S e SI, dopo che il suo testo è stato letteralmente stravolto dagli