5 Stelle Intervista a Riccardo Ricciardi, capogruppo del Movimento 5 Stelle alla camera
Riccardo Ricciardi, capogruppo del Movimento 5 Stelle alla camera, si prepara a ospitare la proiezione del film premio Oscar No Other Land negli spazi di Montecitorio: l’evento è previsto per questa mattina. «Non è più tempo di limitarsi a esprimere preoccupazione per ciò che avviene a Gaza e in Cisgiordania – spiega – È tempo di alzare la voce e far sentire tutta l’indignazione possibile»
Cosa avrebbe dovuto fare la politica in questi mesi di massacri?
Le maggiori responsabilità sono del governo. Avrebbero dovuto riconoscere lo stato di Palestina, sarebbe stato un segnale. Noi abbiamo portato più volte questo impegno in aula ma la nostra proposta è sempre stata bocciata dalla maggioranza. Il governo non ha detto nulla di fronte ai crimini di guerra, anzi sono andati a stringere la mano a Netanyahu, come ha fatto Salvini. E poi hanno scelto di astenersi all’Onu. Noi abbiamo proposto sanzioni anche per l’azione dei coloni in Cisgiordania, abbiamo chiesto di ritirare il nostro ambasciatore e abbiamo rivendicato la necessità del controllo sulla vendita delle armi a Israele.
Nel frattempo, sulla scena globale si è verificata l’irruzione di Donald Trump.
In maniera evidente, su Gaza, Trump sta continuano con maggior vigore ad avallare ciò che aveva fatto Biden, con cose orrende come il video sulla striscia divenuta centro balneare.
E cosa è cambiato con Trump per la dialettica politica interna?
È cambiata qualcosa per chi vuole riequilibrarsi a seconda di quello che fanno altri paesi. Ma per chi, come noi, guarda a interessi dell’Italia e dell’Europa, non muta molto. Non cambia molto per chi non subisce l’influenzata del voto in altri paesi e non cambia le proprie posizioni in politica estera a seconda di chi vince le elezioni.
Si riferisce a governo? Pensa che abbia da perdere o da guadagnare dalla situazione attuale?
Il governo ne esce più debole, perché hanno spinto la linea del riarmo fino a oggi. Gli si ritorcerà contro: le persone non vogliono il riarmo e non possiamo credere alla narrazione secondo la quale siamo di fronte alla guerra imminente e dunque bisogna attrezzarsi.
Di questo parla la manifestazione nazionale di Roma del prossimo 5 aprile. Sta diventando qualcosa di più di una manifestazione di partito.
Lo spirito è quello di sempre: parlare con cittadini. E le tante adesioni ci stanno testimoniando che è la scelta giusta. Siamo di fronte a una svolta storica che riguarda la popolazione europea e le future generazioni. Tutto ciò non può essere una battaglia di partito, deve essere l’inizio di una mobilitazione anche generazionale. Riguarda soprattutto i giovani, al di là delle appartenenze di partito.
Cosa cambierà dal giorno successivo nei rapporti tra le forze che si oppongono alla destra?
Per noi sarà più facile convergere con il tessuto sociale di questo paese. Questo è importante: aprirsi e connettersi a forze che ci sono e che sono fuori dal parlamento: associazioni, sindacati, studenti. Dobbiamo pensare soprattutto a questo. Poi le scelte dei singoli partiti si vedranno.
Dovrete fare i conti con il Pd: in base ai numeri è il perno della coalizione che sfiderà Meloni.
Sicuramente. Ma data importanza del tema di cui parliamo, noi cerchiamo di andare oltre il perimetro delle coalizioni. Non stiamo sottoscrivendo una mozione: stiamo chiamando alla mobilitazione collettiva. Il Pd, come dicevo, sicuramente farà le sue scelte su come proseguire. Per noi è molto chiaro come farlo.
Pensa che l’altro giorno Calenda abbia parlato a Meloni affinché il Pd, o almeno una parte di esso, intendesse?
Calenda ha detto quello che vorrebbe: cancellare il M5S. È quello che vorrebbero anche Meloni e buona parte dell’establishment di questo paese. È stato onesto nel dirlo, noi siamo consapevoli che vogliono cancellarci. È l’operazione che cercano di fare da quando Conte era al governo: siamo fumo negli occhi per una grossa fetta dei poteri forti. Calenda ne è una rappresentazione e lo ha detto lui stesso, anche con molta chiarezza.
Tutto ciò vi fa gioco?
Trovo ripugnante che un esponente politico dica di voler cancellare un altro partito. Ma diciamo che quella immagine con Calenda, Meloni, Crosetto e Picierno che si scambiano sorrisi è emblematica: è l’immagine del partito del riarmo.