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Governare contro Ci sono molti motivi per cui il governo in carica avrebbe fatto bene a convocare un vertice straordinario l’antivigilia di Natale. Dal crollo della produzione industriale alla dinamica negativa dei […]

L'intervento della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in occasione del comizio del centrodestra a Bologna a sostegno della candidata presidente dell'Emilia Romagna Elena Ugolini - foto Max Cavallari/Ansa Giorgia Meloni in occasione del comizio del centrodestra a Bologna a sostegno della candidata presidente dell'Emilia Romagna – Max Cavallari/Ansa

Ci sono molti motivi per cui il governo in carica avrebbe fatto bene a convocare un vertice straordinario l’antivigilia di Natale.

Dal crollo della produzione industriale alla dinamica negativa dei salari, dall’aumento della povertà assoluta al disastro della sanità pubblica al record di analfabetismo funzionale tra i paesi industrializzati, non c’è ricerca né dato di esperienza che in questa fine d’anno non stia fotografando i problemi drammatici e urgenti del nostro paese.

Ma non è di questi problemi che si sono occupati Meloni e i suoi ministri. Anteponendo ancora la propaganda al governo, sono tornati sui centri di deportazione e detenzione dei migranti in Albania.

Un crudele pasticcio che dura da mesi e che non ha prodotto nulla se non sofferenza per qualche decina di migranti, traghettati avanti e indietro dalle celle d’oltremare, e lo spreco di denaro pubblico. Il vertice di ieri dice che il governo intende perseverare nel fallimento.

La formula alla quale si affida Meloni e che è riuscita a imporre in un vertice informale a margine dell’ultimo Consiglio europeo è «soluzioni innovative». Per comprenderne il senso bisogna riferire l’innovazione all’oggetto giusto, che non è l’immigrazione ma il diritto europeo. Le soluzioni che ha in mente Meloni e che sperimenta in Albania sono fuori dal diritto europeo. Contro il quale, infatti, sono andate a cozzare nel giudizio dei tribunali italiani che hanno annullato le «innovazioni» e ordinato il rapido ritorno dei migranti dall’Albania. «Soluzioni innovative» vuol dire soluzioni illegali. Almeno al momento, perché è chiaro che la nuova maggioranza che sostiene von der Leyen così come un numero crescente di paesi europei non vedono l’ora di cambiare in peggio le regole sull’asilo e sui rimpatri.

Nel frattempo il governo italiano vuole portarsi avanti, vertice dopo vertice, decreto dopo decreto, ormai dichiaratamente provando ad aggirare i vincoli del diritto costituzionale e comunitario. E se non basta ancora, allora si «innova» nel racconto dei fatti – del resto Trump non ha insegnato che le falsità sono solo «fatti alternativi»?

«Innovativa» è la lettura che propone il governo della sentenza della Cassazione in materia di protezione internazionale. La Corte ha chiarito che spetta ai giudici, quando devono giudicare sul diniego dell’asilo, valutare l’effettivo grado di sicurezza di uno stato estero anche se il governo lo ha qualificato come «sicuro». Naturalmente la Corte ha ribadito l’ovvio, e cioè che la valutazione deve avvenire sulla base di specifiche circostanze, che la compilazione della lista dei paesi sicuri spetta all’autorità politica e che le ordinanze dei giudici, anche quando sfavorevoli al governo, non cancellano la lista.

Su questo ovvio il governo ha costruito un racconto falso per il quale i giudici di Cassazione gli avrebbero dato ragione. E persevera. Anche perché l’assoluzione di Salvini a Palermo riporta di attualità la competizione tra il leghista e la presidente del Consiglio su chi è più bravo a «difendere i confini», cioè chi è più feroce con i migranti. Una concorrenza che si gioca sulla pelle di un numero relativamente molto ridotto di uomini, donne e bambini sofferenti e in fuga e che dunque non può servire neanche in astratto ad affrontare il tema delle migrazioni.

Serve alla propaganda, serve giorno dopo giorno a indebolire la presa dei principi fondamentali e la tenuta dello stato di diritto. Perché questo accade, alla lunga, quando è il potere costituito a prendere a spallate le leggi superiori che regolano la convivenza civile. Non si chiama innovazione, si chiama eversione.