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“L’Italia riparte. Dati sorprendenti: 79 mila contratti a tempo indeterminato in più, il lavoro stabile cresce a doppia cifra. E’ un bollino sul Jobs Act”. È di pochi giorni fa l’annuncio trionfale di Renzi e Poletti.
Poi arrivano i dati dell’Istat: nell’ultimo mese la disoccupazione giovanile ha toccato il livello più alto mai raggiunto, il 42,6% (era al 41,3 nel dicembre scorso) e il dato generale è ora a quota 12,7%, proprio mentre sta scendendo in tutta l’Eurozona. La stessa Confindustria è alquanto più cauta: “Ci risultano essere 45 mila, non 79 mila”. E sono in gran parte l’effetto della trasformazione di posti di lavoro già esistenti per cogliere i vantaggi della decontribuzione - pagata coi soldi di tutti - non di nuovo lavoro.
Non c’è niente da fare: quando le chiacchiere si scontrano coi dati reali, ad averla vinta sono sempre i numeri.