Da la Repubblica del 29 giugno 2015
di Barbara Spinelli e Étienne Balibar
Caro direttore, chiediamo ai tre creditori della Grecia (Commissione, Banca centrale europea, Fondo Monetario internazionale) se sanno quello che fanno, quando applicano alla Grecia un’ennesima terapia dell’austerità e giudicano irricevibile ogni controproposta proveniente da Atene. Se sanno che la Grecia già dal 2009 è sottoposta a un accanimento terapeutico che ha ridotto i suoi salari del 37%, le pensioni in molti casi del 48%, il numero degli impiegati statali del 30%, la spesa per i consumi del 33%, il reddito complessivo del 27%, mentre la disoccupazione è salita al 27% e il debito pubblico al 180% del Pil.
Al di là di queste cifre, chiediamo loro se conoscono l’Europa che pretendono di difendere, quando invece fanno di tutto per disgregarla definitivamente, deturparne la vocazione, e seminare ripugnanza nei suoi popoli.
Ricordiamo loro che l’unità europea non è nata per favorire in prima linea la governabilità economica, e ancor meno per diventare un incubo contabile e cader preda di economisti che hanno sbagliato tutti i calcoli. È nata per opporre la democrazia costituzionale alle dittature che nel passato avevano spezzato l’Europa, e per creare fra le sue società una convivenza solidale che non avrebbe più permesso alla povertà di dividere il continente e precipitarlo nella disperazione sociale e nelle guerre. La cosiddetta governance economica non può esser vista come sola priorità, a meno di non frantumare il disegno politico europeo alle radici. Non può calpestare la volontà democratica espressa dai cittadini sovrani in regolari elezioni, umiliando un paese membro in difficoltà e giocando con il suo futuro.
La resistenza del governo Tsipras alle nuove misure di austerità — unitamente alla proposta di indire su di esse un referendum nazionale — è la risposta al colpo di Stato postmoderno che le istituzioni europee e il Fondo Monetario stanno sperimentando oggi nei confronti della Grecia, domani verso altri Paesi membri.
Chiediamo al Fondo Monetario di smettere l’atteggiamento di malevola indifferenza democratica che caratterizza le sue ultime mosse, e di non gettare nel dimenticatoio il senso di responsabilità mostrato nel dopoguerra con gli accordi di Bretton Woods. Ma è soprattutto alle due istituzioni europee che fanno parte della trojka — Commissione e Banca centrale europea — che vorremmo ricordare il loro compito, che non coincide con le mansioni del Fmi ed è quello di rappresentare non gli Stati più forti e nemmeno una maggioranza di Stati, ma l’Unione nella sua interezza.
Chiediamo infine che il negoziato sia tolto una volta per tutte dalle mani dei tecnocrati che l’hanno fin qui condotto, per essere restituito ai politici eletti e ai capi di Stato o di governo. Costoro hanno voluto il trasferimento di poteri a una ristretta cerchia di apprendisti contabili che nulla sanno della storia europea e degli abissi che essa ha conosciuto. È ora che si riprendano quei poteri, e che ne rispondano personalmente.
L'appello
Di seguito la traduzione integrale della lettera di Alexis Tsipras a tutti i greci e le greche.
(tradotta da Aurelio Lentini e Amalia Kolonia)
Greche e greci,
da sei mesi il governo greco conduce una battaglia in condizioni di asfissia economica mai vista, con l’obiettivo di applicare il vostro mandato del 25 gennaio a trattare con i partner europei, per porre fine all’austerity e far tornare il nostro paese al benessere e alla giustizia sociale. Per un accordo che possa essere durevole, e rispetti sia la democrazia che le comuni regole europee e che ci conduca a una definitiva uscita dalla crisi.
In tutto questo periodo di trattative ci è stato chiesto di applicare gli accordi
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Commenta (0 Commenti)Papa Francesco: Arriva enciclica sull'ambiente 'Laudato si''. "Popoli hanno pagato salvataggio banche"
No al "paradigma consumista". E ancora: "L'esaurimento delle risorse non può essere un pretesto per le guerre". Sono alcune delle parole dell'enciclica di Papa Francesco che contiene un doppio appello a "proteggere la casa comune", controllando surriscaldamento climatico e altri danni ambientali, ma anche cambiare modello di sviluppo, per i "poveri", e "per uno sviluppo sostenibile e integrale". Mentre biasima il fatto che i popoli abbiamo "pagato il prezzo del salvataggio delle banche". Il mercato - dice ancora Francesco - "crea un meccanismo consumistico compulsivo per piazzare i suoi prodotti". Ma questo non può essere il "paradigma" di vita dell'umanità oggi. Sia per il senso della esistenza che per la sostenibilità delle economie, serve un cambiamento di "stile di vita".
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di Aldo Carra
I principali dati di queste elezioni sono due: l’aumento dell’astensionismo e la flessione dei voti al Pd. I votanti si sono ridotti ad un elettore su due, il Pd con le sue liste ha perso due milioni di voti ed il 15% in meno rispetto alle europee. Ma l’astensionismo non si è manifestato in modo uniforme e la flessione del Pd presenta aspetti diversi nelle diverse regioni. Conviene, quindi, analizzare i due fenomeni separatamente per trarne considerazioni politiche utili anche per il futuro della sinistra nel nostro paese.
Astensionismo
La partecipazione al voto, del 63% alle precedenti regionali e del 59% alle europee, è scesa al 52%. Sull’aumento dell’astensionismo possono aver inciso un solo giorno di vitazioni e il ponte. Ma sicuramente ha pesato il discredito che delle istituzioni regionali a seguito degli scandali degli ultimi anni, circostanza che richiederebbe un ripensamento su decentramento e federalismo ben oltre la demagogica mossa della finta abolizione delle province. Ma c’è qualcosa in più: in Puglia e Campania, due regioni in cui si concentra quasi la metà dei voti, l’astensionismo non è aumentato. E’ invece aumentato molto nelle regioni rosse (dai 10 punti della Liguria ai 15 di Marche ed Umbria, ai 20 della Toscana). Se prima era più alto al sud e più basso al centro nord, e soprattutto nelle regioni rosse, adesso si attesta dappertutto intorno al 50%. E’ chiara la relazione tra aumento dell’astensionismo e flessione di voti al Pd.
Il voto al Pd
In termini di voti di lista il Pd è tornato ai livelli delle regionali del 2010 e delle politiche del 2013. Ma nella lettura del voto di lista regionale non si può trascurare che in queste elezioni si vota separatamente per presidente e liste di partito e che per raccogliere voti si creano liste personali o civiche che tolgono voti ai partiti. Leggi qui l'intero articolo
Intervista di Giuseppe Acconcia allo scrittore Erri De Luca. «Lampedusa capitale d’Europa»
Abbiamo parlato della strage nel Canale di Sicilia con Erri De Luca, autore di «Solo andata», raccolta di poesie sul protagonismo e sull’umanità dei profughi che tentano di traversare il Mediterraneo.
Qual è la sua reazione alla notizia così triste di centinaia di morti nel Mediterraneo?
Bisogna arrendersi all’evidenza che i flussi migratori non sono regolabili. Non si possono mettere mutande di sicurezza all’Europa. Non ci sono riusciti gli Stati uniti con il Messico nonostante si trattasse di un confine di terra più controllabile del nostro. Il risultato è che gli anglosassoni non sono più la maggioranza negli Stati uniti. E questo non ha fatto che bene agli Usa che prosperano; il presidente Obama ha regolarizzato milioni di migranti.
Anche l’Italia dovrebbe imparare ad accogliere i migranti anziché tentare di respingerli con leggi restrittive che alimentano l’immigrazione clandestina?
I flussi non possono essere regolati. I migranti sono un’energia potentissima per il paese che li accoglie. Ma bisogna fare un passo in più. Il Mediterraneo è dilaniato da guerre nella sponda Sud. Il movente che spinge il profugo a migrare è più forte dei viaggiatori che lo hanno preceduto.
Chi ha la casa in fiamme accetta di buttarsi nel vuoto. È come se si buttassero dalle finestre in mare. Uno dei superstiti ha dichiarato ieri che quando è arrivato sul bordo del mare e ha visto il relitto che lo avrebbe trasportato non ha avuto altra scelta che montare a bordo. Questo è un fenomeno rispetto al quale nessun ostacolo sarebbe sufficiente. Leggi qui l'intero articolo
Eppure si invocano blocchi navali e attacchi aerei mirati…
Chi invoca le reazioni peggiori, tra cui molti politici che sono stati al potere in questi anni, le ha già provate tutte dai respingimenti in mare ai divieti per i pescatori di salvare i profughi. Ma non capiscono che neanche la pena di morte sarebbe un deterrente sufficiente…? L’accoglienza non è un atto di bontà ma ha un tornaconto economico.
I veri eroi di queste ore sono forse gli abitanti di Lampedusa?
Lo scoglio di Punta Sottile non è il Sud di niente: è la capitale del Mediterraneo. Vedendo questi viaggiatori in estrema urgenza, gli abitanti di Lampedusa praticano tutte e sette le opere di misericordia dal vestire gli ignudi a dare sepoltura ai morti. Lampedusa è il nostro ambasciatore nel Mediterraneo. Loro sono la nostra guida nell’azione. Tanto che il sindaco
Leggi tutto: Attraversare il mare è l’unica scelta - Erri De Luca
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