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Congresso Ho letto sul manifesto del 15 gennaio l’intervento di Guido Liguori che sostiene il Documento 1 al prossimo congresso di Rifondazione comunista e non lo condivido. Trovo innanzitutto incredibile che […]

Rifondazione, una scelta contro la guerra

 

Ho letto sul manifesto del 15 gennaio l’intervento di Guido Liguori che sostiene il Documento 1 al prossimo congresso di Rifondazione comunista e non lo condivido. Trovo innanzitutto incredibile che nell’intervento di Liguori la guerra non venga nemmeno nominata: non si tratta di un fatto episodico ma della scelta di fondo attuata oggi da Stati uniti e Nato.

La guerra Nato-Russia in Ucraina e il caos in Medio Oriente sono solo due episodi di una «guerra grande» che ha per obiettivo anche l’Europa, dove le sanzioni hanno causato la recessione in Germania, alimentato la crisi della democrazia e l’ascesa dei neonazisti. Lo ha capito bene il Papa, sarebbe bene capirlo anche a sinistra.

In una condizione in cui già il liberismo aveva distrutto diritti e indebolito i legami sociali, la scelta militare e l’aumento esponenziale delle spese militari determina la distruzione del welfare e il precipitare di una crisi europea fatta di sofferenze sociali, solitudini e di impotenza in cui i fascismi trovano oggi la palude dove proliferare.

È proprio questo il punto. Il Pd, con cui Liguori sostenendo il Documento 1 di Rifondazione ritiene sia necessario allearsi, sostiene Von der Leyen e la Nato bellicista, il raddoppio delle spese militari e la guerra in Ucraina, ha promosso la legge Minniti anti immigrati, ha appoggiato tutti i governi antipopolari e guerrafondai che hanno aumentato la povertà e al parlamento europeo ha addirittura votato a favore della terza guerra mondiale contro la Russia.

Non proseguo oltre. Il punto non è l’idiozia del socialfascismo o l’equiparazione tra destre e Pd. Il punto è che il Pd si è così tanto allontanato dalla difesa dei bisogni popolari da risultare inefficace per battere le destre. Larga parte del successo politico delle destre è dato oggi proprio dalla completa perdita di credibilità del Pd e del centro sinistra tra gli strati popolari. Il Pd non è per nulla simile al fascismo, ma è tragicamente inutile per sconfiggerlo: fa parte del problema e non della soluzione.

Il dramma odierno è la disaffezione e la rabbia di chi non si sente più rappresentato dalle istituzioni democratiche, che non va più a votare o che addirittura vota a destra. L’idea che Rifondazione comunista possa rovesciare o comunque modificare significativamente l’indirizzo del Pd e del centro sinistra che hanno portato a questa situazione è pura illusione.

Rappresenterebbe un suicidio politico e l’abbandono della prospettiva di ricostruire una speranza che coinvolga gli strati sociali impoveriti e quella vasta area di opinione pubblica che si oppone alla guerra.

Dunque, che fare? Il Documento 2 al congresso di Rifondazione Comunista propone di costruire a partire dalla lotta alla guerra e alle spese militari un nuovo progetto politico di alternativa e propone di articolarlo su due livelli.

Innanzitutto la costruzione unitaria della mobilitazione sociale contro le politiche di guerra e del governo, convergendo sugli obiettivi specifici ed evitando che i diversi progetti politici in campo costituiscano fattore di divisione. Partire dalla difesa dei diritti sociali dei più deboli e degli spazi di democrazia, dialogando con le associazioni di massa come con i comitati, per costruire un vasto tessuto di mobilitazione che dia un grande segnale nel paese: nessuno deve essere lasciato solo.

In questo quadro di mobilitazione sociale, ovviamente, è possibile costruire convergenze anche con il Pd.

La mobilitazione “contro” non è però sufficiente e per questo il documento 2 propone di dar vita ad una coalizione popolare che a partire dal taglio delle spese militari, del no alla guerra e dal rilancio del welfare e dei diritti sociali si ponga come punto di aggregazione di un progetto politico di alternativa. Viene proposto di aggregare le correnti culturali e politiche e gli strati sociali che dalla guerra e dalle spese militari hanno tutto da perdere e che quindi vogliono rompere la gabbia di questo bipolarismo plasmato dai guerrafondai. Dal mondo cattolico alla galassia dei 5 stelle, alla sinistra radicale, dalle mille forme di associazionismo al sindacalismo conflittuale, si tratta di aprire un vero e proprio percorso costituente che allargando la partecipazione politica sconfigga le destre fascistoidi e la logica della guerra.

Questo propone nel Congresso di Rifondazione il Documento 2, un’aggregazione “per”, fondata su una proposta e non solo una perdente aggregazione “contro”. A me pare convincente.