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L’Ucraina appoggia l’intesa per il Mar Nero. Mosca: stop sanzioni Un carico di grano al porto di Izmail (Ucraina) – Andrew Kravchenko/Ap

«Gli Stati uniti e l’Ucraina hanno concordato di garantire una navigazione sicura, eliminare l’uso della forza e impedire l’uso di navi commerciali per scopi militari nel Mar Nero». Tre giorni di colloqui a Riyadh, in Arabia saudita, hanno portato a quello che per la Russia è il secondo passo per l’attuazione della tregua definitiva. Tuttavia, il Cremlino ha specificato che l’accordo entrerà in vigore solo dopo la revoca delle sanzioni alla Banca agricola russa (Rosselkhozbank) e ad altre «istituzioni finanziarie coinvolte nel commercio internazionale di prodotti alimentari», e dopo che gli istituti finanziari russi saranno collegati nuovamente al sistema di pagamento internazionale Swift.

KIEV ha ribadito con forza la propria contrarietà alla revoca delle sanzioni ma ha fatto sapere di essere favorevole a una riapertura dei commerci nel Mar Nero. Per Volodymyr Zelensky «è troppo presto per dire che funzionerà, ma questi sono stati gli incontri giusti, le decisioni giuste, i passi giusti. Nessuno può accusare l’Ucraina di non muoversi verso una pace sostenibile dopo questo». Kiev «rispetterà la sua parte degli accordi», ma l’intesa sarà monitorata da Paesi terzi. «Il movimento delle navi militari russe oltre il Mar Nero orientale sarà considerato una violazione dello spirito di questo accordo» ha specificato il presidente, nonché «una violazione degli obblighi di garantire la libertà di navigazione nel Mar Nero e una minaccia alla sicurezza nazionale dell’Ucraina». In altri termini la Verkhovna rada si riserva il diritto di «esercitare l’autodifesa» e di rompere la tregua. Il Cremlino, nella sua nota conclusiva della tre giorni mediorientale, ha chiarito che «l’iniziativa include garanzie di sicurezza per la navigazione nel Mar Nero, l’interdizione all’uso della forza e la prevenzione dell’utilizzo di navi commerciali per scopi militari attraverso l’organizzazione di misure di controllo appropriate per mezzo dell’ispezione di tali navi».

STAVOLTA le reazioni statunitensi sono state meno euforiche rispetto ai colloqui precedenti. Washington ha ribadito «l’imperativo del presidente Trump di porre fine alle uccisioni da entrambe le parti come passo necessario per raggiungere un accordo di pace duraturo», ma non abbiamo assistito a nessun annuncio entusiastico sull’imminenza della tregua. Le indiscrezioni sul cessate il fuoco «entro Pasqua» e sul fatto che «non si è mai stati così vicini alla fine della guerra» stavolta non hanno occupato i canali social del tycoon e dei suoi fedelissimi.
I cinque punti dell’accordo concordato con gli emissari di Putin a Riyadh sono: navigazione sicura nel Mar Nero e divieto d’uso di navi commerciali per scopi militari; supporto degli Usa alla Russia per ripristinare l’accesso al mercato mondiale per le esportazioni agricole e di fertilizzanti, per abbassare i costi delle assicurazioni marittime e migliorare l’accesso ai porti e ai sistemi di pagamento per queste transazioni; accordi tripartiti per vietare gli attacchi contro le strutture energetiche; una coalizione di paesi terzi che sostenga l’attuazione degli accordi energetici e marittimi e, in ultimo, il prosieguo degli sforzi «per il raggiungimento di una pace duratura e sostenibile». Non si è parlato dei territori occupati dalle truppe di Mosca e del loro ruolo nei trattati, ma è evidente che la Casa bianca al momento cerca di tenere la discussione in camera caritatis per evitare di arrivare a una rottura con i due belligeranti. A tale proposito, Mosca ha anche insistito sul fatto che servirebbe «un ordine diretto degli Usa a Kiev su cosa bisogna fare nel Mar Nero e sul fatto che bisogna farlo esattamente come viene loro detto»

INTANTO, SUL CAMPO, la guerra continua. Secondo le autorità ucraine è salito quasi a 100 il numero dei feriti nel bombardamento della scorsa notte a Sumy, la regione ucraina che confina con il Kursk. Gli ordigni caduti su un comprensorio densamente abitato hanno causato diversi danni, ferendo tra l’altro anche 14 minori. Dall’altro lato del fronte gli ucraini hanno colpito un avamposto russo uccidendo 30 soldati russi a Kondratovka, uno dei posti di comando che i militari di Mosca hanno stabilito per guidare la controffensiva delle ultime settimane. Nel Mar Nero, invece, gli ucraini avrebbero utilizzato per la prima volta il missile Long Neptune contro una base russa in Crimea.