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Tutte le crisi di governo italiane
Ci troviamo nel pieno di una crisi nazionale e mondiale che l’avvento dell’epidemia Covid-19 ha enormemente aggravato, producendo effetti devastanti sulle vite delle persone che si ripercuoteranno sulle generazioni future.
Conosciamo da un anno quali siano le conseguenze della vita civile in campo sanitario, economico e sociale e sappiamo di esserne solo all’inizio.
 
Il nostro Paese non aveva affatto bisogno di vivere una crisi politica che, allo stato, sta paralizzando le fondamentali azioni esecutive e parlamentari, con il timore, generalizzato, che la situazione non sia sotto il necessario controllo da parte delle istituzioni.
Siamo cittadini italiani che nella Costituzione repubblicana hanno sempre riconosciuto l’irrinunciabile punto di riferimento della vita civile e politica della comunità nazionale.
 
Nel momento in cui si dovrebbe avere massima coesione tra le forze politiche, con disgusto e indignazione stiamo assistendo all’arresto delle indispensabili funzioni di governo da parte di un pugno di parlamentari/ministri confluiti sotto la sigla di Italia Viva, portatori di interessi lontani da quello pubblico e che solo apparentemente sono riconducibili all’egocentrismo e/o all’ansia di visibilità politica di chi se ne dichiara leader.
 
Danni irreversibili si possono produrre al Paese se inqualificabili comportamenti, di inaudita gravità e del tutto distruttivi, fossero facilitati e favoriti dagli esponenti delle forze politiche che costituiscono la maggioranza nel Paese e che in questi giorni si avvicendano nelle consultazioni.
Il nostro Paese ha vissuto l’ultimo anno con un governo in carica che ha saputo gestire le fasi emergenziali della pandemia tuttora in corso, con il doveroso senso di responsabilità e una comunanza di intenti nell’articolato e complessivo operato.
 
Questo è l'esecutivo di cui riteniamo doverosa la riconferma, con a capo il presidente del consiglio Giuseppe Conte, al quale garantire la più ampia maggioranza.
 
Ci rivolgiamo dunque a voi parlamentari perché siano assunte le doverose responsabilità a fronte del grave solco che le attuali vicende stanno scavando fra cittadini e istituzioni.
Un atto di responsabilità che ci aspettiamo si realizzi concretamente, qualunque sia il Gruppo di appartenenza, nella costruzione di un esecutivo affidabile e consapevole delle scelte enormi che il Paese dovrà prendere.
 
Come cittadini, con culture diverse, orgogliosi della sovranità che la Costituzione ci riconosce, Vi chiediamo di operare nel rispetto dell’art. 67 della Costituzione, che vi rende liberi di decidere solo secondo coscienza, per una rapida risoluzione della crisi che consenta la ripresa del lavoro di un Governo che goda della fiducia dei cittadini.
31.1.2021
(prime adesioni ...) ***

Adji Mbengue, Imola

Affaticati Carla, Montechiarugolo (PR)

Africano Marinella, Bologna

Agazio Domenico, Bologna

Agnusdei Francesca, Senigallia (AN)

Agresta Andrea, Rimini

Al Halabi Fady, Bologna

Albarani Claudia, Rimini

Alduini Silvia

Almansi Annalisa, Bologna

Ambrosino Daniella, Roma

Anelli Rosolino, Piacenza

Angius S. Paolo, Bologna

Antetomaso Cesare,ROMA

Antonozzi Juri, Roma

Arcangeli Angela, Rimini

Archetti Giorgio, Bologna

Argelli Rosanna, Faenza

Arianii Luciano, Firenze

Arrighi Anna

Aulizio Luigi, Rimini

Aulizio Rita, Cesena

Baccarini Antonella, Faenza

Bacchiocchi Aldo, Bologna

Baicchi Francesco, Pistoia

Baldisserri Marina, Imola

Baldocchi Umberto, Lucca

Balestri Floriano, Casalecchio di Reno (BO)

Barbieri Moreno

Bardi Vittorio

Bassi Roberto, Piacenza

Bazzi Ernestina, Reggio Emilia

Begliomini Barbara

Begliomini Ombretta

Begliomini Roberto

Bellei Patrizia, Bologna

Belliti Daniela, Pistoia

Bennici Laura, Firenze

Bergonzi Angela, Parma

Bergonzini Mauria, Bologna

Bernardini Monica, Bologna

Bertani Angela

Bertini Andrea, Imola

Bettini Jadranka, Bologna

Biagini Margherita, Firenze

Biondi Monica

Boilini Tania, Maranello (MO)

Bonacchi Rosalba, Pistoia

Bonardi Martino, Parma

Bonfatti Ivano

Borghesi Lucio

Borgioli Claudia, Limite sull'Arno 

Bortolone Maria Rosaria, Firenze

Bresci Alberta, Pistoia

Brintazzoli Lya, Bologna

Brogi Giuseppe

Bruni Bianca

Bruni Gianni

Bruno Maura, Piacenza

Bursi Anna Rita

Burzacchini Anna

Busolini Gianni,Treviso

Caggioli Cristina, Bologna

Campagna Giuseppa, Roma

Campani Renata, Parma

Canigiani Loriana

Cannici Vincenzo, Pistoia

Capecchi Chiara

Capecchi Luigi

Casella Chiara, Piacenza

Caserta Sergio, Bologna

Casolari Loretta

Castellan Gianni, Montechiarugolo (PR)

Cesena Maura, Piacenza

Chiodarelli Mauro, Bologna

Ciardelli Luca, Piacenza

Ciarmoli Lucia, Roma

Cinti Paolo, Bologna

Cinti Sergio, Bologna

Ciotta Mirko

Cirillo Dora, Bologna

Ciurlia Maria Luisa, Rimini

Clarke Vanadia Giusy, Catania

ColaJanni Cinzia, Catania

Cottone Maurizio, Rimini

Cremaschi Marina, Bologna

Crepuscoli Corrado, Bologna

D'Amico Sebastiano

D’Orazio, Piacenza

Daghini Roberto, Pistoia

De Nicolo Mery, Rimini

De Rosa Letizia, Reggio Emilia

De Troia Alessandro, Pavia

De Troia Rosella, Rimini

De Troia Teresa, Bari

DeMusso Eleonora, Firenze

Di Capua Antonio, Pordenone

Di Carlo Giuseppe

Di Gennaro Fedele, Bologna

Di Giovanni Umberto, Siracusa

Di Matteo Francesco, Bologna

Di Rienzo Adriana, Bologna

Di Tirro Gennaro

Fadda Anna Rita

Fattori Antonella, Empoli

Fedi Aldo , Pistoia

Ferrari Algo, Reggio Emilia

Fidenzi Valerio, Terni

Fin Marta, Bologna

Fois Barbara, Cagliari

Fortuzzi Francesca, Bologna

Gaggioli Cristina, Bologna

Galizia Davide

Gallo Domenico, Roma

Gallori Ezio

Gamberini Laura, Bologna

Gavelli Liana

Ghinelli Maurizio, Rimini

Giannetto Fanio, Roma

Giontella Sabrina, Pordenone

Girlando Alberto, Parma

Giulietto Antonella, Rimini

Gobbo Laura, Roma

Godano Umberto, Bologna

Golinelli Sergio

Gradella Ferdinando , Parma

Grandi Alfiero, Roma

Groppi Patrizia

Gualerzi Nicoletta, Bologna

Guastini Dario, Pistoia

Gugliantini Giovanni, Roma

Gugliucci Liliana, Salerno

Iandolo Benedetta, Bologna

Innocenzi Elisa, Bologna

La Scala Rosa

Lai Laura

Lamacchia Roberto,Torino

Lazzaro Claudio, Roma

Lenzi Riccardo Loiano (BO)

Leotta Citto, Acireale

Lolli Silvia, Bologna

Lombardi Paolo

Longo Maria, Bologna

Lucchetta Cesare,Venezia

Maglieri Giuliano, Valdinievole (PT)

Manderino Silvia, Mestre

Mangianti Cesare, Rimini

Manna Angela

Marcheselli Laura

Marchini Lina, Parma

Marchini Luisa, Bologna

Marchioro Silvana, Bologna

Martelli Simonetta

Martino Leonarda, Bologna

Marzenka Matas, Firenze

Marzenka Matas, Firenze

Marzi Isabella

Massa Renato, Pistoia

Mastrangelo Rita

Masula Sergio, Rimini

Mattioni Fabrizia, Rimini

Mauceri Corrado, Firenze

Melandri Vittorio, Piacenza

Meliconi Maria Grazia, Bologna

Mezzatesta Francesco, Parma

Michelotti Sabrina, Parma

Minerali Fulvio, Bologna

Missiroli Fulvia, Ravenna

Modesti Paola, Milano

Montali Luca, Terni

Montani Melita

Montani Morgana

Mori Luca, Prato

Morini Angelo, Ravenna

Morini Ivan, Ravenna

Morselli Pierangela, Bologna

Nanni Catia, Imola

Nasuti Pierino, Reggio Emilia

Nepoti Stefania, Budrio BO

Niccolai Cinzia, Firenze

Nicoletti Roberta, Capannori

Onor Giancarlo,

Pacarini Roberto, Reggio Emilia

Pacini Pier Giorgio

Pani Renato,Treviso

Panico Loredana, Battipaglia

Papaleo Maria Grazia, Rimini

Pardi Pancho, Firenze

Parmigiano Gilda

Parmigiano Maria Celeste, Reggio Emilia

Pasolini Walter, Rimini

Pasotti Michele, Imola

Pasquali Roberto, Bologna

Pasquetti Ivo, Pistoia

Pasquino Gianfranco, Bologna

Patanè Rosario, Acireale

Patrizi Rosanna, Parma

Patuelli Maria Paola, Ravenna

Pazzagli Rossano, Val di Cornia

Pederzoli Vania, Modena

Perry Anne

Petris Valeria

Picciau Regina, Napoli

Pinotti Carla, Piacenza

Pisano Romeo, Bologna

Prodi Silvia, Reggio Emilia

Proietto Angela, Parma

Quintavalla Cristina, Parma

Rampello Elena, Parma

Ricci Clelia, Bologna

Ricciardi Giannoni Maria, Montechiarugolo (PR)

Rinaldi Loredana, Bologna

Riverso Roberto, Ravenna

Rizza Gabriele

Rizzitiello Giovanni Michele, Piacenza

Roberti Roberta, Parma

Romagnoli Patrizia, Bologna

Romito Elena

Romito Walter

Ronconi Franco, Forlì

Rosano Maria, Firenze

Rosetti Antonella, Ravenna

Rosi Mara, Bologna

Rota Andrea, Piacenza

Rotter Butera Luciana

Ruggeri Giancarlo, Reggio Emilia

Salerno Francesco, Piacenza

Sani Sandra

Santoro Laura, Firenze

Sasso Renza, Pistoia

Saviotti Massimo

Sbrana Maurizio, Lucca

Scandurra Enzo, Roma

Scandurra Enzo, Roma

Schiavo Luciano, Bologna

Scolari Cecilia, Piacenza

Sentimenti Mauro, Modena

Serio Francesco,Piacenza

Sirin Ghribi

Solimeno Paolo,Firenze

Somarè Elena

Sorrentino Natale, Pordenone

Taccini Maurizio, Maranello (MO)

Tadolini Giuseppe

Tanzini Tiberio, Empoli

Tarasco Pasquale, Avellino

Tentoni Mariolina, Rimini

Tesei Cinzia, Cervia

Tesei Massimo

Tocco Angelo

Tocco Rita, Maranello (MO)

Torrisi Giusy, Acireale

Tosi Saverio

Tough Patricia, Bologna

Trizio Marino

Urbinati Graziano, Rimini

Urbinati Milvia, Piacenza

Urbinati Nadia, Bologna

Vaiani Mauro

Varatta Antonio, Parma

Vermigli Antonio, Quarrata

Villone Massimo, Napoli

Wolf Stefania, Bologna

Zanetti Lodovico

Zardetto Rina, Reggio Emilia

Zoli Moreno, Forlì

Zorzetto Mario,Treviso

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Il bizzoso, ovvero l'autorottamazione di Matteo Renzi | minima&moralia

Ebbene sì, in questo scontro frontale fra opposti, fra il bianco e il nero, fra  vaccinisti e  novax, fra  juventini e  milanisti, fra  vegetariani e  carnivori, fra spettatori di canale 5 e tutti gli altri, fra amanti del mare e della montagna, fra Sanremo o Sanscemo, fra neomelodici e neolaureati, in questa continua e inutile querelle fra schieramenti contrapposti, una sola cosa mi è divenuta chiara: fra destra e sinistra la differenza è genetica.

Sì, mi è finalmente apparso evidente che, mentre in tutti gli altri casi ci si può mescolare, contaminare, odorare e anche assaggiare, l’ideologia non fa sconti e non lascia scampo. In questa divisione fenotipica, in questo attorcigliamento di molecole  sta, invero, tutta la differenza ideologica che fa accapigliare tanto. Un muro, anzi una muraglia cinese divide irrimediabilmente i due schieramenti.

Nooo non è possibile, urlerà il sinistro. E la cultura? i libri studiati e letti più volte, i cineforum giovanili e i dibattiti infiniti sull’essere e il nulla? Tutto questo santoddio, dove lo mettiamo se l’apertura dello sguardo sull’infinito e la luce dipende solo da un microscopico vermicello, magari  intestinale? Il destro, più sbrigativamente, com’è nella sua inclinazione, liquida tutto  commentando solo: cazzate!

A questo punto della discussione, immancabilmente, c’è quello che col suo sorrisetto da prima comunione butta sul tavolo, con nonchalance, i nomi del sicuro poker: Tabacci, Letta e Prodi, i moderati di sinistra.  Dimostrazione, a suo dire, della compenetrazione dei generi, nella fattispecie, dei geni genetici. Vero, verissimo, di fronte a quei nomi una volta sarei stramazzato al suolo.

Una volta, però, prima dell’irrompere sulla scena del renzismo, cioè prima che il moderato Lawrence d’Arabia toscano invadesse la scena politica col suo caravanserraglio di maghi e fattucchiere leopoldiane, inneggiando a Macron  e a Obama, facendo e disfacendo governi a suo piacimento e declamando il Rinascimento in terra Saudita, un paese dove le donne hanno difficoltà a guidare liberamente per strada…Prima, appunto.    

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foto sulla confusione mentale? :3 | ask.fm/Le_migliori_frasi_di_sempre

L’uomo ha sempre bisogno di avere dei nemici. E’ una considerazione, sicuramente non originale,  che mi è venuta osservando i comportamenti delle persone che mi stanno attorno sui social e che frequentano e scrivono sui media. 

Si potrebbe fare l’esempio della pandemia e delle tante posizioni  che insorgono contro qualunque provvedimento venga preso, perché nulla va mai bene,  ma ciò che meglio testimonia, a mio parere, questa tendenza  è la politica.  Non si può, ad esempio, non notare   come alla semi-scomparsa della sinistra politica (ne rimane solo l’ombra, un pallido surrogato), faccia da contraltare, paradossalmente, una crescita esponenziale e immotivata di voci rabbiose  contro di lei, se non addirittura anticomuniste, di stampo quasi maccartista che  ci fa ripiombare negli anni cinquanta. 

E’ curioso questo fatto: nel momento in cui quella ideologia è tramontata, il mondo è pieno di persone, riviste letterarie, blog, che ne parlano contro, imputandole  tutti i mali, non solo del passato ma anche del presente.

Intellettuali e gente comune, che si dichiarano dissidenti e anticonformisti,  poi strombazzano unicamente contro una parte, quasi sempre solo quella, però.

Non è che senza quel nemico non riescono a  stare?

Anch’io spesso sono in disaccordo, critico e dissento, perché non sopporto chi non sa e non vuole mai mettersi in discussione. Come non amo  certo conformismo e buonismo (falso) da sacrestia. Ma se dissento lo faccio a trecentosessanta gradi e piglio, ovviamente, sberle da tutti. E’ questo il giusto prezzo da pagare se ci si vuole veramente appuntare sul petto la medaglia di intellettuali indipendenti!

Ma forse, come insegna la psicologia, quando si esce dal razionale le cose diventano più complesse e difficili da decifrare. Probabilmente siamo entrati in quel campo oscuro e ingestibile dell’aggressività umana, mai doma e mai sazia. Quella dell’estremismo, per intenderci, che deride le posizioni ragionevoli e si placa solo con lo scontro.

E allora sì  che abbiamo bisogno di un nemico verso cui scaricare le nostre rabbie e frustrazioni, e ne abbiamo talmente bisogno che, se non esiste, ce lo inventiamo.

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Sottotitolo: prova anche tu a far cadere il governo della tua parte. Ci sono vari schemi da adottare e esempi da superare

 

Un nuovo gioco di ruolo telematico viene oggi offerto ai ragazzi: il Renzino, detto anche il gioco dello Scorpione.

Il più classico inizia con un atto di coraggio: il segretario del partito al governo costringe alle dimissioni il presidente del consiglio espresso dal suo stesso partito e prende il suo posto (qui nasce la favola moderna del suo incommensurabile talento).

Il secondo passaggio è la redazione di una riforma costituzionale per ridurre il Senato a camera, a mezzo servizio, dei consiglieri regionali. Il nuovo presidente del consiglio si presenta in aula con la mano in tasca e annuncia che quella è l'ultima volta che un presidente si rivolge al Senato e che se la riforma non passerà lui stesso abbandonerà la politica.

Il terzo passaggio consiste nell'imprevista sconfitta della riforma al referendum. Qui si vede il vero carattere del giocatore. Se abbandona davvero la politica il gioco è subito finito e non c'è più sugo. Se invece il giocatore ha il coraggio di smentirsi il gioco continua.
Il quarto passaggio è la sconfitta del suo partito alle elezioni. Dove però il presidente sconfitto deve avere il coraggio di presentarsi al voto proprio per quel Senato che aveva voluto ridurre. Con un coraggio altruistico supplementare: riempire le liste con i suoi sostenitori, che nonostante la sconfitta risulteranno numerosi e quasi tutti fedelissimi.

Il quinto passaggio è il più delicato. Dopo aver portato alla sconfitta elettorale il suo partito il neo senatore opera una chirurgica scissione che sottrae al suo ormai ex partito una pattuglia di senatori decisiva per gli equilibri della nuova maggioranza che lui stesso ha contribuito a far nascere.

Il sesto passaggio consiste nel togliere la fiducia al governo espresso dalla maggioranza e sghignazzare sulle sue sventure. Ma qui ci vuole uno speciale coraggio per rendere il gioco pieno di suspense. Bisogna esercitare un doppio talento: restare a mezza strada tra la maggioranza amputata e l'opposizione, far capire che ci si considera parte della maggioranza e allo stesso tempo comportarsi da capo dell'opposizione (per il vero giocatore sentirsi capo di qualcosa è fondamentale).

Ma, settimo e ultimo passaggio, il successo del giocatore non è solo far cadere il governo di quella che era la sua parte ma anche e soprattutto evitare il ricorso alle elezioni, perche queste sarebbero letali per il suo gruppo, dato che col 2% dei suffragi previsto sarebbe condannato alla totale scomparsa. Se ci riesce ricchi premi e cotillons, a patto che riesca a barcamenarsi  tra le due parti perché nessuna delle due lo vorrà tra le proprie file.

Il Renzino (ovvero il coraggio e il talento dello scorpione) è il nuovo gioco d'azzardo del nostro tempo. Necessario per ridare fascino all'attività più estenuante dell'uomo: la politica.

Per giocarlo si deve avere precisa cognizione dei propri limiti. Se si ammette di non essere autenticamente stronzi meglio non giocare.

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ll Patto per il lavoro e il clima proposto dalla Regione Emilia-Romagna non è all’altezza della svolta necessaria per affrontare il tema urgentissimo della conversione ecologica e del contrasto al cambiamento climatico, dell’uscita dai combustibili fossili, dell’uso sostenibile delle risorse e della preservazione e valorizzazione ambientale come vettori fondamentali per disegnare un nuovo modello produttivo e sociale. Queste le valutazioni della rete RECAER che hanno spinto la maggioranza dell’assemblea delle 71 associazioni della rete a votare per la non-firma del Patto.

Negli scorsi mesi la Rete ha fatto pervenire agli uffici regionali oltre 700 pagine di proposte con specifici obiettivi temporali e risultati attesi. Nonostante qualche sparuto accoglimento la versione finale non ha raccolto la maggior parte delle istanze che avrebbero reso il Patto un documento vincolante e veramente operativo: non sono indicati obiettivi intermedi, né specificati investimenti e risorse finalizzate al raggiungimento del 100% di energie rinnovabili al 2035, uno degli obiettivi più importanti. Senza questi indicatori non è possibile monitorare i risultati del Patto stesso, il che lo rende uno strumento potenzialmente inerte.

Un documento di buone intenzioni che che non mette in discussione le enormi contraddizioni con cui la Giunta avalla, parallelamente, l’operato di ENI di un grande impianto di cattura e stoccaggio della CO2 a Ravenna, (intervento bastevole da solo a invalidare qualsiasi strategia carbon-free). Nulla è detto sull’incremento del trasporto pubblico ferroviario, sulla riqualificazione edilizia, sulla completa elettrificazione dei sistemi energetici, non ci sono indicazioni strategiche sull’idrogeno e i suoi sistemi di produzione e sul superamento della produzione di energia da biomasse.

È irrealistico pensare di raggiungere l’obiettivo della transizione ad emissioni zero della Regione Emilia Romagna entro il 2050 senza la ripubblicizzazione del servizio idrico e della gestione dei rifiuti, senza impegni concreti riguardo la riduzione delle biomasse e un cronoprogramma che porti alla chiusura di inceneritori e discariche; senza interventi incisivi sui temi dell’agricoltura e della zootecnia; senza invertire la marcia di una mobilità fatta di grandi opere infrastrutturali: Passante di Bologna e bretella di Campogalliano sono esempi attualissimi di una pesante contraddizione con l’obiettivo di consumo di suolo zero.

Una Regione Emilia Romagna che propone l’autonomia differenziata o si candida ad ospitare le Olimpiadi non può portare avanti un’azione credibile verso i suoi cittadini che attendono azioni concrete a partire da subito e non l’ennesima operazione di marketing politico senza un corredo solido e coerente di attuazioni. Se vogliamo salvare il nostro territorio dal cambiamento climatico che ogni giorno di più si manifesta nella sua violenza distruttiva, occorre ricominciare da un confronto reale su tutte le tematiche inerenti, con realtà capaci di rappresentare gli interessi dei cittadini in maniera disinteressata ma competente. Per questo RECA si mantiene disponibile a proseguire in un confronto con le realtà istituzionali e sociali, augurandosi che le forme di questo confronto si rivelino, finalmente, realmente partecipative attraverso la presenza a tavoli di lavoro permanenti.

 

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“Un punto di partenza, ora serve concretizzare gli obiettivi. Il primo banco di prova sarà la prossima programmazione dei fondi UE.

I buoni obiettivi del Patto non cancellano le contraddizioni esistenti né gli interessi contrapposti che si misureranno nel confronto”.

Legambiente segnala la propria adesione al Patto Lavoro e Clima della Regione. Un’adesione fatta con la chiara consapevolezza che non si tratta di un punto di arrivo ma solo l’inizio di un percorso di confronto che dovrà dimostrare di attuare i principi (e gli obiettivi numerici) contenuti nel documento di intenti.

Di fronte ad un documento dagli obiettivi climatici ambiziosi (il 100% di rinnovabili al 2035 è una sfida enorme) non sfuggono le tante contraddizioni oggi presenti nelle programmazioni vigenti.

“La firma del Patto non elimina dunque le diversità di vedute e di interessi in campo né la nostra contrarietà alle tante opere sbagliate che consumano il territorio e che alimentano i drammatici effetti della crisi climatica. Riteniamo invece positivo che si sia superata l'esclusione a priori del mondo ecologista dal dibattito sulle scelte economiche e sociali e il confronto di questi mesi.” – commenta Legambiente

La scelta dell'associazione è infatti parte di un percorso iniziato da tempo, con l'istanza di superare gli inconcepibili limiti del precedente Patto per il Lavoro. Nella scorsa legislatura il Patto era aperto a tutta la società regionale (compresi, scuola, università, terzo settore), tranne che al mondo ecologista.

Si trattava di un patto dove la parola ambiente e Clima erano drammaticamente assenti, e che restituiva una rappresentanza della società regionale monca di sensibilità fondamentali. Mancanze che Legambiente ha criticato e stigmatizzato pubblicamente nella scorsa legislatura e a cui ha chiesto di porre rimedio subito dopo le ultime elezioni regionali. Dunque un cambio di metodo importante.

Per questo l’associazione ritiene coerente presentarsi al confronto con altri soggetti della società regionale.

“Riteniamo comunque che gli obiettivi numerici indicati dal documento di intenti sugli aspetti climatici siano importanti. Così come le dichiarazioni su diritti, legalità ed inclusione sociale. Sulla mobilità, finalmente è stato introdotto il tema della riduzione delle auto in circolazione.

Che questi obiettivi trovino applicazione, sarà tutto da dimostrare. Anche per questo abbiamo chiesto che ci fosse un sistema di monitoraggio ed indicatori sull'efficacia del Patto. Aspetto entrato nel documento, ma che dovrà poi essere declinato in dettaglio nella pratica. “

Il primo banco di prova dell'approccio della Regione sarà l'impostazione sull’utilizzo dei fondi Next Generation UE a livello locale. Un dibattito che chiama in causa il tema del clima come le modalità di società con cui uscire dalla crisi.

“Su tutti i temi di criticità aperti  -  dalle nuove autostrade, alle levate di scudi contro l'eolico in Romagna, dai poli logistici alla tutela della naturalità fluviale, allo stoccaggio della CO2 di Eni – manterremo sempre e comunque la piena autonomia di dissenso e di vertenza” – conclude.

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Ufficio Stampa - Legambiente Emilia Romagna 

E-mail: ufficiostampa@Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Web: www.legambiente.emiliaromagna.it

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