Adji Mbengue, Imola
Affaticati Carla, Montechiarugolo (PR)
Africano Marinella, Bologna
Agazio Domenico, Bologna
Agnusdei Francesca, Senigallia (AN)
Agresta Andrea, Rimini
Al Halabi Fady, Bologna
Albarani Claudia, Rimini
Alduini Silvia
Almansi Annalisa, Bologna
Ambrosino Daniella, Roma
Anelli Rosolino, Piacenza
Angius S. Paolo, Bologna
Antetomaso Cesare,ROMA
Antonozzi Juri, Roma
Arcangeli Angela, Rimini
Archetti Giorgio, Bologna
Argelli Rosanna, Faenza
Arianii Luciano, Firenze
Arrighi Anna
Aulizio Luigi, Rimini
Aulizio Rita, Cesena
Baccarini Antonella, Faenza
Bacchiocchi Aldo, Bologna
Baicchi Francesco, Pistoia
Baldisserri Marina, Imola
Baldocchi Umberto, Lucca
Balestri Floriano, Casalecchio di Reno (BO)
Barbieri Moreno
Bardi Vittorio
Bassi Roberto, Piacenza
Bazzi Ernestina, Reggio Emilia
Begliomini Barbara
Begliomini Ombretta
Begliomini Roberto
Bellei Patrizia, Bologna
Belliti Daniela, Pistoia
Bennici Laura, Firenze
Bergonzi Angela, Parma
Bergonzini Mauria, Bologna
Bernardini Monica, Bologna
Bertani Angela
Bertini Andrea, Imola
Bettini Jadranka, Bologna
Biagini Margherita, Firenze
Biondi Monica
Boilini Tania, Maranello (MO)
Bonacchi Rosalba, Pistoia
Bonardi Martino, Parma
Bonfatti Ivano
Borghesi Lucio
Borgioli Claudia, Limite sull'Arno
Bortolone Maria Rosaria, Firenze
Bresci Alberta, Pistoia
Brintazzoli Lya, Bologna
Brogi Giuseppe
Bruni Bianca
Bruni Gianni
Bruno Maura, Piacenza
Bursi Anna Rita
Burzacchini Anna
Busolini Gianni,Treviso
Caggioli Cristina, Bologna
Campagna Giuseppa, Roma
Campani Renata, Parma
Canigiani Loriana
Cannici Vincenzo, Pistoia
Capecchi Chiara
Capecchi Luigi
Casella Chiara, Piacenza
Caserta Sergio, Bologna
Casolari Loretta
Castellan Gianni, Montechiarugolo (PR)
Cesena Maura, Piacenza
Chiodarelli Mauro, Bologna
Ciardelli Luca, Piacenza
Ciarmoli Lucia, Roma
Cinti Paolo, Bologna
Cinti Sergio, Bologna
Ciotta Mirko
Cirillo Dora, Bologna
Ciurlia Maria Luisa, Rimini
Clarke Vanadia Giusy, Catania
ColaJanni Cinzia, Catania
Cottone Maurizio, Rimini
Cremaschi Marina, Bologna
Crepuscoli Corrado, Bologna
D'Amico Sebastiano
D’Orazio, Piacenza
Daghini Roberto, Pistoia
De Nicolo Mery, Rimini
De Rosa Letizia, Reggio Emilia
De Troia Alessandro, Pavia
De Troia Rosella, Rimini
De Troia Teresa, Bari
DeMusso Eleonora, Firenze
Di Capua Antonio, Pordenone
Di Carlo Giuseppe
Di Gennaro Fedele, Bologna
Di Giovanni Umberto, Siracusa
Di Matteo Francesco, Bologna
Di Rienzo Adriana, Bologna
Di Tirro Gennaro
Fadda Anna Rita
Fattori Antonella, Empoli
Fedi Aldo , Pistoia
Ferrari Algo, Reggio Emilia
Fidenzi Valerio, Terni
Fin Marta, Bologna
Fois Barbara, Cagliari
Fortuzzi Francesca, Bologna
Gaggioli Cristina, Bologna
Galizia Davide
Gallo Domenico, Roma
Gallori Ezio
Gamberini Laura, Bologna
Gavelli Liana
Ghinelli Maurizio, Rimini
Giannetto Fanio, Roma
Giontella Sabrina, Pordenone
Girlando Alberto, Parma
Giulietto Antonella, Rimini
Gobbo Laura, Roma
Godano Umberto, Bologna
Golinelli Sergio
Gradella Ferdinando , Parma
Grandi Alfiero, Roma
Groppi Patrizia
Gualerzi Nicoletta, Bologna
Guastini Dario, Pistoia
Gugliantini Giovanni, Roma
Gugliucci Liliana, Salerno
Iandolo Benedetta, Bologna
Innocenzi Elisa, Bologna
La Scala Rosa
Lai Laura
Lamacchia Roberto,Torino
Lazzaro Claudio, Roma
Lenzi Riccardo Loiano (BO)
Leotta Citto, Acireale
Lolli Silvia, Bologna
Lombardi Paolo
Longo Maria, Bologna
Lucchetta Cesare,Venezia
Maglieri Giuliano, Valdinievole (PT)
Manderino Silvia, Mestre
Mangianti Cesare, Rimini
Manna Angela
Marcheselli Laura
Marchini Lina, Parma
Marchini Luisa, Bologna
Marchioro Silvana, Bologna
Martelli Simonetta
Martino Leonarda, Bologna
Marzenka Matas, Firenze
Marzenka Matas, Firenze
Marzi Isabella
Massa Renato, Pistoia
Mastrangelo Rita
Masula Sergio, Rimini
Mattioni Fabrizia, Rimini
Mauceri Corrado, Firenze
Melandri Vittorio, Piacenza
Meliconi Maria Grazia, Bologna
Mezzatesta Francesco, Parma
Michelotti Sabrina, Parma
Minerali Fulvio, Bologna
Missiroli Fulvia, Ravenna
Modesti Paola, Milano
Montali Luca, Terni
Montani Melita
Montani Morgana
Mori Luca, Prato
Morini Angelo, Ravenna
Morini Ivan, Ravenna
Morselli Pierangela, Bologna
Nanni Catia, Imola
Nasuti Pierino, Reggio Emilia
Nepoti Stefania, Budrio BO
Niccolai Cinzia, Firenze
Nicoletti Roberta, Capannori
Onor Giancarlo,
Pacarini Roberto, Reggio Emilia
Pacini Pier Giorgio
Pani Renato,Treviso
Panico Loredana, Battipaglia
Papaleo Maria Grazia, Rimini
Pardi Pancho, Firenze
Parmigiano Gilda
Parmigiano Maria Celeste, Reggio Emilia
Pasolini Walter, Rimini
Pasotti Michele, Imola
Pasquali Roberto, Bologna
Pasquetti Ivo, Pistoia
Pasquino Gianfranco, Bologna
Patanè Rosario, Acireale
Patrizi Rosanna, Parma
Patuelli Maria Paola, Ravenna
Pazzagli Rossano, Val di Cornia
Pederzoli Vania, Modena
Perry Anne
Petris Valeria
Picciau Regina, Napoli
Pinotti Carla, Piacenza
Pisano Romeo, Bologna
Prodi Silvia, Reggio Emilia
Proietto Angela, Parma
Quintavalla Cristina, Parma
Rampello Elena, Parma
Ricci Clelia, Bologna
Ricciardi Giannoni Maria, Montechiarugolo (PR)
Rinaldi Loredana, Bologna
Riverso Roberto, Ravenna
Rizza Gabriele
Rizzitiello Giovanni Michele, Piacenza
Roberti Roberta, Parma
Romagnoli Patrizia, Bologna
Romito Elena
Romito Walter
Ronconi Franco, Forlì
Rosano Maria, Firenze
Rosetti Antonella, Ravenna
Rosi Mara, Bologna
Rota Andrea, Piacenza
Rotter Butera Luciana
Ruggeri Giancarlo, Reggio Emilia
Salerno Francesco, Piacenza
Sani Sandra
Santoro Laura, Firenze
Sasso Renza, Pistoia
Saviotti Massimo
Sbrana Maurizio, Lucca
Scandurra Enzo, Roma
Scandurra Enzo, Roma
Schiavo Luciano, Bologna
Scolari Cecilia, Piacenza
Sentimenti Mauro, Modena
Serio Francesco,Piacenza
Sirin Ghribi
Solimeno Paolo,Firenze
Somarè Elena
Sorrentino Natale, Pordenone
Taccini Maurizio, Maranello (MO)
Tadolini Giuseppe
Tanzini Tiberio, Empoli
Tarasco Pasquale, Avellino
Tentoni Mariolina, Rimini
Tesei Cinzia, Cervia
Tesei Massimo
Tocco Angelo
Tocco Rita, Maranello (MO)
Torrisi Giusy, Acireale
Tosi Saverio
Tough Patricia, Bologna
Trizio Marino
Urbinati Graziano, Rimini
Urbinati Milvia, Piacenza
Urbinati Nadia, Bologna
Vaiani Mauro
Varatta Antonio, Parma
Vermigli Antonio, Quarrata
Villone Massimo, Napoli
Wolf Stefania, Bologna
Zanetti Lodovico
Zardetto Rina, Reggio Emilia
Zoli Moreno, Forlì
Zorzetto Mario,Treviso
Ebbene sì, in questo scontro frontale fra opposti, fra il bianco e il nero, fra vaccinisti e novax, fra juventini e milanisti, fra vegetariani e carnivori, fra spettatori di canale 5 e tutti gli altri, fra amanti del mare e della montagna, fra Sanremo o Sanscemo, fra neomelodici e neolaureati, in questa continua e inutile querelle fra schieramenti contrapposti, una sola cosa mi è divenuta chiara: fra destra e sinistra la differenza è genetica.
Sì, mi è finalmente apparso evidente che, mentre in tutti gli altri casi ci si può mescolare, contaminare, odorare e anche assaggiare, l’ideologia non fa sconti e non lascia scampo. In questa divisione fenotipica, in questo attorcigliamento di molecole sta, invero, tutta la differenza ideologica che fa accapigliare tanto. Un muro, anzi una muraglia cinese divide irrimediabilmente i due schieramenti.
Nooo non è possibile, urlerà il sinistro. E la cultura? i libri studiati e letti più volte, i cineforum giovanili e i dibattiti infiniti sull’essere e il nulla? Tutto questo santoddio, dove lo mettiamo se l’apertura dello sguardo sull’infinito e la luce dipende solo da un microscopico vermicello, magari intestinale? Il destro, più sbrigativamente, com’è nella sua inclinazione, liquida tutto commentando solo: cazzate!
A questo punto della discussione, immancabilmente, c’è quello che col suo sorrisetto da prima comunione butta sul tavolo, con nonchalance, i nomi del sicuro poker: Tabacci, Letta e Prodi, i moderati di sinistra. Dimostrazione, a suo dire, della compenetrazione dei generi, nella fattispecie, dei geni genetici. Vero, verissimo, di fronte a quei nomi una volta sarei stramazzato al suolo.
Una volta, però, prima dell’irrompere sulla scena del renzismo, cioè prima che il moderato Lawrence d’Arabia toscano invadesse la scena politica col suo caravanserraglio di maghi e fattucchiere leopoldiane, inneggiando a Macron e a Obama, facendo e disfacendo governi a suo piacimento e declamando il Rinascimento in terra Saudita, un paese dove le donne hanno difficoltà a guidare liberamente per strada…Prima, appunto.
Commenta (0 Commenti)L’uomo ha sempre bisogno di avere dei nemici. E’ una considerazione, sicuramente non originale, che mi è venuta osservando i comportamenti delle persone che mi stanno attorno sui social e che frequentano e scrivono sui media.
Si potrebbe fare l’esempio della pandemia e delle tante posizioni che insorgono contro qualunque provvedimento venga preso, perché nulla va mai bene, ma ciò che meglio testimonia, a mio parere, questa tendenza è la politica. Non si può, ad esempio, non notare come alla semi-scomparsa della sinistra politica (ne rimane solo l’ombra, un pallido surrogato), faccia da contraltare, paradossalmente, una crescita esponenziale e immotivata di voci rabbiose contro di lei, se non addirittura anticomuniste, di stampo quasi maccartista che ci fa ripiombare negli anni cinquanta.
E’ curioso questo fatto: nel momento in cui quella ideologia è tramontata, il mondo è pieno di persone, riviste letterarie, blog, che ne parlano contro, imputandole tutti i mali, non solo del passato ma anche del presente.
Intellettuali e gente comune, che si dichiarano dissidenti e anticonformisti, poi strombazzano unicamente contro una parte, quasi sempre solo quella, però.
Non è che senza quel nemico non riescono a stare?
Anch’io spesso sono in disaccordo, critico e dissento, perché non sopporto chi non sa e non vuole mai mettersi in discussione. Come non amo certo conformismo e buonismo (falso) da sacrestia. Ma se dissento lo faccio a trecentosessanta gradi e piglio, ovviamente, sberle da tutti. E’ questo il giusto prezzo da pagare se ci si vuole veramente appuntare sul petto la medaglia di intellettuali indipendenti!
Ma forse, come insegna la psicologia, quando si esce dal razionale le cose diventano più complesse e difficili da decifrare. Probabilmente siamo entrati in quel campo oscuro e ingestibile dell’aggressività umana, mai doma e mai sazia. Quella dell’estremismo, per intenderci, che deride le posizioni ragionevoli e si placa solo con lo scontro.
E allora sì che abbiamo bisogno di un nemico verso cui scaricare le nostre rabbie e frustrazioni, e ne abbiamo talmente bisogno che, se non esiste, ce lo inventiamo.
Commenta (0 Commenti)Sottotitolo: prova anche tu a far cadere il governo della tua parte. Ci sono vari schemi da adottare e esempi da superare
Un nuovo gioco di ruolo telematico viene oggi offerto ai ragazzi: il Renzino, detto anche il gioco dello Scorpione.
Il più classico inizia con un atto di coraggio: il segretario del partito al governo costringe alle dimissioni il presidente del consiglio espresso dal suo stesso partito e prende il suo posto (qui nasce la favola moderna del suo incommensurabile talento).
Il secondo passaggio è la redazione di una riforma costituzionale per ridurre il Senato a camera, a mezzo servizio, dei consiglieri regionali. Il nuovo presidente del consiglio si presenta in aula con la mano in tasca e annuncia che quella è l'ultima volta che un presidente si rivolge al Senato e che se la riforma non passerà lui stesso abbandonerà la politica.
Il terzo passaggio consiste nell'imprevista sconfitta della riforma al referendum. Qui si vede il vero carattere del giocatore. Se abbandona davvero la politica il gioco è subito finito e non c'è più sugo. Se invece il giocatore ha il coraggio di smentirsi il gioco continua.
Il quarto passaggio è la sconfitta del suo partito alle elezioni. Dove però il presidente sconfitto deve avere il coraggio di presentarsi al voto proprio per quel Senato che aveva voluto ridurre. Con un coraggio altruistico supplementare: riempire le liste con i suoi sostenitori, che nonostante la sconfitta risulteranno numerosi e quasi tutti fedelissimi.
Il quinto passaggio è il più delicato. Dopo aver portato alla sconfitta elettorale il suo partito il neo senatore opera una chirurgica scissione che sottrae al suo ormai ex partito una pattuglia di senatori decisiva per gli equilibri della nuova maggioranza che lui stesso ha contribuito a far nascere.
Il sesto passaggio consiste nel togliere la fiducia al governo espresso dalla maggioranza e sghignazzare sulle sue sventure. Ma qui ci vuole uno speciale coraggio per rendere il gioco pieno di suspense. Bisogna esercitare un doppio talento: restare a mezza strada tra la maggioranza amputata e l'opposizione, far capire che ci si considera parte della maggioranza e allo stesso tempo comportarsi da capo dell'opposizione (per il vero giocatore sentirsi capo di qualcosa è fondamentale).
Ma, settimo e ultimo passaggio, il successo del giocatore non è solo far cadere il governo di quella che era la sua parte ma anche e soprattutto evitare il ricorso alle elezioni, perche queste sarebbero letali per il suo gruppo, dato che col 2% dei suffragi previsto sarebbe condannato alla totale scomparsa. Se ci riesce ricchi premi e cotillons, a patto che riesca a barcamenarsi tra le due parti perché nessuna delle due lo vorrà tra le proprie file.
Il Renzino (ovvero il coraggio e il talento dello scorpione) è il nuovo gioco d'azzardo del nostro tempo. Necessario per ridare fascino all'attività più estenuante dell'uomo: la politica.
Per giocarlo si deve avere precisa cognizione dei propri limiti. Se si ammette di non essere autenticamente stronzi meglio non giocare.
Commenta (0 Commenti)ll Patto per il lavoro e il clima proposto dalla Regione Emilia-Romagna non è all’altezza della svolta necessaria per affrontare il tema urgentissimo della conversione ecologica e del contrasto al cambiamento climatico, dell’uscita dai combustibili fossili, dell’uso sostenibile delle risorse e della preservazione e valorizzazione ambientale come vettori fondamentali per disegnare un nuovo modello produttivo e sociale. Queste le valutazioni della rete RECAER che hanno spinto la maggioranza dell’assemblea delle 71 associazioni della rete a votare per la non-firma del Patto.
Negli scorsi mesi la Rete ha fatto pervenire agli uffici regionali oltre 700 pagine di proposte con specifici obiettivi temporali e risultati attesi. Nonostante qualche sparuto accoglimento la versione finale non ha raccolto la maggior parte delle istanze che avrebbero reso il Patto un documento vincolante e veramente operativo: non sono indicati obiettivi intermedi, né specificati investimenti e risorse finalizzate al raggiungimento del 100% di energie rinnovabili al 2035, uno degli obiettivi più importanti. Senza questi indicatori non è possibile monitorare i risultati del Patto stesso, il che lo rende uno strumento potenzialmente inerte.
Un documento di buone intenzioni che che non mette in discussione le enormi contraddizioni con cui la Giunta avalla, parallelamente, l’operato di ENI di un grande impianto di cattura e stoccaggio della CO2 a Ravenna, (intervento bastevole da solo a invalidare qualsiasi strategia carbon-free). Nulla è detto sull’incremento del trasporto pubblico ferroviario, sulla riqualificazione edilizia, sulla completa elettrificazione dei sistemi energetici, non ci sono indicazioni strategiche sull’idrogeno e i suoi sistemi di produzione e sul superamento della produzione di energia da biomasse.
È irrealistico pensare di raggiungere l’obiettivo della transizione ad emissioni zero della Regione Emilia Romagna entro il 2050 senza la ripubblicizzazione del servizio idrico e della gestione dei rifiuti, senza impegni concreti riguardo la riduzione delle biomasse e un cronoprogramma che porti alla chiusura di inceneritori e discariche; senza interventi incisivi sui temi dell’agricoltura e della zootecnia; senza invertire la marcia di una mobilità fatta di grandi opere infrastrutturali: Passante di Bologna e bretella di Campogalliano sono esempi attualissimi di una pesante contraddizione con l’obiettivo di consumo di suolo zero.
Una Regione Emilia Romagna che propone l’autonomia differenziata o si candida ad ospitare le Olimpiadi non può portare avanti un’azione credibile verso i suoi cittadini che attendono azioni concrete a partire da subito e non l’ennesima operazione di marketing politico senza un corredo solido e coerente di attuazioni. Se vogliamo salvare il nostro territorio dal cambiamento climatico che ogni giorno di più si manifesta nella sua violenza distruttiva, occorre ricominciare da un confronto reale su tutte le tematiche inerenti, con realtà capaci di rappresentare gli interessi dei cittadini in maniera disinteressata ma competente. Per questo RECA si mantiene disponibile a proseguire in un confronto con le realtà istituzionali e sociali, augurandosi che le forme di questo confronto si rivelino, finalmente, realmente partecipative attraverso la presenza a tavoli di lavoro permanenti.
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“Un punto di partenza, ora serve concretizzare gli obiettivi. Il primo banco di prova sarà la prossima programmazione dei fondi UE.
I buoni obiettivi del Patto non cancellano le contraddizioni esistenti né gli interessi contrapposti che si misureranno nel confronto”.
Legambiente segnala la propria adesione al Patto Lavoro e Clima della Regione. Un’adesione fatta con la chiara consapevolezza che non si tratta di un punto di arrivo ma solo l’inizio di un percorso di confronto che dovrà dimostrare di attuare i principi (e gli obiettivi numerici) contenuti nel documento di intenti.
Di fronte ad un documento dagli obiettivi climatici ambiziosi (il 100% di rinnovabili al 2035 è una sfida enorme) non sfuggono le tante contraddizioni oggi presenti nelle programmazioni vigenti.
“La firma del Patto non elimina dunque le diversità di vedute e di interessi in campo né la nostra contrarietà alle tante opere sbagliate che consumano il territorio e che alimentano i drammatici effetti della crisi climatica. Riteniamo invece positivo che si sia superata l'esclusione a priori del mondo ecologista dal dibattito sulle scelte economiche e sociali e il confronto di questi mesi.” – commenta Legambiente
La scelta dell'associazione è infatti parte di un percorso iniziato da tempo, con l'istanza di superare gli inconcepibili limiti del precedente Patto per il Lavoro. Nella scorsa legislatura il Patto era aperto a tutta la società regionale (compresi, scuola, università, terzo settore), tranne che al mondo ecologista.
Si trattava di un patto dove la parola ambiente e Clima erano drammaticamente assenti, e che restituiva una rappresentanza della società regionale monca di sensibilità fondamentali. Mancanze che Legambiente ha criticato e stigmatizzato pubblicamente nella scorsa legislatura e a cui ha chiesto di porre rimedio subito dopo le ultime elezioni regionali. Dunque un cambio di metodo importante.
Per questo l’associazione ritiene coerente presentarsi al confronto con altri soggetti della società regionale.
“Riteniamo comunque che gli obiettivi numerici indicati dal documento di intenti sugli aspetti climatici siano importanti. Così come le dichiarazioni su diritti, legalità ed inclusione sociale. Sulla mobilità, finalmente è stato introdotto il tema della riduzione delle auto in circolazione.
Che questi obiettivi trovino applicazione, sarà tutto da dimostrare. Anche per questo abbiamo chiesto che ci fosse un sistema di monitoraggio ed indicatori sull'efficacia del Patto. Aspetto entrato nel documento, ma che dovrà poi essere declinato in dettaglio nella pratica. “
Il primo banco di prova dell'approccio della Regione sarà l'impostazione sull’utilizzo dei fondi Next Generation UE a livello locale. Un dibattito che chiama in causa il tema del clima come le modalità di società con cui uscire dalla crisi.
“Su tutti i temi di criticità aperti - dalle nuove autostrade, alle levate di scudi contro l'eolico in Romagna, dai poli logistici alla tutela della naturalità fluviale, allo stoccaggio della CO2 di Eni – manterremo sempre e comunque la piena autonomia di dissenso e di vertenza” – conclude.
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Ufficio Stampa - Legambiente Emilia Romagna
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