UCRAINA. Intervista a Piero Bartolo, parlamentare europeo del gruppo Socialisti e Democratici che ieri a Bruxelles si è astenuto sul piano munizioni
Piero Bartolo, medico dei migranti a Lampedusa e parlamentare europeo eletto nelle liste del Pd e membro del gruppo dei Socialisti e Democratici, ieri un aula a Bruxelles si è astenuto sul piano munizioni. «Ho deciso di astenermi perché la mia linea è sempre stata questa -spiega Bartolo – Sono contro la guerra e contro l’uso delle armi».
Come ha motivato questa scelta al suo gruppo?
Avrei voluto sentire parlare di negoziati e di diplomazia più che di guerra, a maggior ragione se per la produzione di armi si utilizza il Pnrr, cosa che non condivido assolutamente. Come tutto il gruppo Socialisti e Democratici e la delegazione del Pd sono dalla parte dell’Ucraina ma ho sempre cercato di lavorare per trovare uno spiraglio, un percorso alternativo a morte devastazione. Spero che l’Europa possa cominciare trovare il modo di aprire delle trattative. Sia la nostra Costituzione che le idee fondanti dell’Europa ci indicano questa strada.
La accuseranno di essere un’idealista.
Sono orgoglioso di essere pacifista e anche buonista, se qualcuno vuole definirmi tale. Essere per la solidarietà, l’accoglienza, le condivisioni di responsabilità non significa a tutti i costi usare le armi per fermare una guerra.
Pensa che il voto sulle munizioni segni un passaggio di fase in questa vicenda?
Intanto spero non ci sia un’escalation militare. Continuare su questa strada porta a ulteriori disastri. Nella proposta che si è votata ma anche in altre occasioni non ho sentito mai parlare di pace. Certo che stiamo con gli aggrediti! Ma bisogna trovare una soluzione. Vede, ormai sei mesi fa abbiamo dichiarato la Russia paese terrorista. Io ho votato contro quella proposta, proprio per lasciare uno spiraglio alla diplomazia e i negoziati. E consideri che non ho mai odiato nessuno in vita mia, ma forse Putin un po’ lo odio.
C’è il rischio che sia solo un pezzo dello spostamento di risorse dal sociale al militare?
Auspico che non vengano utilizzati davvero i fondi che abbiamo lottato tanto per avere per aiutare i paesi membri. Di questa partita, voglio ricordarlo, fanno parte anche i fondi di coesione che servono ad alcune regioni svantaggiate per mettersi in pari. Tra le quali c’è anche la mia Sicilia.
In un quadro europeo, e in vista del voto del prossimo anno, crede che il suo gruppo avrebbe dovuto assumere una posizione più netta?
Voglio dire che nessuno della mia delegazione ha avuto imposizioni. Non c’è stata alcuna forma di pressione. Siamo stati liberi di votare seguendo le nostre idee, questa è una prova di democrazia. Certo, se ho votato in un certo modo speravo che accadesse che i miei colleghi smettessero di rincorrere gli altri. Dopo aver dichiarato la Russia paese terrorista non possiamo più trattare, ma possiamo ancora cercare terze vie per fermare le morti e la distruzione dell’Ucraina. L’Europa dovrebbe servire esattamente a scongiurare guerre di questo tipo, le guerre portano oltre che morte anche a migrazioni e disagi enormi per le persone che devono scappare via dalla loro terra. E qui non mi riferiscono solo agli ucraini.
Il clima di guerra sta favorendo la nascita di una maggioranza alternativa di conservatori e popolari al parlamento europeo?
Questa deriva di destra non può che arrecare danno all’Europa che doveva essere una federazione. Il sogno si allontana, per questo nell’anno che ci resta prima delle prossime elezioni europee dobbiamo riportare l’Ue sulla strada maestra della democrazia e dei valori, respingendo l’avanzate dei paesi che non rispettano i diritti, parlo di Ungheria e Polonia ma temo anche per l’Italia. Dobbiamo scongiurare tutto questo dando le risposte giuste. E sì, certamente: i socialisti e i democratici hanno una grande responsabilità in tutto questo