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INTERVISTA. Il capogruppo 5S: Conte non ha mai rifiutato il dialogo

File:Francesco Silvestri.jpg - Wikipedia

Francesco Silvestri, capogruppo del M5S alla Camera. il Professor Domenico De Masi vi invita a non regalare il Lazio a Meloni. Vi ricorda che col Pd avete governato bene e vi chiede di non impuntarvi sul termovalorizzatore.
Concordo sul fatto che le nostre assessore nella giunta di Zingaretti, Roberta lombardi e Valentina Corrado abbiano portato un valore aggiunto nel governo della regione, sulla transizione ecologica e sul turismo. Il termovalorizzatore non è un cavillo o un pretesto per separarci dal Pd: non si tratta di una divergenza di veduto su un grande evento come Expo che dura qualche mese e poi finisce; ma di un’opera che durerà almeno per 40 anni. Per noi farla adesso nella Capitale è un grave errore, un messaggio totalmente sbagliato che contraddice totalmente le nostre idee sulla transizione ecologica.

De Masi dice che questo tema non è sufficiente per regalare il Lazio a Meloni.
Per noi è dirimente.

Ma non è di competenza della regione, bensì dl sindaco di Roma Gualtieri.
Del commissario Gualtieri, che è un dirigente di punta del Pd. Noi abbiamo chiesto di fermarsi e ragionare, ci sono soluzioni più moderne sul tema dei rifiuti. Il Pd ha reagito alleandosi con Calenda che è per il nucleare, le trivelle, il carbone. Anzi, Calenda ha indicato il candidato Alessio D’Amato e il Pd si è accodato.

Fare un inceneritore oggi a Roma è un grave errore. Torniamo al tavolo se Gualtieri e D’Amato dicono che sono pronti a ridiscutere quell’opera. Non siamo chiusi a priori

La questione non è chi ha sbagliato di più, ma se nei prossimi giorni c’è tempo per fare una coalizione competitiva. D’Amato ha proposto un ticket alla vostra candidata Donatella Bianchi. Perché non vi sedete almeno a un tavolo?
Non ci interessano le poltrone, proporre ticket è un modo vecchio di fare politica.

Suvvia, il messaggio era chiaro: un ticket vuol dire anche accordarsi sui programmi.
E allora si apra una vera discussione sui programmi, compreso il termovalorizzatore. Gualtieri e D’Amato diano segnali di apertura in questa direzione.

Se voi pretendete che il progetto venga azzerato pare complicato.
Perché no, visto che non è nel piano regionale dei rifiuti e neppure nel programma da sindaco di Gualtieri? Il Pd dia dimostrazione che sono disponibili a ragionare seriamente. In questi anni non ho mai visto il presidente Conte rifiutare un dialogo costruttivo. Se arrivano parole diverse il dialogo si può riaprire.

In Lombardia vi siete alleati.
Questo dimostra che non siamo chiusi a priori. Anche nel Lazio servono confronto e riflessione. Che sono mancati fin da luglio, quando proprio sul termovalorizzatore è iniziata la caduta del governo Draghi.

Un’opera che non c’è ancora ma ha già incenerito il campo largo. E la destra si prepara a vincere ancora.
Ma il modo per batterla non è abbassare il livello della proposta, proporre ai cittadini dei brodini insapori e delle somme di partiti. Negli anni del berlusconismo il centrosinistra ha fatto così e infatti ha quasi sempre perso. Adesso bisogna cambiare registro: se vuoi fare una coalizione credibile bisogna essere chiari sull’ambiente, la transizione ecologica, le diseguaglianze.

Vasto programma. Fatto sta che le vostre due assessore sono ancora al lavoro in regione.
Finora non ho visto un tentativo vero del Pd di riaprire la partita. Appena D’Amato ha fatto un’apertura Calenda l’ha subito redarguito, come a ricordare che è lui a dare le carte. Sinceramente vedo un tentativo di farci apparire come quelli chiusi a priori, che si rifiutano di dialogare, per scaricare su di noi tutte le responsabilità.

Se fate l’accordo col Pd Calenda se ne va da solo.
Il problema non è la persona. Ma che nel Lazio il Pd ha scelto le politiche di Calenda, che sull’ambiente sono uguali a quelle della destra. Se non è così ce lo dimostrino.