IL LUNGO CONFLITTO. Proprio ieri, giorno delle nuove minacce di Putin, era la Giornata mondiale della pace. Lettera aperta al segretario Onu Guterres delle 400 organizzazioni di “Europe for Peace”
Dopo gli ultimi rovesci e le crescenti difficoltà interne Putin mostra di nuovo la «faccia cattiva»: mobilitazione militare rafforzata e rinnovate minacce nucleari. Per ironia della sorte queste preoccupanti mosse sono arrivate ieri, 21 settembre, data in cui da oltre quaranta anni si celebra la Giornata Internazionale per la Pace voluta dall’Assemblea generale dell’Onu per rafforzare gli ideali di pace chiedendo che vengano osservate 24 ore di nonviolenza e di «cessate il fuoco».
Ma mentre il dramma della guerra (non solo in Ucraina, ma anche in tutti gli altri confitti armati «ignorati») prosegue sul binario di una follia che non sembra rallentare (e senza che i potenti della Terra capiscano di doversi impegnare seriamente per evitare la catastrofe) c’è chi continua a pensare a strade possibili di Pace: la società civile.
Ed è proprio nella data significativa della Giornata per la Pace che la coalizione “Europe for Peace” (formata da oltre 400 organizzazioni e promossa tra gli altri da Rete Italiana Pace e Disarmo, Sbilanciamoci, Stop the War Now, AOI Cooperazione e Solidarietà internazionale, Anpi) ha voluto inviare una lettera aperta al Segretario Generale delle Nazioni unite, Antonio Guterres, e ad altri esponenti delle strutture Onu.
Il cuore del messaggio del movimento pacifista italiano è chiaro: i conflitti e le violenze sempre più fuori controllo rendono
cruciale e necessario rafforzare percorsi multilaterali di Pace. «Siamo sempre stati convinti (e oggi lo siamo ancora di più) che l’unica possibilità che abbiamo per salvare il pianeta e per eliminare le guerre, le armi nucleari, le povertà, il razzismo, le ingiustizie e il cambiamento climatico stia nella leale collaborazione tra tutti i popoli come previsto dal progetto delle Nazioni Unite. Solo il multilateralismo può portare una vera democrazia globale, a partire dalla volontà di pace della maggioranza delle comunità e dei popoli» si sottolinea nella lettera.
Richiamando il bisogno di un governo mondiale «che sia realmente democratico ed universale finalmente in grado di prevenire, gestire e risolvere per le vie del diritto internazionale i conflitti tra stati e tra individui». Per “Europe for Peace” occorre rafforzare la cooperazione tra Stati e popoli sulla scia degli Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 e delle proposte dell’Agenda per il Disarmo presentata nel 2018 proprio da Guterres. E la coalizione cercherà di renderlo evidente anche alla politica italiana stimolando la controfirma della lettera inviata all’Onu anche da parte di Sindaci e amministratori locali, al fine di «ribadire la necessità e l’urgenza del ruolo attivo delle Nazioni unite» per poter «riaffermare il primato del diritto e dei valori universali contro la logica delle guerre, del riarmo e dei blocchi militari».
La coalizione ha invitato esplicitamente il Segretario generale Guterres a chiedere all’Assemblea delle Nazioni Unite di «convocare una conferenza internazionale per la pace, il disarmo e la cooperazione» rinnovando la proposta di un impegno per la riduzione del 2% delle spese militari globali di almeno per 5 anni, con cui poter istituire un fondo globale gestito dall’Onu che sostenga programmi di riconversione sostenibile industriale e tecnologica, di economia disarmata, di sicurezza sanitaria contro le pandemie, di protezione dei diritti umani, di formazione per la difesa civile e nonviolenta.
Ma le proposte della società civile pacifista non si rivolgono solo alle istituzioni internazionali: in vista delle elezioni politiche del 25 settembre (e ancora di più della Legislatura che ne deriverà) la Rete Italiana Pace e Disarmo ha infatti diffuso un documento di analisi e proposte per poter mettere Pace, Disarmo e Nonviolenza al centro di una politica che sia davvero capace di superare la crisi sistemica che stiamo vivendo. Elementi invece quasi del tutto trascurati nei programmi delle coalizioni.
Pur partendo da una valutazione molto severa della situazione la Rete chiede il sostegno delle realtà positive della società e che si collocano controcorrente rispetto al dominio dei media, degli apparati militari, della politica della mera caccia al consenso su temi chiari: la necessità di una nuova politica estera e di disarmo, e di una promozione della cultura di Pace tramite campagne su punti chiavi come una riforma democratica dell’Onu, un’Europa protagonista su sicurezza condivisa e neutralità attiva, la riduzione delle spese militari, il disarmo nucleare, la costruzione di una difesa civile non armata e nonviolenta.
*Coordinatore Campagne Rete italiana Pace e Disarmo