Comunicato stampa
Nel febbraio scorso avevamo intitolato un nostro comunicato: Hera appalta la gestione dei rifiuti, preoccupazioni e interrogativi, precisando che ... Ad aggiudicarsela è stata la società consortile Ambiente 2.0 di Assago (comprende anche la Aimeri ambiente di Rozzano, azienda che pochi mesi fa ha visto alcuni suoi manager dell’area Sud rinviati a giudizio per corruzione e traffico illegale di rifiuti).
E ci chiedevamo: Se la società Ambiente 2.0 si è aggiudicata l'asta con un ribasso di oltre il 14% come farà a garantire la stessa occupazione, gli stessi trattamenti per i lavoratori e la stessa qualità del servizio?
I disservizi di questi giorni nella raccolta dei rifiuti, a Faenza e in tutta la provincia, sono la risposta più evidente.
Gare (di fatto) al massimo ribasso producono questi risultati. Chi deve risponderne è Hera la quale, per fare maggiori profitti, appalta il servizio di raccolta ma continua ad averne la responsabilità, mentre continua a gestire quello di smaltimento perché le rende ancora di più.
Come abbiamo sottolineato più volte, un’azienda dei servizi pubblici locali, peraltro ancora formalmente a maggioranza pubblica, non dovrebbe comportarsi in questo modo.
Non dovrebbe, ma purtroppo sono tanti gli esempi che dimostrano come, sui servizi pubblici locali, conti più la volontà di Hera (altrove di altre multiutility) rispetto a quella delle Amministrazioni alle quali compete la responsabilità istituzionale di governare questi servizi. Devono venire prima i diritti dei cittadini e non i calcoli di convenienza derivanti dall’essere le stesse Amministrazioni locali azioniste e quindi proprietarie, per le rispettive quote, di Hera.
Oggi la Procura ha aperto un'indagine per interruzione di pubblico servizio. Tutti, compresi gli amministratori dei Comuni coinvolti, condannano e prendono le distanze. Sarebbe necessario allora trarre la necessaria lezione: togliere a Hera il monopolio dell'intero ciclo dei rifiuti, separare la fase di raccolta da quella di smaltimento.
L'esperienza dei Comuni del comprensorio forlivese, che gestirà con una propria società pubblica la raccolta dei rifiuti, è un esempio che dovrebbe essere seguito anche in provincia di Ravenna, magari con bacini di raccolta più piccoli che meglio si prestano ad applicare concretamente gli obiettivi di riduzione, differenziazione, riuso dei rifiuti, attivando la raccolta porta a porta e la tariffa puntuale, previsti dalla nuova legge regionale.
L'occasione della prossima gara europea per l'affidamento dei servizi di raccolta dei rifiuti deve essere utilizzata al meglio. A partire dalla durata che non può essere di 15 anni, come ipotizzato dalla Regione, ma contenuta in cinque anni. Contemporaneamente, nel bando di gara vanno indicati con precisione i termini nei quali il servizio deve essere svolto e le necessarie penalizzazioni nei casi di inadempienza.
Per questo noi riteniamo che la preparazione del bando non possa essere lasciata semplicemente all'Agenzia Territoriale dell'Emilia-Romagna per i Servizi Idrici e Rifiuti (Atersir), ma debba essere definita con la partecipazione dei cittadini e dei lavoratori coinvolti, anche attraverso le associazioni dei cittadini, degli ambientalisti, delle organizzazioni sindacali, chiamando i Consigli comunali a discutere e deliberare.
Sarà su queste scelte che si potrà verificare se gli amministratori dei Comuni della nostra provincia hanno compreso la lezione di questa “crisi dei rifiuti” o se intendono continuare a delegare ad Hera.
Faenza, 1º Maggio 2016
L’Altra Faenza