Il 1° maggio nasce il 20 luglio 1889, a Parigi. A lanciare l'idea è il congresso della Seconda Internazionale, riunito in quei giorni nella capitale francese :
"Una grande manifestazione sarà organizzata per una data stabilita, in modo che simultaneamente in tutti i paesi e in tutte le città, nello stesso giorno, i lavoratori chiederanno alle pubbliche autorità di ridurre per legge la giornata lavorativa a otto ore e di mandare ad effetto le altre risoluzioni del Congresso di Parigi".
Poi, quando si passa a decidere sulla data, la scelta cade sul 1 maggio. Una scelta simbolica: tre anni prima infatti, il 1 maggio 1886, una grande manifestazione operaia svoltasi a Chicago, era stata repressa nel sangue.
Da allora ad oggi, nel mondo, molte cose sono cambiate, altre meno. Restano ancora disattesi i diritti di molti che un lavoro ce l'hanno e di quelli che non ce l'hanno, ma le forme di sfruttamento hanno trovato anche altre strade: investono non solo i diritti delle persone nel lavoro, ma in tante altre loro attività (nei consumi, nel tempo libero); con una idea di sviluppo insostenibile che rapina le risorse naturali, producendo crisi non solo sociali ma anche ambientali e climatiche.
Per questo ci piace ricordare le parole di Sharan Burrow, Segretario Generale dell’ITUC – International Trade Union Confederation:
“Non può esistere lavoro in un pianeta morente”