Qui sotto trovate l’interessante articolo dell’assessore all’ambiente di Forlì, Alberto Bellini, che spiega le ragioni per cui il capoluogo Forlì e molti degli altri comuni della provincia hanno deciso di creare una società pubblica per la raccolta dei rifiuti e di non partecipare ad una eventuale gara di affidamento. In pratica hanno dato il benservito ad HERA.
il gruppo di lavoro “gestione dei Rifiuti” di “Brisighella Bene Comune”
“Raggiungere il 70% di raccolta differenziata in Emilia-Romagna significa aumentare di 400.000 tonnellate il recupero di materia (riciclo) e un risparmio annuale di oltre 70 milioni di euro: un tesoretto che potrebbe essere impiegato in parte per gli investimenti sui sistemi di raccolta differenziata, in parte per liberare risorse finanziarie per altri investimenti”. E’ quanto afferma Alberto Bellini, assessore all’Ambiente del Comune di Forlì.
“Circa 40 milioni di euro – illustra Bellini – derivano dalla riduzione dei costi di smaltimento e di recupero e trattamento, 20 milioni dalla riduzione dei consumi 12 milioni dalla riduzione delle esternalità (impatti ambientali e sanitari). Il risparmio è indiretto, ovvero è a beneficio dei cittadini e delle imprese, viceversa per i gestori del servizio rifiuti questi obiettivi comportano esclusivamente riduzione di fatturato e quindi riduzione di margini economici. Inoltre, si deve prevedere una adeguata transizione per gli impianti di smaltimento, che diventerebbero largamente sovradimensionati. E’ urgente e necessaria una azione normativa e fiscale per promuovere aumento del riciclo e riduzione della produzione rifiuti”.
“Il territorio forlivese, in analogia ad altre aree territoriali che già adottano con successo questo modello gestionale (AIMAG, Area, Cosea, CMV, Geovest, Sabar, Soelia), propone la realizzazione di una società territoriale interamente pubblica per la gestione della fase di raccolta rifiuti – continua Bellini -. Il rifiuto diventa un bene comune e viene gestito in maniera pubblica per garantire trasparenza e controllo delle fasi di pianificazione e di valorizzazione della materia raccolta in forma differenziata; e separazione tra i gestori della raccolta e i gestori dello smaltimento dei rifiuti, per spezzare il monopolio del ciclo integrato dei rifiuti, che è, di fatto, un ostacolo alla riduzione di rifiuti poiché si traduce in riduzione di fatturato e di margine economico per i gestori dello smaltimento”.
“Il caso della città di Forlì è emblematico – osserva l’assessore -. Nelle aree dove è attiva la raccolta porta a porta si raggiunge il 70% medio di raccolta differenziata su base annuale, nelle aree dove è attiva la raccolta stradale il 30%. Il gestore, legittimamente, non investe parte degli utili ottenuti dalle altre fasi del ciclo integrato dei rifiuti (smaltimento e riciclo) per finanziare modifiche del servizio di raccolta. Una società territoriale per la gestione della fase di raccolta, attiverebbe immediatamente la raccolta porta a porta con i conseguenti vantaggi economici. Auspichiamo che tale proposta sia considerata dalla nuova amministrazione regionale un percorso sperimentale per la transizione verso l’economia circolare e sia pienamente integrata nel redigendo patto per il lavoro e la crescita”.
Alberto Bellini Assessore all’ambiente Comune di Forlì