La pubblicazione del recente rapporto di Greenpeace “Acque senza veleni” ha legittimamente creato preoccupazione per i dati di presenza di PFAS (sostanze poli- e per-fluoroalchiliche) *
nelle acque potabili anche nei nostri territori.
A Faenza la rilevazione è stata effettuata nella fontanella di Porta Montanara, riscontrando la presenza di 4 composti PFAS: Acido Perfluorobutanoico PFBA 8,7 ng/l; Acido Perfluorbutansolfonico PFBS.1,1 ng/l; Acido Perfluorometansulfonico PFMS.1,2 ng/l; Acido Trifluoroacetico TFA 159,1 ng/l.
Si tratta di valori ampiamente entro il limiti di legge (D.lgs 18/2023, in vigore dal gennaio 2026) ma più alti di quelli riscontrati in altre città.
Evitando di essere allarmisti, ma neppure tranquillizzanti, riteniamo che la cosa necessaria sia quella di informarsi e informare correttamente, in generale sull'origine e i pericoli - che sono già accertati, come in Veneto e altrove - di questi inquinanti e su come si possono eliminare.
Come afferma Giuseppe Ungherese, responsabile campagna Inquinamento di Greenpeace Italia: «Ancora oggi non esiste nel nostro Paese una legge che vieti l’uso e la produzione dei PFAS. Azzerare questa contaminazione è un imperativo non più rinviabile. Il governo Meloni deve rompere il silenzio su questa crisi: la popolazione ha diritto a bere acqua pulita, libera da veleni e contaminanti».
Da tempo Greenpeace Italia, numerose associazioni e Comuni italiani, hanno sostenuto una petizione che chiede al nostro governo di mettere al bando l’uso e la produzione di tutti i PFAS, sostituendoli con alternative più sicure e già disponibili nella quasi totalità dei settori industriali.
Per contribuire a questo lavoro di informazione, approfondimento e tutela della qualità delle acque, oltre a coinvolgere i riferimenti di Greenpeace, intendiamo interpellare tutti i i soggetti, pubblici e privati, che hanno responsabilità e ruoli di gestione sulla materia: ARPAE, Ausl, Hera, Romagna Acque. per questo abbiamo chiesto all'Amministrazione Comunale, che già è intervenuta sulla questione, di farsi prossimamente parte dirigente per verificare:
Quali sono le varie fonti di alimentazione degli acquedotti del nostro territorio (bacino di Ridracoli, acquedotto degli allocchi, impianti di potabilizzazione acque superficiali, altre fonti...);
che su ognuna di queste fonti si svolgano analisi dettagliate sulla presenza di PFAS e altri inquinanti;
che le stesse analisi siano estese anche ai diversi corsi d'acqua, sul sito di ARPAE sono disponibili i dati 2022/2023, sulle acque di superficie (in particolare quelle svolte sul Lamone al ponte Mulino del Rosso) che andrebbero meglio approfonditi;
tutte queste analisi andrebbero ripetute nei vari punti della rete acquedottistica e sulla fontanella della “casa dell'acqua” che è una valida alternativa al consumo di acqua minerale in bottiglia, (non dimenticando che anche in alcune acque imbottigliate sono state trovate traccie di PFAS).
Questa serata è solo l'inizio di un percorso che il Tavolo dell'ambiente intende portare avanti per informare correttamente sui PFAS sull'origine e i pericoli di questi inquinanti e su come si possono eliminare.
Faenza, 30 . 01 . 2025