Accedi Registrati

Login to your account

Username *
Password *
Remember Me

Create an account

Fields marked with an asterisk (*) are required.
Name *
Username *
Password *
Verify password *
Email *
Verify email *

Frontiere blindate, divieto di ingresso ai profughi, arresti ed espulsioni. A tre settimane dalle elezioni, in Germania il parlamento approva la linea anti migranti con i voti decisivi dei neonazi dell’Afd. L’abbraccio con liberali e democristiani abbatte lo storico muro antifascista

La ricaduta La mozione Merz che restringe il diritto d’asilo passa con i voti di fasciopopulisti e liberali

In Germania crolla il muro, intesa Cdu-Afd sui migranti Olaf Scholz ascolta l’intervento al Bundestag della leader Afd, Alice Weidel – Ap

Crolla lo storico muro istituzionale dei partiti democratici in difesa dell’antifascismo scolpito nella Costituzione. Con 348 voti a favore, 345 contrari e 10 astenuti al Bundestag passa la mozione anti-migranti del leader Cdu, Friedrich Merz, destinata a cambiare il Dna della politica tedesca.

Fondamentali i voti di Afd, senza cui la proposta sarebbe stata respinta al mittente, ma pesa anche il clamoroso Sì dei deputati del partito liberale, fino ieri alleati di Spd e Verdi nel governo e oggi stampella della nuova maggioranza destinata a diventare strutturale con il voto di domani in Parlamento.

Incassato l’appoggio dei fascio-populisiti e di Fdp, Merz proverà a replicare la stessa geometria politica chiedendo i voti per il suo disegno di legge sull’immigrazione depositato a settembre 2024. Al contrario della mozione di ieri, il provvedimento che è sostanzialmente una fotocopia risulta vincolante per l’esecutivo.

ASTENUTI I SOVRANISTI di sinistra dell’Alleanza Sahra Wagenknecht, se avessero votato no la mozione sarebbe stata bocciata. Ma si sono ben guardati dal votare a favore anche e soprattutto per non dare la stura ai diretti avversari dell’ultradestra che contendono il consenso nei Land del Germania dell’Est.

«Abbiamo vinto. Oggi è una giornata storica» esulta il partito di Alice Weidel, leader e candidata-cancelliera di Afd, vera trionfatrice della mozione Merz che rappresenta il rilascio del passaporto di presentabilità per le misure xenofobe del suo programma elettorale.
La sua dichiarazione di voto ieri al Bundestag è stata insolitamente misurata e ripulita dalla consueta retorica populista. A fare il lavoro sporco per conto di Afd ci ha pensato Merz, come sottolinea fin dall’inizio il cancelliere Olaf Scholz.

«Non è indifferente quale forza politica collabora con l’estrema destra, non qui

in Germania. Fin dalla fondazione della Bundesrepublik, oltre 75 anni fa, c’è sempre stato il chiaro consenso tra tutti i democratici: non si fa causa comune con l’estrema destra in Parlamento» esordisce il leader Spd, denunciando la promessa tradita da Merz. «Sta commettendo un errore imperdonabile. Cosa valgono le sue parole?», chiede in riferimento all’assicurazione della Cdu di non volere un’alleanza con Afd, ribadita fino a un minuto prima del voto.

Solo il preludio di ciò che andrà in scena domani al Bundestag con il ddl anti-migranti di Merz. Mentre oggi l’Aula sarà finalmente chiamata a esprimersi sulle due mozioni di richiesta di messa al bando istituzionale di Afd dimenticate per mesi nei cassetti delle commissioni parlamentari fino alla scadenza della legislatura.

UN’ALTRA VITTORIA politica per Alice Weidel e ancora senza colpo ferire, mentre il deputato di Afd, Stephan Brandner, ringalluzzito dal crollo del cordone democratico, descrive la Spd incapace di isolare il suo partito come «una forza nazista» tra i richiami all’ordine della presidente di turno del Bundestag.

Eppure per i liberali a «mettere davvero in pericolo la democrazia è il governo Scholz», perché «è nell’interesse della stabilità della democrazia intervenire sull’immigrazione. Altrimenti poi i cittadini cercano un’alternativa autoritaria alla democrazia. La maggioranza dei deputati ne ha abbastanza dell’attuale politica di afflusso di massa di immigrati clandestini e richiedenti asilo» sottolinea Lindner chiedendo a Scholz di copiare il «modello socialdemocratico danese» di tolleranza zero.

Questo è il solco della nuova linea tracciata ieri da Merz. Cdu, Fdp e Afd approvano i piani anti-migranti in tutti i dettagli. La mozione suddivisa in due proposte parallele chiede controlli permanenti alle frontiere e il divieto d’ingresso per chiunque non sia in possesso di un documento d’ingresso valido, compresi i profughi in cerca di protezione umanitaria. Ancora non basta. Segue la detenzione per chi ha il foglio di via in attesa dell’espulsione, la conservazione degli indirizzi Ip dei migranti sospetti, e il rafforzamento di Frontex. Fa il paio con le «prestazioni sociali ridotte al livello di letto, pane e sapone» e con la revoca della doppia-cittadinanza per chi si macchia di reati gravi, una pratica illiberale in uso ai tempi del Terzo Reich.

TUTTO IN NOME della risposta forte – prima di tutto elettorale – al recente duplice omicidio di Aschaffenburg; a ciò era ufficialmente dedicata l’apertura della seduta di ieri. «Quanti altri bambini devono essere uccisi in Germania prima di ritenere che l’emergenza migranti rappresenti una seria minaccia per i cittadini?» è la domanda-chiave di Merz per far accettare il suo pacchetto, mentre Scholz provava ad articolare il ragionamento: «Tra le vittime di Aschaffenburg c’erano un ragazzo marocchino e una ragazza siriana. Ecco perché non dobbiamo lasciarci dividere. Massime conseguenze contro coloro che sfruttano la nostra protezione – senza rinunciare allo stato di diritto – ma neanche un centimetro verso chi semina odio e agitazione. Solo questa è la strada giusta» scandisce Scholz. Ma ormai, per dirla con il leader dei Verdi, Robert Habeck «Afd è una vipera appesa al collo della Cdu. Il veleno sta penetrando lentamente». Unico antidoto la protesta popolare, già iniziata ieri sera sotto la sede della Cdu a Berlino.