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Isola ha scritto a Mattarella per annunciare che il Comune intende eseguire da solo le opere necessarie per la messa in sicurezza della città. La presidente: “Ho già contattato il commissario Figliuolo per ottenere lo sblocco dei 2,8 milioni necessari per costruire il sistema di protezione per il fiume Marzeno”

Ravenna, 25 settembre 2024 – “Il sindaco Isola ha ragione nel momento in cui decide di passare a quella che ha chiamato ‘disobbedienza istituzionale’. Siamo con lui, lo stiamo sostenendo con tutte le azioni possibili”. La presidente facente funzioni dell’Emilia Romagna Irene Priolo si schiera con il sindaco di Faenza e con la sua scelta di scrivere al presidente Mattarella per annunciare che il Comune intende eseguire da solo le opere necessarie per la messa in sicurezza della città.

La presidente facente funzioni dell’Emilia Romagna Irene Priolo e il sindaco di Faenza Massimo Isola
La presidente facente funzioni dell’Emilia Romagna Irene Priolo e il sindaco di Faenza Massimo Isola

“Ho già contattato il commissario Figliuolo per ottenere lo sblocco dei 2,8 milioni necessari per costruire il sistema di protezione per il fiume Marzeno di cui ha bisogno Faenza nell’immediato. Quei fondi, bloccati perché legati al Pnrr, verranno ricavati direttamente dalle risorse di cui già dispone la struttura commissariale”. Priolo - a quanto pare fra i pochissimi preallertati dell’atto di disobbedienza - non legge la mossa di Isola quale una guerra dichiarata anche alla Regione. “L’Emilia Romagna ha fatto cantieri per 343 milioni in un anno. Per quelle aree allagabili attendiamo il sì dello Stato da due mesi. La Regione ha spedito il materiale il 7 luglio, speravamo in un’approvazione del piano speciale entro la pausa estiva, ma non e’ arrivata. Anche noi abbiamo dovuto fare da soli: da giorni lungo tutti i fiumi esondati sono al lavoro tecnici e mezzi. Parliamo di cantieri partiti in urgenza per 24 milioni di euro. Siamo intervenuti in tutte le rotte, oltre che sull’erosione di Boncellino”. L’argine a monte di Castel Bolognese in cui è arrivata a fare un sopralluogo la presidente è teatro di uno di questi interventi: “Qui stiamo sollevando il livello dell’argine per evitare che si verifichi una nuova esondazione. Servirà un mese”. Irene Priolo chiede ora un cambio di rotta anche alla struttura commissariale: “Sappiamo tutti che la ricostruzione richiederà 4,5 miliardi di investimenti in dodici anni. Ma gli interventi più urgenti hanno bisogno di una programmazione immediata. Stenderemo un elenco di opere strategiche, bacino per bacino, da consegnare al generale Figliuolo affinché chieda che vengano inserite nella finanziaria che il governo e il parlamento dovranno varare entro l’anno. Ci serve inoltre una via preferenziale legislativa sul modello di quella per la ricostruzione del ponte Morandi a Genova. Nessun intervento deve più impantanarsi nei meandri burocratici”