Il fattore Gaza. La convention dem a Chicago decide la linea del partito e incorona la sfidante di The Donald. Attesa per le proteste pro-Palestina
Un murales di Kamala Harris a Chicago foto Getty Images
A distanza di un mese da quella repubblicana che si è tenuta a Milwaukee, lunedì comincia a Chicago la convention democratica, in un panorama politico completamente diverso da quello di sole quattro settimane fa. Quello che si pensava sarebbe stato il funerale dei Dem nella corsa per la Casa bianca, dall’uscita di scena di Biden e dall’entrata di Kamala Harris e Tim Walz, si è trasformato in una festa annunciata. A Chicago si aspetta l’arrivo di più di 50mila persone fra sostenitori del partito e delegati, e di 15mila giornalisti da tutto il mondo.
LE CONVENTION SONO SEMPRE il momento più celebrativo per i partiti, ma a questo giro i democratici hanno voluto fare le cose in grande dividendo gli eventi in due hub principali: un centro congressi che si trova nel centro di Chicago, nel cosiddetto loop, dove si svolgeranno gli incontri con i singoli politici durante la mattina e il primo pomeriggio, e un’arena fuori dal loop, dove dalle 17 alle 22 si alterneranno i discorsi ufficiali dei leader dem per presentare la linea del partito e, giovedì sera, nominare ufficialmente Kamala Harris come loro candidata, in una cerimonia che è vista come un’incoronazione politica.
A differenza della convention repubblicana, da dove il Grand Old Party (Gop) è praticamente sparito, fagocitato dal Maga (Make America Great Again, il movimento di Trump), a quella democratica sono attesi tutti i principali attori politici. Se a Milwaukee erano assenti pezzi da 90 come i Bush, i Cheney, Mitt Romney e perfino l’ex vice presidente di Trump, Mike Pence, a Chicago sarà molto diverso. Lunedì sera arriverà Hillary Clinton, ma il vero ospite d’onore sarà Joe Biden, e non solo per dare, ancora una volta, la sua benedizione politica a Harris: il suo intervento sarà l’occasione per celebrare e, in qualche modo, archiviare la sua figura, per concentrarsi sul nuovo ticket.
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OLTRE A EVIDENZIARE la visione di Harris-Walz per il futuro e la posta in gioco di queste elezioni, Biden parlerà dei
successi di questa amministrazione, dalla gestione della pandemia a quella della crisi finanziaria, alla difesa della democrazia. «Oggi grazie al presidente Biden siamo il motore globale della crescita – si legge nel comunicato stampa ufficiale del Dnc -, le nostre alleanze sono forti, il tasso di criminalità è al minimo da 50 anni, i valichi di frontiera sono meno numerosi rispetto a quando la precedente amministrazione ha lasciato l’incarico e stiamo facendo progressi sulle questioni che stanno maggiormente a cuore agli americani».
Per elencare solo gli oratori principali: martedì sarà il turno di Barack Obama, mercoledì Bill Clinton affiancherà Tim Walz nel suo discorso di accettazione e giovedì i palloncini scenderanno per il discorso di accettazione di Harris.
VISTO CHE ALLA CONVENTION possono entrare solo giornalisti e sostenitori del partito, e visto che l’attesa per questo evento coinvolge molte più persone di quelle che possono entrare nel perimetro di sicurezza, l’organizzazione no-profit GoChiLife sta organizzando un “Watch Party”, una visione collettiva su schermo, della serata conclusiva allo stadio di football di Chicago. I biglietti per l’evento sono gratuiti. I partecipanti devono semplicemente registrarsi online.
Non sono comunque tutte rose e fiori per i dem: a cercare di rompere questo clima idilliaco ci sono due forze, una interna e una esterna, che vogliono far sentire la propria voce di dissenso. La prima è rappresentata dalle due grandi manifestazioni a sostegno della Palestina pianificate per lunedì 19 e giovedì 22. A organizzare la “March to Dnc” è un gruppo a cui aderiscono più di 200 associazioni che prevedono l’arrivo di «decine di migliaia di persone». Degli autobus porteranno a Chicago manifestanti da tutti gli Stati, ha dichiarato uno dei principali organizzatori, Hatem Abudayyeh, presidente del gruppo di difesa della rete della comunità palestinese degli Stati Uniti. «Harris rappresenta l’amministrazione Biden – ha detto Abudayyeh – Non c’è nulla che ci dica che non sostiene le stesse politiche su Israele».
LA FORZA ESTERNA arriva dai repubblicani: il comune di Chicago ha annunciato di aspettare l’arrivo di altri autobus, questa volta con migliaia di migranti inviati dai governatori repubblicani per mettere in imbarazzo i leader democratici proprio quando tutti i riflettori sono puntati sulla città. Martedì a una riunione del Comitato per i diritti degli immigrati e dei rifugiati la direttrice Annette Guzman ha detto che l’amministrazione del sindaco Brandon Johnson è attrezzata per accogliere fino a 25mila migranti, e che si aspettava un afflusso di nuovi arrivi durante il periodo della convention di agosto sin dall’anno scorso