REGIONALI D'AUTUNNO. Il sindaco di Ravenna ottiene il via libera del collega di Bologna: «Siamo una squadra». La destra fredda sulla civica Ugolini. Umbria, il centrosinistra sceglie la sindaca di Assisi Stefania Proietti. Ma lei frena
Il sindaco di Ravenna Michele De Pascale (Pd) - Ansa
Per il dopo Bonaccini (si voterà tra ottobre e novembre) il Pd ha scelto il sindaco di Ravenna Michele De Pascale, classe 1985, in carica dal 2016, che ha avuto la meglio sull’altro papabile, Vincenzo Colla, assessore regionale allo sviluppo e al lavoro della giunta uscente, ex Cgil, molto apprezzato dai sindacati e anche dagli imprenditori. È stato proprio Colla, nato nel 1962, con un gesto molto apprezzato tra i dem emiliani, a indicare il nome di De Pascale mercoledì a un evento di Confartigianato in Romagna. «Ho fatto una legge per attrarre i talenti, e Michele è un ottimo talento».
LA DIREZIONE REGIONALE PD che indicherà ufficialmente De Pascale sarà oggi pomeriggio a Bologna. Ieri mattina il sindaco di Ravenna, con una mossa a sorpresa, è andato a trovare il collega di Bologna Matteo Lepore, uno dei più tiepidi sulla sua candidatura. Un mese fa Lepore aveva posto i suoi paletti: «Il candidato alle regionali deve essere un bolognese. Sono trent’anni che non c’è un presidente di Regione bolognese e questa è anche una questione politica». Lepore, in carica dal 2021 e al primo mandato, molto vicino a Schlein, aveva sempre escluso di volersi candidare. E il derby è sempre stato tra il romagnolo De Pascale e il piacentino Colla, nome che piaceva al sindaco bolognese per il suo consenso trasversale tra sindacati e imprese. E anche perchè, raccontano tra i dem, avendo un profilo tecnico, non avrebbe potuto fare politicamente ombra al bolognese.
E COSÌ IERI DE PASCALE è andato a palazzo d’Accursio, ancor prima di essere indicato ufficialmente candidato. La mossa è scattata dopo aver letto sull’edizione locale del Carlino un titolo che indicava Lepore come «sconfitto» dalla scelta che ha visto convergere Schlein e Bonaccini sul sindaco di Ravenna. I due hanno mostrato una grande intesa, con il bolognese che ha regalato al collega una palla da basket con le firme dei giocatori della Virtus. «Per me l’esperienza di Bologna è fondamentale», ha detto De Pascale. «Per questo ho voluto confrontarmi con lui su alcuni temi importanti per Bologna, avere ben chiare le priorità del capoluogo ancora prima di partire. Un passo importante da fare insieme». De Pascale ha elogiato Colla, «il patto per il lavoro e il clima che lui ha portato avanti in questi anni sarà fondamentale anche per la nuova giunta».
Lepore ha spiegato che Bologna dovrà essere «il collante» dell’Emilia Romagna e ha ricordato il rapporto di collaborazione e amicizia che è nato nei giorni dell’alluvione con i sindaci della Romagna. «Al di là delle alchimie e delle correnti di partito si è creata una squadra, anche dal punto di vista generazionale, un modo diverso di fare politica che farà bene alla Regione». «Con Michele scatterà qualcosa di nuovo», ha detto, lodando la scelta di Colla (che avrà un ruolo chiave nella stesura del programma) «anche dal punto di vista umano». Poi ha messo in fila le sue priorità: sanità, casa, welfare, transizione ecologica. «Serve una visione innovativa della regione che ha bisogno di coraggio, dobbiamo riportare al voto gli astenuti, De Pascale dovrà essere coraggioso come è stata Schlein alle primarie del Pd».
SIA DE PASCALE CHE COLLA al congresso avevano sostenuto Bonaccini. Schlein apprezzava entrambi i profili, forse sognava una candidatura, magari al femminile, che segnasse in modo più chiaro la nuova fase, anche su temi ambientali su cui De Pascale è un po’ della vecchia scuola “sviluppista”, nonostante la giovane età, come ha dimostrato sul rigassificatore di Ravenna. Ma alla fine si è convinta anche grazie al fatto che a Ravenna già da alcuni anni la maggioranza è formata da un campo larghissimo, da Iv ai 5 stelle: un viatico per costruire un’ampia coalizione anche per le regionali. Non a caso De Pascale già assicura «pari dignità» agli alleati. I Verdi però avvertono: «Su infrastrutture e consumo di suolo chiediamo maggiore discontinuità», dice Paolo Silingardi.
Ieri è arrivato anche il via libera dei due grandi ex, Errani e Bersani. «La cosa che mi piace è che qui c’è gente seria. De Pascale e Colla hanno fatto le dichiarazioni assieme, lavoreranno assieme, non c’è problema. Dove si va a trovare gente così? Potranno mandare avanti questa straordinaria storia dell’Emilia-Romagna».
DALL’ALTRA PARTE c’è in campo Elena Ugolini, direttrice dell’istituto scolastico Malpighi, nell’orbita di Comunione e liberazione, già sottosegretaria all’Istruzione nel governo Monti. Ha lanciato un progetto «civico», attaccando il centrosinistra ma poi dicendosi «felicissima se il Pd volesse aderire». Il via libera ufficiale da parte dei partiti di centrodestra non è ancora arrivato. E non è ancora escluso che, alla fine, possa spuntare un nome di Fdi (si parla del senatore Marco Lisei).
PIÙ INDIETRO I LAVORI nel centrosinistra in Umbria dove si voterà in autunno. Nei giorni scorsi i partiti hanno indicato all’unanimità la sindaca di Assisi Stefania Proietti, cattolicissima e ambientalista. Ma lei non ha detto sì. Anche perchè vorrebbe restare al suo posto fino al 2026, per completare il mandato e partecipare da sindaca a tutte le attività per l’ottocentesimo anniversario della morte di San Francesco. Il pressing continua, nel frattempo si scalda a bordo campo la deputata umbra di Avs Elisabetta Piccolotti