La Germania è un passo avanti al resto d’Europa: da ieri il consumo e la coltivazione della cannabis sono legali, pur con regole precise. Una boccata di sollievo per 4,5 milioni di «kiffer» che festeggiano. E una lezione per l’Italia dove per 25 grammi si rischia il carcere
L'ERBA DEL VICINO. Depenalizzazione di consumo e coltivazione. Ma acquisto solo dopo l’iscrizione ai Club. Una boccata di sollievo per oltre 4,5 milioni di consumatori tedeschi. Regole stringenti per evitare l’«effetto Olanda». La freddezza di Wagenknecht
Berlino, festa alla Porta di Brandeburgo per la legalizzazione della cannabis - foto di Ebrahim Noroozi/Ap
«Finalmente non dobbiamo più nasconderci». Un minuto dopo mezzanotte sotto la Porta di Brandeburgo si respira aria di libertà, prima ancora della zaffata di centinaia di canne appicciate per festeggiare l’entrata di vigore del Cannabis Act varato dal governo Scholz.
SONO TUTTI FELICI. I 1.500 «Kiffer» («fumatore di spinelli» in tedesco) che ballano al ritmo delle canzoni di Bob Marley lanciando le stelle filanti per sancire la fine della criminalizzazione, ma anche le decine di agenti della Polizei che li circondano: per la prima volta si ritrovano in veste di tutori del «regolare svolgimento di un raduno pubblico» e non nei panni dei repressori. Così in tutti i Land della Germania, dalle Città-Stato alternative di Berlino e Amburgo storicamente tolleranti fino alla conservatrice Baviera dove i «Kiffer» sono pure uno ogni dieci giovani nella fascia 18-25 anni.
IN TOTALE A BENEFICIARE della liberazione dell’incubo della denuncia penale saranno oltre 4,5 milioni di tedeschi: 2,8 milioni di uomini e 1,7 di donne consumatori regolari di cannabis a uso ricreativo. Per loro sparisce per sempre il rischio di denuncia per la serie di reati connessi che spaziava dalla produzione al consumo. Ma si azzerano di colpo anche i procedimenti penali sul tavolo dei giudici sommersi di processi destinati a finire nel nulla in maggioranza dei casi pur costando milioni alle casse statali. «Saranno circa 215 mila denunce in meno all’anno» quantificano al ministero della Giustizia, quarto dicastero del governo Scholz coinvolto nella liberalizzazione dopo la Sanità, l’Interno e l’Economia.
«TUTELARE LA SALUTE dei consumatori offrendo cannabis non sofisticata. Azzerare il mercato nero in mano alla criminalità organizzata, trasformandolo la vendita in legale anche sotto il profilo fiscale. Alleggerire il carico dei tribunali». Ufficialmente sono i tre “piccioni” della “fava” della svolta antiproibizionista della coalizione Spd, Verdi e liberali, approvata dal Bundestag e infine ratificata una settimana fa dal Bundesrat. Argomenti convincenti per la maggior parte dei tedeschi, come confermano i sondaggi, Ma cannabis libera non significa incondizionata. Resta vietato fumare vicino a scuole, parchi e strutture sportive: è il passaggio della legge che ha convinto il ministro della Sanità, Karl Lauterbach della Spd, a dare il via libera rivedendo le vecchie posizioni. «Da medico mi sono ricreduto» confessa il ministro che ha spinto per incardinare il Cannabis Act ai finanziamenti alle campagne di riduzione del danno e uso consapevole.
NEL PARTY sotto la Porta di Brandeburgo spiccava il «free Thc test» offerto a chi voleva misurare la quantità di principio attivo della propria marjuana. Fai da te necessario in attesa dei “Cannabis Club” pronti a luglio. Saranno le uniche strutture autorizzate alla distribuzione controllata e non potranno essere in alcun modo business-oriented: con una missione «culturale e ricreativa» potranno vendere la sostanza soltanto ai soci. Formalmente, si tratta della distribuzione del raccolto del “Cannabis Club” assimilati alle cooperative di consumatori; politicamente è anche il trucco per non trasformare la svolta nel modello Amsterdam che attira milioni di turisti.
ANTICIPATA dalle liberalizzazioni di Malta nel 2021 e del Lussemburgo l’anno scorso, la legislazione sulla cannabis introdotta in Germania rappresenta giuridicamente la punta più avanzata tra le democrazie europee. Contrariamente ai Paesi Bassi che tollerano vendita e consumo pur in presenza del divieto di legge, il governo Scholz ha scelto la via della depenalizzazione totale. Soprattutto a ciò si devono i mesi di ritardo rispetto agli annunci di inizio legislatura quando si dava la svolta sulla cannabis come imminente. La coalizione Semaforo ha faticato non poco a trattare con la Commissione di Bruxelles, contraria alla «forzatura» della Germania in grado di rimettere in discussione l’intera impalcatura Ue fondata sul proibizionismo senza se e ma. Non è stato invece un vero problema superare l’opposizione dei deputati Cdu-Csu che fino all’ultimo hanno tentato di bloccare la legge con vari espedienti parlamentari. Unici contrari alla legalizzazione insieme ai fascio-nazionalisti di Afd.
FESTEGGIA invece la Linke antiproibizionista ma anche l’alleanza di Sahra Wagenknecht – pur preoccupata per «i rischi per la salute» e tutt’altro che favorevole allo sballo creativo – La leader sovranista ha acceso la luce verde alla nuova legge. «Sono per il rilascio controllato della cannabis agli adulti, perché il veto finora ha solo incoraggiato la criminalità organizzata. Però è necessario affrontare le cause che spingono le persone a drogarsi. Sogno una società in cui i cittadini abbiano prospettive migliori che sballarsi»