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IL LIMITE IGNOTO. Scarica di missili sull’Ucraina, 4 morti a Kiev. Aiuti a rischio, Zelensky studia contromisure. Il capo della diplomazia Ue Borrell in visita nella capitale: «La mia giornata è iniziata in un bunker»

Vigili del fuoco al lavoro sul condominio colpito dall’attacco russo su Kiev foto Ap Vigili del fuoco al lavoro sul condominio colpito dall’attacco russo su Kiev - Ap

Mosca invia un messaggio chiaro all’Ucraina e ai suoi alleati: la guerra non è in pausa. Una pioggia di missili e droni hanno colpito diverse città ucraine ieri mattina mentre l’Alto segretario per gli Affari esteri dell’Ue, Josep Borrell, stava discutendo con le autorità locali degli aiuti militari e del sostegno finanziario a Kiev. Stando alle dichiarazioni dello staff di Zelensky, la Russia ha lanciato missili da crociera e balistici e droni di tipo Shahed (i famosi droni kamikaze) contro sei regioni dell’Ucraina, uccidendo almeno cinque civili e ferendone quasi altri 50, tra cui una donna incinta.

NELLA CAPITALE si è registrato il bilancio più drammatico: almeno 4 morti e 40 feriti, secondo il Servizio di emergenza nazionale. Le vittime sono state colpite dai resti di una testata che si è schiantata contro un alto palazzo residenziale, causando un incendio che ha sventrato gli appartamenti di diversi piani. Due linee elettriche danneggiate durante l’attacco hanno lasciato senza corrente circa 20 mila famiglie sulla riva orientale del fiume Dnipro e si è trattato della prima interruzione di corrente significativa nella capitale dall’inizio dell’anno, dove l’allarme non era così alto da molto tempo.

«Ho iniziato la mia giornata in un rifugio antiaereo» ha dichiarato Borrell, «ma questa è parte della realtà quotidiana dell’Ucraina dopo quasi due anni di guerra». Successivamente, il rappresentante estero dell’Ue ha visitato un impianto di produzione di droni dell’aeronautica e ha raccolto dati sulle «necessità più urgenti» per la Difesa di Kiev.

Il Ministero della Difesa russo ha dichiarato di aver utilizzato le solite «armi di precisione» contro le fabbriche ucraine che producono droni marini e sistemi d’arma. E come da copione: «Tutti gli obiettivi sono stati colpiti».

ANCHE LA CITTÀ COSTIERA di Mykolayiv è stata di nuovo bersagliata dopo qualche settimana di relativa quiete. Il raid ha danneggiato «circa 20 edifici residenziali e infrastrutture pubbliche», secondo il governatore locale Vitaly Kim, uccidendo un uomo e ferendo 6 persone. A Kharkiv, nel nord-est del Paese, un raid di missili S-300, di solito destinati alla contraerea ma in questa guerra usati anche per scopi offensivi (e quindi molto imprecisi) hanno ferito alcune persone senza però causare vittime. I missili hanno raggiunto anche Leopoli, poco distante dal confine polacco, causando un forte incendio.

IL PROLUNGARSI DELLA GUERRA ha obbligato i vertici ucraini a ripensare alla strategia per contrastare la maggiore disponibilità di armamenti delle forze del Cremlino. L’aiuto dell’Occidente è vitale e l’ostruzionismo dei repubblicani alla Camera di Washington ha bloccato di nuovo i 60 miliardi che avrebbero potuto dare un po’ di respiro all’esercito ucraino. Il mese scorso il presidente Zelensky aveva chiarito che «difesa aerea e sistemi di guerra elettronica in grado di fermare i droni nemici» sono le priorità di Kiev. La «lista della spesa» la chiamava qualcuno in modo dispregiativo a inizio guerra.
Ma è evidente che queste forniture sono l’ossatura su cui si regge la resistenza ucraina all’incessante martellamento russo. La conformazione stessa del fronte, lungo circa 1.500 km, obbliga a tenere le posizioni su diverse direttrici e gli uomini in prima linea hanno bisogno di riposarsi. Soprattutto in vista di una possibile nuova offensiva in forze dei russi che, secondo diversi analisti, potrebbe iniziare non appena le condizioni metereologiche lo permetteranno.

Il ghiaccio per ora ha letteralmente congelato il fronte, a eccezione delle zone di Avdiivka e di Kupiansk, ma la primavera è vicina. Quindi, e di nuovo, per Zelensky si tratta di una corsa contro il tempo.

TRA L’ALTRO IERI LA MISSIONE di monitoraggio dei diritti umani delle Nazioni unite in Ucraina ha dichiarato che le vittime civili della guerra hanno ricominciato a crescere dopo un periodo di calo l’anno passato. A gennaio i funzionari dell’Onu hanno documentato 158 morti e 483 feriti tra i civili, con un aumento del 37% rispetto a novembre del 2023. Complessivamente, secondo l’Onu, finora il conflitto con la Russia è costato la vita a 10 mila civili ucraini e ne ha feriti quasi 20 mila