Dopo le polemiche causate dalla presentazione on line del Liceo Torricelli-Ballardini di Faenza, da alcuni ritenuta di ispirazione classista, dopo le vicende del Liceo romano “Tasso” seguite all’occupazione della scuola, un nuovo caso investe il mondo dell’istruzione costringendoci a riflettere su qual è il clima che si respira nella scuola italiana dopo l’avvento del nuovo ministero del “merito”.
Uno studente, che è anche rappresentante d’istituto, è stato sospeso per 12 giorni per aver rilasciato, nel novembre scorso, un’intervista alla Gazzetta di Modena (quotidiano locale). Frequenta attualmente l’ultimo anno dell’Istituto tecnico Barozzi e nel corso di uno sciopero, attraverso l’intervista, aveva criticato la dirigente scolastica facendosi portavoce di alcune richieste che la stampa riferisce riguardare i viaggi d’istruzione, le ore di studio delle lingue straniere (troppo poche) e la mancanza di distributori automatici.
Il ragazzo ha dichiarato: “Ho riflettuto molto su quello che ho detto quel giorno, ne ho parlato con i miei genitori, con l’avvocato. Credo di aver riportato fatti realmente accaduti e penso di avere avuto ragione e di aver detto la verità. Quindi non c’è nulla che non ridirei,[…] i miei professori capiscono la mia situazione e cercano di aiutarmi e supportarmi. I miei compagni mi stanno dimostrando anche una grande amicizia e affetto. Questa è una delle motivazioni che mi porta a battermi per la verità a testa alta”
L’Unione degli universitari di Modena ha emesso un comunicato nel quale sostiene che “La natura intimidatoria di tale provvedimento racchiude in sé un messaggio molto pericoloso, mettendo in discussione il diritto alla libertà di espressione che tanto l’Università, quanto la Scuola pubblica di ogni ordine e grado devono senza alcun limite garantire ai membri della Componente Studentesca” […] “Tutte le studentesse e tutti gli studenti, nella fattispecie quando ricoprono ruoli di rappresentanza di stampo politico e non, hanno il pieno diritto di esprimere le proprie opinioni, di manifestare e di essere ascoltati senza il rischio di subire provvedimenti punitivi come quello in oggetto”.
In seguito a queste notizie Alleanza verdi e sinistra (AVS) ha presentato in parlamento un’interrogazione al ministro Valditara per avere informazioni su questo episodio. Anche Pd e M5s hanno avanzato interrogazioni. Il ministro ha attivato gli apparati ministeriali che hanno risposto ieri in modo interlocutorio: “[…]su richiesta del Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, il dipartimento Istruzione del Ministero ha assunto informazioni dall’ufficio scolastico regionale per l’Emilia-Romagna circa l’irrogazione della sanzione. Alla luce delle verifiche fatte, la sanzione della sospensione di 12 giorni risulta essere stata comminata allo studente a larga maggioranza dal Consiglio d’istituto, organo rappresentativo di tutte le componenti scolastiche. Qualora lo studente si ritenesse leso nei suoi diritti potrà appellarsi all’organo di garanzia istituito presso l’Ufficio scolastico regionale, che provvederà a valutare la conformità della sanzione al regolamento d’istituto e la correttezza della procedura”.
Ma al ministro del “merito” chiediamo: qui è in ballo o no il diritto alla libertà di espressione?