Gli attivisti fanno un appello ai Consiglieri regionali: "C'è urgenza di salvaguardare il poco territorio vergine rimasto in regione"
Srotolando un grande striscione con la scritta “No al cemento” Legambiente, assieme a cittadini e comitati, si è presentata oggi, 19 dicembre, all'appuntamento del voto della nuova Legge Urbanistica regionale per l'ultimo appello ai Consiglieri regionali: garantire un limite certo al consumo di suolo.
"Dopo oltre un anno di dibattiti e impegno - fa sapere Legambiente Emilia-Romagna - e dopo le osservazioni inviate nei mesi scorsi, l’associazione punta tutto sull'ultima giornata di voto e sulla sensibilità dei Consiglieri di tutti gli schieramenti. Il testo presentato in Assemblea Legislativa risente fortemente delle ragioni del mondo economico e ben poco delle aspettative del mondo ecologista e dei cittadini, che si rendono perfettamente conto dell’urgenza di salvaguardare il poco territorio vergine rimasto in regione.
Il testo di legge è stato oggetto di forte dibattito, con la presentazione di numerose osservazioni da parte di cittadini ed associazioni, così come emendamenti da parte dei consiglieri: le possibilità di modifiche positive sono ancora aperte. Ad oggi la norma, che pur prevede di azzerare le previsioni dei Piani vigenti, produce una forte semplificazione procedurale che renderà più veloce costruire già da subito, ma senza porre un vero limite al consumo di suolo viste le numerosissime deroghe presenti.
Preoccupante inoltre la fase di transizione dei prossimi 3 anni, durante i quali i Comuni beneficeranno di procedure semplificate e di un periodo "franco" per poter attuare le previsioni dei Piani vigenti. Un periodo molto pericoloso, dato che già si censiscono numerosi atti dei Comuni volti a mettere in sicurezza le proprie aree di espansione. Legambiente ribadisce infine ai Consiglieri Regionali come la legge urbanistica avrà ripercussione sull'ambiente e la vita di tutti i cittadini per i decenni a venire, e sia quindi necessario far prevalere gli interessi collettivi a lungo termine sugli interessi economici legati a modelli espansivi del passato".