Per la sinistra è il momento più difficile. La destra ha conseguito una vittoria storica. È la prima volta dal ritorno della democrazia, dopo la fine della dittatura dei Colonnelli […]
Sostenitori di Syriza durante l'ultima campagna elettorale - Ap
Per la sinistra è il momento più difficile. La destra ha conseguito una vittoria storica. È la prima volta dal ritorno della democrazia, dopo la fine della dittatura dei Colonnelli nel 1974, che il raggruppamento delle forze di destra e di estrema destra è molto più forte di quelle di sinistra e centro-sinistra.
Per la prima volta l’opposizione parlamentare è così debole, dal momento in cui la differenza è di circa 22 punti. In sostanza, almeno per un anno, cioè fino alle elezioni europee, il primo ministro e leader di Nea Dimokratìa Kyriakos Mitsotakis si muoverà senza avere alcun oppositore.
Syriza sta vivendo una crisi esistenziale, dal 2019 ha perso 14 punti, e viene minacciata dal Pasok nella sua posizione di leadership dell’opposizione. Tsipras oggi ha fatto ciò che doveva a se stesso e al partito, ha compiuto un gesto di responsabilità e di dignità. Le sue dimissioni erano necessarie perché più rimaneva al suo posto, più il partito si sarebbe indebolito e la sua stessa figura logorata.
Ovviamente adesso Syriza è chiamata a eleggere una nuova leadership, a mantenere l’unità e a ricostituirsi come partito. È evidente che la prima decisione da prendere è fare andare avanti la nuova generazione dei dirigenti. Non ci sono ancora candidati ma i volti che sembrano più adatti ad affrontare questa prova sono Efi Achtsioglou e Aleksis Haritsis