Accedi Registrati

Login to your account

Username *
Password *
Remember Me

Create an account

Fields marked with an asterisk (*) are required.
Name *
Username *
Password *
Verify password *
Email *
Verify email *

Quando ci si riferisce alla disciplina del licenziamento e alla tutela giuridica della parte più debole nel rapporto di lavoro, ossia il lavoratore subordinato dipendente, si cita l'articolo 18 della legge n. 300 del 1970 ,“lo Statuto dei lavoratori”.

Queste norme hanno una storia e una evoluzione, fatta di dure battaglie politiche e sindacali, ma anche di pesanti attacchi: alcuni respinti, come quello di Berlusconi nel 2002 (con la manifestazione dei 3 milioni al Circo Massimo del 23 marzo); altri meno, come le modifiche peggiorative della Fornero del 2012. Oggi siamo al Jobs Act di Renzi.

Di seguito una scheda di Francesca Fontanarosa*, tratta dal n.10 del menabò di Etica e Economia.

http://www.eticaeconomia.it/la-disciplina-del-licenziamento-e-la-tutela-giuridica-del-lavoratore/

*Francesca Fontanarosa è dottoranda in Diritto Pubblico dell’Economia presso il Dipartimento di Economia e Diritto della Sapienza, Università di Roma.

 

 

Commenta (0 Commenti)

“Non ci sono alternative, entro il 2050 dobbiamo cambiare sistema energetico” (di Luca Fazio)
Stefano Caserini è ingegnere ambientale e titolare del corso di mitigazione dei cambiamenti climatici
al Politecnico di Milano. Da anni si occupa delle strategie di riduzione dei gas climalteranti
e della comunicazione del problema dei cambiamenti climatici.
Improvvisamente il mondo si scopre ambientalista e la lotta ai cambiamenti climatici sembra
essere in cima ai pensieri dei potenti.

In realtà quali aspettative genera il vertice Onu di New York tra gli addetti ai lavori?

Purtroppo la lotta ai cambiamenti climatici non è in cima ai pensieri dei potenti, o dell’opinione pubblica.
L’appuntamento di New York si inserisce nei lavori della Convenzione sul Clima dell’Onu, sono

Commenta (0 Commenti)
28 ottobre 2014 
Papa Francesco ricevendo nell'Aula Vecchia del Sinodo in Vaticano gli oltre duecento rappresentanti dei Movimenti Popolari, riuniti da ieri Roma e provenienti da tutti i continenti ......
 
papa
Buongiorno di nuovo,
sono contento di stare tra voi, inoltre vi faccio una confidenza: è la prima volta che scendo qui, non c’ero mai venuto. Come vi dicevo, provo grande gioia e vi do un caloroso benvenuto.
Grazie per aver accettato questo invito per dibattere i tanti gravi problemi sociali che affliggono il mondo di oggi, voi che vivete sulla vostra pelle la disuguaglianza e l’esclusione. Grazie al Cardinale Turkson per la sua accoglienza, grazie, Eminenza, per il suo lavoro e le sue parole.  Questo incontro dei Movimenti Popolari è un segno, un grande segno: siete venuti a porre alla presenza di Dio, della Chiesa, dei popoli, una realtà molte volte passata sotto silenzio.
I poveri non solo subiscono l’ingiustizia ma lottano anche contro di essa!
Non si accontentano di promesse illusorie, scuse o alibi. Non stanno neppure aspettando a braccia conserte l’aiuto di Ong, piani assistenziali o soluzioni che non

Commenta (0 Commenti)

Per una occupazione «sociale» delle fabbriche. (di Guido Viale)
Occupazione delle fabbriche, come ha prospettato il segretario della Fiom? La manifestazione del 25
ottobre potrebbe rilanciarla. Sarebbe una risposta forte a una politica senza soluzioni credibili per
l’occupazione, soprattutto quella delle aziende in crisi. Ma gli impianti occupati potrebbero diventare
anche un punto di riferimento per le tante forze disperse nei territori che si oppongono alla
devastazione di occupazione, redditi, ambiente, scuola, beni comuni, servizi pubblici, convivenza
civile; di tutte le cose sottoposte all’attacco dei vincoli europei e del Governi Renzi.
D’altronde, la crisi di molte imprese medio-grandi è il frutto di quegli investimenti esteri che per il
Governo dovrebbero far «ripartire» l’Italia e che sono invece la fossa dell’apparato produttivo
e dell’occupazione del paese: ora la AST di Terni, ma prima di lei Alcoa, Sevestal, Jabil, Nokia,
Alstom, Maflow, e tante altre; tra breve l’Ilva (la compreranno solo per metter piede in Europa,
acquisirne il mercato e abbandonarla al destino già segnato dai Riva spremendo uomini, impianti
e città fino al totale esaurimento). E la Fiat (ora FCA) non è da meno.
Ma poi?

Commenta (0 Commenti)

Il segretario della Fiom Maurizio Landini in un'intervista all'Espresso: leggi qui

Commenta (0 Commenti)

Stop alle spese militariL'appello. Chiediamo al governo sia di bloccare le spese militari che di «tagliare le ali» agli F-35 che ci costeranno 15 miliardi di euro

La guerra imperversa ormai dall’Ucraina alla Somalia, dall’Iraq al Sud Sudan, dal Califfato islamico (Isis), al Califfato del Nord della Nigeria (Boko Haram), dalla Siria al Centrafrica, dalla Libia al Mali, dall’Afghanistan al Sudan, fino all’interminabile conflitto Israele-Palestina.

Commenta (0 Commenti)