LA PIAZZA ROMANA. Il presidio si è presto trasformato in un corteo, sulle note di Dammi Falastini e di Bella Ciao un fiume di bandiere nere bianche e verdi
Manifestazione in solidarietà con il popolo palestinese a Roma - LaPresse
Cinquemila persone in Piazza Vittorio, a Roma, per il presidio, poi diventato corteo, pro Palestina. Tra le centinaia di bandiere palestinesi anche molte tunisine e del Marocco. «Ci vogliono far credere che la causa palestinese sia isolata, noi oggi stiamo dimostrando che le persone la pensano diversamente da come i media vorrebbero farci credere. E che soprattutto, nonostante i governi arabi e le classi governanti siano state comprate da Israele, la popolazione araba è solidale alla causa palestinese e lo sarà sempre. Che tu sia libico, che tu sia egiziano, che tu sia saudita, in qualsiasi parte del mondo arabo la popolazione sostiene la Palestina», dichiara Karim Thib del Movimento studenti palestinesi in Italia.
Tanta tristezza e grande rabbia negli occhi dei giovani e delle donne e dei bambini. Tra i vari striscioni che denunciano l’apartheid e l’occupazione israeliana anche tantissime foto delle vittime di questi giorni a Gaza. «Siamo qui per riaffermare un diritto che è quello a esistere e a esistere dignitosamente. Vogliamo ribaltare le menzogne che sono state dette in questi giorni. Il nostro diritto a esistere non ha mai provato a sopraffare nessuno ma solo a recuperare ciò che era nostro – continua Karim Thib – I palestinesi non sono Hamas e Hamas non sono i palestinesi. Noi però non vogliamo giustificarci più. Hamas è una fazione politica, un partito conservatore e se ha acquisito così tanto consenso dovremmo chiederci perché. Chi ha fomentato un ala conservatrice, radicale che ha tolto ogni speranza e ha costretto le persone ad aggrapparsi ad un’azione così violenta? I palestinesi sono anche Hamas, e Hamas sono anche palestinesi, ma a noi questo non interessa. Comunque vada noi dimostreremo sempre il nostro diritto a esistere e resistere».
Il presidio, raggiunto dal corteo degli studenti che nel primo pomeriggio si erano radunati contro la Conferenza europea dei giovani di destra ospitata dalla Lega in una sala del centro storico, si è presto trasformato in un altro corteo più gande, sulle note di Dammi Falastini e di Bella Ciao il fiume di bandiere nere bianche e verdi si è diretto da Piazza Vittorio verso il quartiere di San Lorenzo.
«Quello che è avvenuto il 7 Ottobre, non è giustificabile – dice Maya Issa – Ma deve essere contestualizzato. Quella di sabato è stata una risposta a 75 anni di occupazione e di massacri nei confronti del mio popolo. Su Gaza vige un embargo militare, da diciassette anni, gli adolescenti sono cresciuti sotto alle bombe, ricordo quelle del 2004, 2008, 2014, 2018 e 2021, due milioni di persone vivono nella più grande prigione a cielo aperto del mondo. Quello che sta accadendo non è una guerra ma una vera e propria pulizia etnica del popolo palestinese».
Il corteo si ferma in via Tiburtina, all’altezza di San Lorenzo, «from the river to the sea Palestine will be free», urlano ancora le migliaia di persone in strada che faticano ad andar via. Poi, il minuto di silenzio per le vittime. E nel silenzio si è sciolto il corteo