STRAGE SENZA FINE. Cinque decessi ieri: tre in Campania, due nel Trevigiano, uno all’aeroporto di Bologna. Le dinamiche sono sempre le stesse: schiacciati da tir, intossicati nei tini, caduti nei cantieri
I soccorsi al porto di Salerno per il morto e il ferito grave sul lavoro schiacciati da un trattore sul traghetto della Caronte - Foto Ansa
Dodici morti sul lavoro in 48 ore. Il doppio della media che da anni non si smuove in Italia. E a pochi giorni dal richiamo del presidente Mattarella alla ministra Calderone sul fatto che serve «fare di più». Niente riesce a fermare la scia di sangue sul lavoro ma l’inerzia del governo Meloni la fa addirittura aumentare.
SETTE MORTI MERCOLEDÌ e cinque ieri. Dopo l’esplosione di Casalbordino, le ultime vittime sono un 44enne precipitato da un tetto ad Arzano (Napoli), un 52enne schiacciato da un mezzo in retromarcia all’aeroporto di Bologna, un 66enne investito da un camion in un deposito di rifiuti ancora a Napoli, un 29enne ucciso da un trattore al porto di Salerno e un 47enne caduto in una cisterna a San Polo di Piave (Treviso). A questi si aggiungono almeno altri quattro feriti gravi, due dei quali coinvolti negli incidenti mortali.
Intanto i sindacati proclamano scioperi e continuano a chiedere misure per frenare una strage oramai quotidiana. La regione più colpita, nelle ultime ore, è stata la Campania. Ieri pomeriggio Giuseppe Lisbino, 44 anni, residente a Frattaminore, nel Napoletano, è morto ad Arzano: operaio di una ditta impegnata in lavori di installazione di pannelli fotovoltaici, è caduto da circa dieci metri. Nella notte fra mercoledì e giovedì, ancora a Napoli, è morto un dipendente dell’Asia, azienda comunale di igiene urbana. Giuseppe Cristiano, 66 anni, poco prima dell’alba è stato investito da un camion dell’azienda nel deposito di Piazzale Ferraris, durante la manovra di uscita. L’operatore è stato soccorso sul posto dai colleghi, che hanno chiamato l’ambulanza che lo ha portato all’Ospedale del Mare, dove è stato operato ma è deceduto.
Al porto di Salerno a perdere la vita è stato l’ufficiale messinese Antonio Donato, 29 anni, che lavorava per la Caronte & Tourist e un collega che lavorava insieme a lui ha avuto lesioni molto serie alle gambe. La dinamica deve essere ricostruita e la compagnia ha dato la propria versione: «Due uomini, un primo ufficiale e un secondo ufficiale in servizio sulla nave Cartour Delta nel primo pomeriggio sono stati travolti mentre erano a terra da un trattore ralla della impresa portuale che – secondo le prime ricostruzioni – durante le operazioni commerciali manovrava in retromarcia su una banchina del porto».
UCCISO DA UN MEZZO in retromarcia anche Alfredo Morgese, 52 anni, dipendente di origine modenese dell’azienda Frantoio Fondovalle con sede a Montese (Modena). Intorno alle 3.45 stava lavorando alla pista dell’aeroporto Marconi di Bologna, a bordo di un camion che stava scaricando il bitume. A un certo punto è sceso quando l’autista di un altro mezzo, della stessa ditta, stava procedendo lentamente, all’indietro, schiacciando il collega tra i due veicoli. Non è chiaro se sia morto per il trauma o per un arresto cardiaco. Inutili sono stati i tentativi di rianimazione da parte del personale del 118. È intervenuta anche la Polaria.
A SAN POLO DI PIAVE, nel Trevigiano, è morto Marco Bettolini, 47 anni, enologo di Bassano del Grappa (Vicenza). Con lui c’era anche un 31enne, ricoverato in condizioni serie: i due sono stati colti da malore in seguito all’inalazione delle emissioni gassose sviluppate dal vino contenuto in una cisterna, cadendovi all’interno, con una dinamica che si è ripetuta tante volte in questi anni. Bettolini sarebbe morto per annegamento, mentre il collega si sarebbe avvicinato al margine del contenitore per cercare di prestargli soccorso, rimanendo a sua volta intossicato dal gas.
Sono molto gravi, invece, le condizioni di un 59enne tunisino, dipendente dell’azienda di ceramica Atlas di Finale Emilia (Modena): ieri mattina è stato colpito da una trave di metallo alla testa