VERSO IL CONGRESSO DI MARZO. Assemblea a Roma organizzata da Brando Benifei
Mentre Letta racconta ai socialisti svizzeri che «per noi comincia una traversata nel deserto, che spero sia la più corta possibile grazie alla nostra azione di opposizione», a Roma alcune centinaia di under 35 del Pd riscoprono la «rottamazione», invitando tutto il gruppo dirigente, e non solo Letta, a lasciare la prima fila.
«Servono un’identità chiara e un rinnovamento radicale del gruppo dirigente che non ha più credibilità», ha detto il capogruppo all’europarlamento Brando Benifei, 36 anni, organizzatore dell’evento «Coraggio Pd». «Non è che questo sia giusto, ma è un fatto. C’è una classe dirigente screditata che si ripropone incessantemente e che dopo 10 anni di governo pretende ancora di dettare l’agenda della discussione. Se non c’è un cambiamento, il congresso costituente rischia di essere una farsa».
«L’immagine che abbiamo qui oggi è molto differente da quella della direzione nazionale: capelli bianchi e quasi tutti uomini», dice Caterina Cerroni, segretaria dei giovani dem, candidata ma non eletta alla Camera. «Il gruppo parlamentare è per la maggior parte fatto dagli stessi che hanno votato il Rosatellum e il Jobs Act», attacca Cerroni. Non è l’unica.
«Si può dire che è stato vergognoso non saper rispondere a Meloni in due giorni di dibattito in Parlamento e che come fa l’opposizione Serracchiani ci stringe il cuore?», rincara Tommaso Bori, del Pd Umbria, che invita la truppa a «prendersi questo partito». Jacopo Scandella, consigliere regionale in Lombardia: «Come può guidare l’opposizione a Meloni chi è stato al governo negli ultimi 10 anni e qualsiasi cosa dici, ti ribattono: “Perché non lo hai fatto quando eri al governo?”».
Le critiche sono tante, riguardano la comunicazione del Pd ma soprattutto la sostanza, le scelte fatte in questi anni, soprattutto sui temi del lavoro. Ma anche la selezione delle classi dirigenti: «Basta col partito dei leccaculo, dei burocrati», ringhia Lorenzo Pacini di Milano. E Massimo Iovane, 22 anni, di Venezia: «Io non lascio il presidio della sinistra a chi ha fatto i dl Sicurezza, al trasformista Conte. È degradante».
Tra le righe l’ipotesi di lanciare una candidatura under 40, magari proprio Benifei. In sala anche Marco Meloni, braccio destro di Letta: «Una prima positiva prova del fatto che il percorso costituente del nuovo Pd potrà fruire della partecipazione attiva di una comunità viva e orgogliosa, che ha le idee, l’energia e la voglia di cambiare». Lodi anche dal sindaco di Pesaro Matteo Ricci.