DATI INPS. La crescita ha interessato tutte le tipologie contrattuali, risultando però più consistente per le assunzioni intermittenti (+62%) e per quelle stagionali (+60%)
Boom dei contratti precari nei primi cinque mesi del 2022. Lo certifica l’Inps nell’usuale Osservatorio sul precariato. Le assunzioni attivate dai datori di lavoro privati da gennaio a fine maggio sono state 3.381.000, con un incremento del +37% rispetto allo stesso periodo del 2021. La crescita ha interessato tutte le tipologie contrattuali, risultando però più consistente per le assunzioni intermittenti (+62%) e per quelle stagionali (+60%).
Ancora maggiore l’aumento che riguarda la somministrazione, le assunzioni delle ex agenzie interinali. Nei primi cinque mesi del 2022 sono state attivate 21.563 assunzioni in somministrazione a tempo indeterminato con un aumento del 77% sullo stesso periodo del 2021.
Sul fronte delle cessazioni il confronto è con un periodo del 2021 in cui era ancora in vigore il blocco dei licenziamenti causa pandemia, ma le cessazioni da contratti a tempo indeterminato sono state 769.844 (+39%) con una crescita in linea con quelle delle assunzioni stabili (+40%).
Il saldo annualizzato, vale a dire la differenza tra i flussi di assunzioni e cessazioni negli ultimi dodici mesi è stato pari a 797mila unità.
Per il tempo indeterminato la variazione positiva risulta pari a 215.000 unità mentre per l’insieme delle altre tipologie contrattuali la variazione complessiva è pari a 582.000 unità.
Anche per i rapporti di lavoro incentivati si registra una significativa variazione positiva con l’esonero giovani che aumenta del 62%. L’incentivazione denominata «Decontribuzione Sud», per la sua estensione e pratica assenza di requisiti particolari di accesso, è in termini assoluti l’agevolazione più rilevante e riguarda in cinque mesi 566.198 contratti.