Energie. La Commissione europea, in stato confusionale, inserisce nella «strategia verde» le due fonti energetiche meno credibili per uscire dall’era fossile
La confusione non è una caratteristica della sostenibilità. I King Crimson nel lontano 1969 erano convinti che Confusion will be my epitaph, riferendosi all’opera distruttiva da parte dell’uomo nei confronti del proprio futuro, quello del XXI secolo. Oggi nel settore energetico assistiamo ad una confusione molto pericolosa.
COME SE NON BASTASSERO REGOLE contraddittorie (il Pniec ancora da aggiornare, semplificazioni che non semplificano, aree idonee e non idonee, recenti aperture sul gas del MiTe sulle posizioni di Confindustria Energia, attività di prospezione di idrocarburi, tanto per fare qualche esempio) ora assistiamo stupefatti alla ufficializzazione della decisione della Commissione Europea di inserire il nucleare ed il gas nella tassonomia verde, che decreta cosa può essere ritenuto idoneo e quindi finanziato con soldi pubblici nel percorso più critico verso la decarbonizzazione, quello dei prossimi dieci anni.
SI TRATTA DI UN FORTE elemento di incoerenza, visto che la stessa Banca Europea degli Investimenti ha deciso di non finanziare più i progetti legati al gas e che i Green Bond della Commissione Europea legati al Recovery Plan non prevedono investimenti nel gas. Inoltre l’ipotesi di nucleare viene fatta senza una trasparente evidenza dei costi e delle tecnologie realmente sostenibili a breve termine, soprattutto oggi in pieno dibattito sul costo dell’energia e sulle modifiche da apportare al mercato dell’energia.
LA CONSEGUENZA DI QUESTA CONFUSIONE è la perdita di credibilità dell’intero sistema degli investimenti verdi dell’Europa, con finanziamenti non finalizzati al FitFor55, in una fase in cui molti stati membri stanno accettando e rilanciando questi obiettivi (governo-semaforo della Germania in primis).
IL COSTO DELL’ENERGIA NON RIGUARDA solo le famiglie, ma anche le piccole e medie imprese, anche per loro appare importante l’individuazione di un meccanismo di sostegno che tenga conto del significativo aumento del costo delle materie prime. Le misure transitorie introdotte per la mitigazione di questi impatti hanno un carattere emergenziale che non risolve la questione, ed in alcuni casi non sono in linea con l’ordinamento europeo, perché riducono i costi per i clienti finali in maniera indistinta, senza considerare le reali esigenze delle diverse categorie dei clienti finali.
OCCORREREBBE AL RIGUARDO FARE SERIE riflessioni sulla necessità di valutazioni sul medio-lungo periodo, con ipotesi per la creazione di una piattaforma europea di acquisto gas in un contesto di ampi rapporti internazionali sul mercato del gas, con acquisti di quantità di energia a medio-lungo termine (dai due ai cinque anni), con una indicizzazione non trimestrale ma annuale dei prezzi e con una rivisitazione sostanziale del meccanismo di formulazione dei prezzi sul mercato elettrico.
IL PUN (PREZZO UNICO NAZIONALE) è il prezzo di riferimento all’ingrosso dell’energia elettrica che viene acquistata sul mercato della Borsa Elettrica Italiana; le sue oscillazioni sono determinanti per calcolare i costi finali dell’energia in bolletta. Ci ha ricordato recentemente Elemens di confrontare l’andamento del Pun con quello del costo del gas. Entrambi misurati in €/MWh, in poco più di dieci mesi (da gennaio a novembre 2021) hanno subito la stessa impennata, circa +420%, con lo stesso andamento nel tempo che ha fatto superare la soglia psicologica di 400 €/MWh, valore più alto mai raggiunto dal PUN in Italia.
CHE IL COSTO DELL’ENERGIA SIA determinato dal costo del gas in un mix energetico come quello italiano, è fuori di dubbio. Come fuori di dubbio sarebbe la sterilizzazione sull’aumento dei costi provocata da un minor prezzo medio dovuto all’incremento delle rinnovabili.
SE NON AVESSIMO AVUTO UNO STOP significativo negli ultimi cinque anni dello sviluppo delle rinnovabili fino a realizzare un plateau, l’incidenza delle commodity sul prezzo dell’energia sarebbe stato molto più basso. Anche il potenziamento degli strumenti per uno sviluppo accelerato dell’efficienza energetica va nella direzione giusta, perché oltre alla riduzione dell’esposizione dell’Europa alle fluttuazioni delle fonti energetiche, verrebbe ridotta automaticamente la dipendenza dell’unità di Pil dalla quantità di energia necessaria.
QUELLO DELL’EFFICIENZA ENERGETICA è un altro antidoto nei confronti del caro-energia: la potenzialità dell’efficienza energetica in questo ambito non è ancora consolidata, e questo anche da parte dell’industria, nonostante l’obbligatorietà dei bilanci di sostenibilità. Energy efficiency first ancora con il freno tirato.
IL DIBATTITO SULLE MODIFICHE del mercato dell’energia assume infine toni aspri. Punto focale del dibattito – e tema di ulteriore confusione – è il superamento o meno del sistema attuale basato sul prezzo marginale, dove i produttori di elettricità sono remunerati con il prezzo della offerta massima entrata nel pacchetto giornaliero di produzione, quest’ultima tipicamente riferita al gas, completamente slegata dalle più economiche fonti rinnovabili.
E’ UNA CONTRADDIZIONE IN TERMINI: un mercato dipendente nella sua espressione più rilevante, quella della formulazione del prezzo, dalle fonti fossili in una prospettiva di loro eliminazione. Occorre dire con chiarezza che il caro energia è causato dalla domanda straordinaria di gas su scala globale, ma anche dalla struttura del mercato elettrico europeo.
SVILUPPO DELLE RINNOVABILI SIGNIFICA anche elettrificazione, importante perché – oltre a incrementare l’uso delle rinnovabili in ogni ambito di consumo – contribuisce ad aumentare l’efficienza energetica nei confronti delle tecnologie tradizionali e riduce le spese energetiche dei consumatori che, come ha dimostrato Enel, può arrivare al 50% e oltre. Una famiglia che usa una pompa di calore per il riscaldamento e per la produzione di acqua calda sanitaria, l’induzione elettrica per la cottura dei cibi e un veicolo elettrico, arriva ad evitare più dell’80% delle emissioni di CO2.
SULLA ELETTRIFICAZIONE SI GIOCA la decisiva partita della riconversione delle nostre grandi aziende energetiche che dovrebbero chiarire al più presto il ruolo del gas nel nostro futuro immediato, relegandolo ad un elemento di transizione molto marginale.
FORSE POTREMMO SPERARE ANCORA di ribaltare la sentenza finale dei King Crimson: The fate of all mankind I see is in the hands of fools, but I fear tomorrow I’ll be crying. La confusione ha un suo costo (Stephen Stills, 1969).